9 Luglio 2008

Alba, culla del cioccolato

di Lorenzo Rulfo (Blog Alba. Alla Scoperta della nostra Italia)

Ferrero - AlbaAlba la conoscono tutti. Così si dice. La fama che investe la città, molto estesa per numero di abitanti, tanto da dare immediatamente l’impressione di grande città, è molta. La sensazione che si prova immergendosi in lei, percorrendo la via Maestra in un freddo mattino di novembre, è di calma pacata, dolce benessere.

Alba è la culla del cioccolato. Da quando, meno di un secolo fa, il signor Ferrero si trovava a fondare una delle fabbriche di cioccolato destinata a diventare un diamante nel mondo. Una fabbrica di felicità, come potrebbe dire qualcuno, una inguaribile fonte di benessere.

Correvano gli anni quaranta, la povertà, il desiderio di rinascita, il ricordo di una guerra che qui, in Piemonte, aveva mietuto vittime ma pure unito gli animi partigiani in una lotta impari, in un grande cuore. E di dolcezza c’era bisogno, di cioccolato, c’era bisogno. Ma poi il lavoro, il lavoro non c’era, e serviva.

Correvano gli anni quaranta, un uomo di nome Pietro Ferrero percorreva la strada che da casa sua portava alla piccola fabbrica di Via Rattazzi, dove ogni mattina l’antenato della Nutella (la crema Gianduja) veniva prodotta da rudimentali macchinari. Ed ogni mattina centinaia di persone gli si avvicinavano per chiedere lavoro, per chiedere speranza, per chiedere salvezza. Correvano gli anni quaranta, ed ogni mattina un uomo dispensava lavoro a centinaia di persone, spinto dal cuore e dal bisogno di braccia. Nacque la Ferrero nel 1946, e Alba continua a crescere.

Ma non è il solo polo del successo di Alba, perché condizioni atmosferiche, climatiche e geografiche la rendono sede perfetta e inimitabile della Fiera del Tartufo. Situata in un punto perfetto, bacino di raccolta delle produzioni di tutta la Langa cuneese, Alba gode e smercia, come un magazzino delle meraviglie, tutto ciò che di vino, formaggi e tartufi offre la zona.

E la fiera del tartufo, volente o nolente, è l’evento conosciuto in tutto il mondo, che vede ospiti personaggi dello spettacolo, scrittori, cantanti, personaggi di stato, re, personalità e ancora musicisti, ballerini o semplicemente genti da ogni dove per comperare o solo immergersi nel profumo dell’oro bianco. Perché da un senso di sicurezza vedere che qualcuno può permettersi cifre stratosferiche per comperare qualcosa che non è un appartamento, o una macchina, ma uno straordinario lusso.

E non è finita, perché manca l’Alba Music Festival, rassegna internazionale di musica classica, l’Alba Film Festival, il Mercato Aleramico e poi le bellezze paesaggistiche, oltre il Tanaro, prima della collina, nel verde, ed il Duomo, la chiesa dei Santi Cosma e Damiano o quella del Cristo Re.

Perdonatemi, sono in torto. Perché non ho parlato di nulla, non ho parlato del vino, dei ristoranti dove mangiare o le locande dove bere, non ho parlato delle vie, del teatro, delle chiese, non ho parlato delle mura romane, non ho parlato di Alba. Bensì mi sono perso nella visione poetica di qualcosa che ho scoperto di amare, qualcosa che suscita la mia ammirazione e stima da sempre. Perché Alba è piena di geni che hanno scritto di lei, da Pavese a Fenoglio, ed io ho 600 parole per provarci. E non bastano. Perdonatemi. Dal cuore.

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