Destarsi al mattino a Fabriano significa dedicare il primo pensiero alla propria carta dei doveri, di uomo e di cittadino, tutto il resto viene dopo. Il Sindaco vede un obiettivo comune in ogni dove, specialmente sotto quelle “porte” in prossimità delle quali non si può non rimanere a bocca aperta. Le attese che la città fa respirare sono tante, su tutte quella che l’incudine riprenda a battere con un suono diverso.
Non solo una affollata spiaggia e il centro moderno del porto, ma anche la quiete ed il silenzio dei vicoli della Città Alta con colori e suoni rarefatti, così ci presenta Civitanova, Alvise Manni, che cerca da anni di divulgare le bellezze storico-artistiche del territorio maceratese. Civitanova è una città sottovalutata turisticamente, ma che ha invece molto da offrire, per la sua storia, arte e cultura.
Iniziata per caso la sua attività, oggi Daniela Perroni guida i turisti nella sua Macerata, non solo con passione, ma anche con preparazione e professionalità. Capoluogo della terra delle Armonie e Atene delle Marche, aperta verso la Cina e con una importante tradizione lirica, Macerata merita di essere più conosciuta, come tutto l’entroterra marchigiano. Imperdibile una visita allo Sferisterio e alla collezione di carrozze che datano dal 1700 al 1900!
Quella che duemila e oltre secoli fa era conosciuta come città della fortuna, oggi alla prova dei numeri è residenza elettiva per migliaia di italiani. Fano nelle parole del Sindaco si propone come modello universale di comune sentire rispetto alle cose concrete, una sorta di umanesimo fanese più forte degli steccati del pensiero. Basta compiere le scelte giuste per procedere a vele spiegate verso un orizzonte sterminato.
Le Grotte di Frasassi a Genga sono una scoperta affascinante che ogni volta ci ricorda quanto sia grande la forza della natura. Un mondo fantastico fatto di grotte e gallerie che mi fa rivivere le emozioni come in una favola.
Alla Scoperta della nostra Italia
Visitare Recanati facendosi accompagnare dal grande Giacomo Leopardi
Una emozionante passeggiata per le vie della città che diede i natali al poeta Leopardi, con la sensazione di rivivere le sue malinconie circondati dai ricordi tanto celebrati nelle sue poesie. Un punto di vista poetico di una città che conserva l’antico splendore medievale che le diede origine.
Interviste Terme
Le Pitinum Thermae, i privilegi patrizi diventati risorsa per il territorio
di Paola Perna
Poco distante dal mare, immerse nella storica regione appenninica del Montefeltro, le sorgenti Certaldo e Apsa alimentano il centro termale “Pitinum” che costituisce oggi un autorevole punto di riferimento per la cura e la prevenzione di moltissime patologie: una fonte di benessere che affonda le sue radici in epoca romana.
Acque sorgive captate e sapientemente utilizzate in una struttura, le Terme di Raffaello, che ha saputo coniugare alle risorse naturali e paesaggistiche quelle di un turismo votato alla ricerca del benessere fisico e mentale. Dalle inalazioni alla fangoterapia, passando per i bagni e i massaggi, tante le proposte dedicate alla salute, al benessere e alla bellezza.
C’è molto della civiltà contadina del passato nella Pesaro descritta dal Sindaco. Una città che tiene fede, in ogni sua voce, a quella “media dimensione” consegnatale dalla storia recente, fatta di ex operai divenuti businessmen di successo. Come in un trionfo d’archi di rossiniana memoria, l’agone dello sport, il rombo delle moto e la placidezza del mare riecheggiano nella sua “coscienza democratica”, preziosa eredità di chi ha saputo “trarre molto dal poco”.
Nemmeno il Sindaco, si fa per dire, sa dare una spiegazione su come una città così piccola riesca a viaggiare su standard culturali di alto profilo. L’anno zero di questo primato coincide con la nascita del suo prestigioso ateneo, baluardo della giurisprudenza europea. La cultura è il quid dell’ieri, la cifra del presente, la bussola del domani; d’altronde, per dirla con Epitteto, “solo l’uomo colto è libero”.
Bang! Una cucina scoppiettante! Quella del Ristorante da Maria di Mondavio, dove ha sede la famosa Rocca Roveresca, capolavoro di Francesco di Giorgio Martini, nella quale l’artista riplasmò l’architettura militare rinascimentale in funzione della polvere da sparo, allora scoperta. Ci spostiamo sulle colline di Cavallara ed incontriamo il patron Gabriele con il quale parliamo dell’insostituibile ruolo gastronomico giocato da oche, faraone, anatre e cinghiali.
Lao Tzu diceva “Ho solo tre cose da insegnare: semplicità, pazienza, passione. Questi sono i più grandi tesori”. Questi sono gli ingredienti della cucina di Maria da Fano, custode di un mondo antico di pescatori e portulott che resiste all’omologazione della modernità. Scopriremo la moretta, incontreremo Maria Teresa d’Austria e scoveremo i resti della mitica Basilica di Vitruvio.
Euroscettici? Lasciando da parte burocrazia, tassi d’interesse e nostalgici della lira debole, mettere fuori legge il mistrà perchè troppo forte è un delitto! Ma nel cuore dalla val di Tenna, Tiziano dell’Osteria dell’Arco, vero partigiano dei rosoli tradizionali, resiste! Fatevi un fagottino con ravioli di coda e cicerchie e guanciale e datevi alla macchia!
Nel tourbillon della modernità il Sindaco coglie nella sua città un momento di palingenesi, dove passeggiando in determinate ore del giorno nel centro storico, di vivere nel passato, di sentire che in alcuni luoghi il tempo si è fermato. Risultato della collaborazione di una grande famiglia, il suo piccolo borgo punta a conciliare sempre più conservazione e modernizzazione.
Cucina per gioco e petali di fiore? E’ quello che succede al ristorante Le Busche. Il patròn Andrea Angeletti è un citoyen du monde. E ci spiega come il riso selvaggio del Canada si può abbinare agli scampi dell’Adriatico e alla salsa del tartufo di Acqualagna. Senza dimenticarsi delle proprie radici…
Producono ricchezza lavorando molto, tutto per la famiglia il tempo libero, in giro non si vedono mai: così il Sindaco definisce i piccoli imprenditori dell’artigianato e dell’agricoltura, forza motrice della città. I colori, i sapori e i profumi delle sue meravigliose colline, così uniche – soprattutto in primavera – e ricche di eccellenze enogastronomiche. D’estate invece si veste… in blues.
Il ristorante è un luogo di protezione ed irradiazione di cultura gastronomica, proprio come lo furono le canoniche nel Medioevo. Andrea è un “amanuense” del gusto: ama il Montefeltro, con i suoi delicati paesaggi eternati da Piero della Francesca, ed è devoto alla capacità letteraria di un vino di descrivere un paesaggio dell’anima come nient’altro potrebbe mai: in vigna veritas.
Divina Commedia alla mano, il Sindaco è più che mai convinta che la sua città sia il luogo ideale per ambientare una storia d’amore. Al fascino immortale della rocca medievale, tra le meglio conservate in Italia, e quello incontaminato della circostante campagna si unisce il fermento civico e culturale di una collettività che ha le carte in regola per aspirare al titolo di “capitale del medioevo”.
Una città emblematicamente italiana, quella raccontata dal Sindaco, dove la presenza del mare che la circonda costituisce un valore aggiunto e dove la globalizzazione non ha mutato i ritmi e le relazioni umane. Una città protesa alle risorse del mare e generosa con chi sfugge agli orrori della guerra e allo spettro della solitudine e della precarietà.



