Tutto è partito da una raccolta firme della Coldiretti in due regioni italiane: in Calabria e in Veneto, infatti, le amministrazioni hanno approvato leggi a favore dei cibi a kilometro zero".
"In questo modo si promuovono i prodotti locali in mense, ristoranti ed anche nella grande distribuzione con un duplice obiettivo: salvaguardare l'ambiente abbattendo le emissioni dei gas serra generati dai mezzi di trasporto e limitare i costi sempre più elevati che bisogna sostenere per rifornire di carburante aerei, camion e navi".
La linea di ristoranti "a kilometri zero" che è nata a Padova, infatti, prevede che cibi e materie prime siano reperiti in un raggio che non superi i 100 km. L'idea è quindi quella di fornire un'alternativa che sia insieme ecologica, qualitativamente elevata ed enogastronomicamente geolocalizzata. Qualche esempio in numeri per comprendere meglio quanto può essere benefico il km 0? Un pasto, prima di giungere nella cucina di un ristorante qualsiasi, percorre in media oltre 1900 km su camion, navi o aerei. Secondo un'indagine della Coldiretti, un vino australiano, per giungere sulle tavole italiane, deve viaggiare per oltre 16.000 chilometri; consumando 9.6kg di carburante ed emettendo 29,3 kg di anidride carbonica. Dati quanto mai eloquenti che dovrebbero suggerire la celere approvazione della legge sulla filiera corta in agricoltura anche da parte della regione Campania.
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