da albatros » gio 14 gen 2010 00:06
In Polonia, a Cracovia, cinque anni fa.
Affascinante città, soprattutto con la neve.
Mio marito è in cerca di qualche negozio che venda trenini...ne è talmente appassionato che in pratica dividiamo la camera da letto con un enorme plastico.
Si gira e si rigira...e infine troviamo una specie di cartoleria-giocattoli dove qualcosina c'è, ma non è proprio quel che lui vorrebbe trovare.
Proviamo a chiedere alla titolare, ma un po' il problema della lingua, un po' il fatto che ci sono altri avventori, ci fanno presto desistere.
Usciamo, quindi...con solo un paio di stampe con vedute della città che ho scelto mentre lui osservava le locomotive.
Ed ecco che un ragazzino, che si trovava nel negozio e se ne era rimasto zitto zitto a osservarci, se ne esce dietro a noi.
Avrà un dodici, tredici anni. Si avvicina, batte con la mano sul braccio di mio marito, e dice una parola sola: trains? Lì per lì non capiamo, lo guardiamo incerti, e lui ripete: trains? , fa qualche passo avanti a noi e fa segno di seguirlo.
Lo seguiamo...
Ci guida per un tratto di viale, poi entra in una stradina laterale e tutto fiero di sè ci indica un fondo semi-illuminato, con una mezza vetrina tappezzata di manifestini e di poster...di treni!!!
E' il negozietto che cercavamo...con i pezzi giusti, e i prezzi, anche, giusti.
Il ragazzino ci precede, ci fa strada, quindi si mette discretamente a fianco di mio marito mentre lui osserva, giudica, soppesa...e poi fa da interprete, per chiedere i prezzi.
Si vede che anche lui è un appassionato...gli brillano gli occhi, e non solo per il piacere di averci fatto da guida.
Quando usciamo, proviamo a dargli qualche banconota. Ma lui scuote il capo, si schermisce, sorridendo.
Soltanto insistendo, riusciamo a dargli una banconota da dieci d'euro, che lui arrossendo e sempre sorridendo mette in tasca.
Non è tanto, ma non è neppure poco, in un paese povero come il suo, con ancora gli zloty.
Quindi ci saluta, indicandoci la strada del ritorno...se ne ritorna alla sua vita, e noi alla nostra.
Non dimenticherò mai il garbo, la discrezione, ma soprattutto il sorriso di quel ragazzino...che chissà, ha forse anche lui il suo plastico, adesso.
Io glielo auguro di tutto cuore.
"Vola solo chi osa farlo"
Luis Sepùlveda