Sull'onda dei finanziamenti straordinari per l'Expo 2015, non pare ozioso chiedersi che città vogliamo per il futuro. La città dei servizi finanziari e della moda, una sorta di mix tra Londra e Parigi, la città dell'informatica, del digitale e dei media televisivi, la città dell'integrazione multietnica o una città che recupera un'identità perduta.
A me pare che la borghesia milanese non sappia cosa vuole: si finanziano progetti, anche importanti, di recupero edilizio, si creano nuovi quartieri, ma non si ha un'idea precisa di cosa si voglia fare nel domani. Intanto, nel dubbio, si continua a scimmiottare in modo provinciale la "cultura" anglosassone...non si sa mai, intanto noi siamo come gli yankee...