Lezione sul “caso Trento” oggi al corso di laurea in Economia dell’Arte, Cultura e Comunicazione dell’università Bocconi di Milano. In cattedra, negli inconsueti panni del docente, c’era il sindaco di Trento Alberto Pacher, invitato dall’ateneo a spiegare come una città medio-piccola sia riuscita a diventare una “learning city” capace di attrarre istituti di ricerca e “cervelli”, di mettere in moto una rivoluzione urbanistica che ha coinvolto i migliori architetti e di far fruttare tutto questo anche in termini d’immagine. Agli oltre duecento studenti del terzo anno, il professore ordinario Elio Borgonovi, direttore dell’istituto Pubblica Amministrazione e Sanità, ha presentato Trento come una realtà dinamica, esempio del fatto che “possono cambiare in tempi brevi anche realtà complesse come le città, purché non manchino il coraggio e la capacità di visione”. Per il cattedratico, Trento ha dimostrato di avere “spirito imprenditoriale, che poi significa saper cogliere i segnali del cambiamento e decidere in che direzione andare assumendosi tutti i rischi del caso”.
Nella sua lezione, il sindaco ha ripercorso le tappe di questi ultimi dieci anni: il piano strategico messo a punto insieme a centinaia di interlocutori, l’accordo con la Provincia per creare tutti i presupposti per fare di Trento “un distretto della formazione”, l’arrivo degli istituti di ricerca (Fiat, Microsoft, Mente e Cervello) che si sono affiancati e hanno avuto ricadute positive sull’Università e sull’Irst. In questo processo di rinnovamento, ha spiegato il sindaco, ha avuto un posto non secondario la riqualificazione urbanistica, avviata grazie alla variante al piano regolatore messa a punto da Joan Busquets.
Ha concluso il sindaco: “Negli anni Cinquanta il Trentino era una provincia agricola che alimentava l’esodo degli emigrati. Oggi è una città che punta sulla formazione, la ricerca, la cultura. Credo che in questo processo l’elemento strategico sia stato l’individuazione di una vocazione. Le città generaliste, soprattutto se piccole, sono in crisi, occorre trovare una propria fisionomia”. Molte le domande degli studenti, interessati soprattutto alla riqualificazione dell’area ex Michelin, al Muse, al rapporto tra pubblico e privato, al ruolo dell’autonomia e ai modelli che hanno ispirato la “rivoluzione” vissuta da Trento.