LA NUOVA VENEZIA
11 SETTEMBRE 2008
Cani avvelenati a Cinto e a Concordia
Gian Piero del Gallo
CONCORDIA (VE). Cani avvelenati a Cinto e a Concordia. Uno splendido pastore belga di quattro anni ed un simpatico yorkshire, sono le ultime vittime di sconsiderati personaggi che, per chissà quali ragioni, distribuire bocconi ed esche avvelenate. In questi ultimi due casi i cani erano all’interno di un recinto nella propria abitazione quindi, l’esca è stata gettata di proposito. Ne è convinto il giovane proprietario di Dakota, il pastore belga morto martedì sera per avvelenamento come ha sentenziato il veterinario cui il giovane si era rivolto nel disperato tentativo di salvare il suo amico a quattro zampe. «Gli sono stato vicino fino alla fine e quando è morto tra le braccia, è montata la rabbia contro questi personaggi». Non c’è stato infatti nulla da fare, il veleno, sembrerebbe un lumachicida, confezionato e coperto con una fetta di prosciutto, aveva ormai causato lesioni irreversibili. Il proprietario del pastore belga, dopo la certezza di avvenuto avvelenamento diagnosticata dal veterinario, ha presentato denuncia contro ignoti alle forze dell’ordine. Il lumachicida è uno tra i veleni più potenti usati da questi irresponsabili per confezionare esche, ed essendo inodore si può facilmente nascondere e coprire con altre sostanze. «L’unica cura è di sottoporre il cane ad una lavanda gastrica, spiega il dottor Giangiacomo Stefanon dell’omonima clinica veterinaria, ma questo deve avvenire immediatamente dopo l’assunzione del veleno da parte del cane, altrimenti per l’animale c’è la morte certa, senza alcuna possibilità di scampo. Anche da noi sono avvenuti decessi, per fortuna, spiega ancora Stefanon, non è sempre dolo, anche se il dubbio c’è sempre. In questo periodo, dopo gli abbondanti pasti estivi consumati in campagna, i topi disturbati dalle macchine raccoglitrici di mais e soia, stanno ritornando nelle case e nei magazzini. Per combatterli vengono distribuite esche rodenticide e nonostante vengano vendute come innocue per gli altri animali, ma spesso non è proprio così ed a farne le spese sono i cani, per loro natura più curiosi di altri animali».