da marche48 » lun 01 feb 2010 01:06
Il TEATRO SOCIALE di VILLA BARTOLOMEA
La costruzione del Teatro Sociale fu il frutto di un fermento politico-culturale che animò il paese di Villa Bartolomea agli inizi del Novecento. Un gruppo di cittadini di idee progressiste avvertì la necessità di una sala per i pubblici spettacoli e per le grandi riunioni, dato che in paese esisteva solo un salone-teatro della Parrocchia.
Il gruppo, dopo aver trovato i finanziamenti necessari per la realizzazione dell’opera, ottenne nel 1913 dal Consiglio Comunale la cessione, a titolo gratuito, di 900 mq. di terreno, in posizione centrale, a fianco del Municipio, dove poter costruire il Teatro.
Costituitasi ufficialmente il 17 ottobre 1914 la Società Teatrale “Risorgimento”, furono avviate subito le pratiche per la realizzare la nuova costruzione.
I lavori, su progetto dell’Ing. Raffaello De Marchi, da anni tecnico comunale, cominciarono negli ultimi mesi del 1915, in coincidenza con l’inizio della I guerra mondiale, e già dopo due anni il Teatro, in stile liberty, con una capienza massima di 400 posti nella platea e 250 nella loggia, era completato e collaudato.
Alle decorazioni interne ed esterne parteciparono alcuni prigionieri di guerra presenti a Villa Bartolomea e impiegati nei lavori pubblici.
Di pregevole fattura risultarono le decorazioni di motivi floreali e musicali realizzate all’interno della sala dal prigioniero Giuseppe Pikora, proveniente dalla Boemia, attuale Repubblica Ceca.
La Società Teatrale avrebbe voluto inaugurare il teatro con la stagione dell’autunno 1917, ma le tragiche notizie di guerra costrinsero a rimandare l’evento, e nel 1918 il Teatro, come altri edifici pubblici del paese, fu requisito per uso militare e riconsegnato alla Società “Risorgimento” nei primi mesi del 1919.
L’inaugurazione ufficiale avvenne il 27 settembre 1919 con il Don Pasquale di Donizetti. Enorme fu la soddisfazione dei soci promotori che vedevano finalmente realizzato il loro progetto.
Il Teatro Sociale interpretò fino agli anni '40 le esigenze di una popolazione sensibile alla musica e allo spettacolo e con un forte desiderio di riscatto sociale. Gli anni successivi segnarono alti e bassi nella vita del Teatro che, adibito a cinematografo fin dagli anni cinquanta, andò degradando fino alla chiusura definitiva negli anni '70.
L'Amministrazione Comunale, presieduta dal Sindaco Luigi Montagnana, ne venne in possesso nel 1996 e, con un'operazione culturale di grande spessore, nel 1999 ne decise il restauro, interpretando la volontà della popolazione, in quanto il Teatro Sociale ha rappresentato un periodo importante nella storia del paese, una storia piena di difficoltà, ma anche caratterizzata da tanta vivacità culturale.
Il restauro, su progetto dell'Arch. Luciano Mirandola, ne ha fatto un vero gioiello, conservando la struttura originaria, ma con qualche elemento di novità soprattutto nei toni piuttosto forti delle tinte interne e nell'arredo.
All’esterno è stata usata una tinteggiatura che creasse un impatto “forte”, in grado di rendere immediatamente evidente la funzione dell’edificio, alleggerendo il tutto con l’uso del bicolore e con le trasparenze dei serramenti di facciata.
Per gli interni si è scelta una tinteggiatura molto più vivace, giocando sulle tonalità gialle e rosse, con lo scopo di dare al luogo un carattere allegro e distante dalla vita di ogni giorno. Tale caratteristica è stata rinforzata sia dalle pannellature lignee colorate alle pareti che dalle tinte blu e rosse dei tendaggi e delle poltrone.
Per arricchire l’immagine degli interni sono state rifatte le fasce decorative nella parte inferiore della loggia, ricreando i cartoni originali, mentre nell’atrio sono stati collocati due pregevoli mosaici realizzati e donati al Teatro da un’artista di Villa Bartolomea, valorizzati da un’illuminazione sinuosa e moderna e dai pavimenti in marmette, tipo Venezia, dai colori vivaci.
Per l’illuminazione sulle pareti sono state installate lampade altamente tecnologiche, ma che richiamano effetti caratteristici delle torce.
Per quanto riguarda la “macchina di scena” il palco è stato considerato come una scatola magica, un contenitore invisibile in continua trasformazione. Particolare attenzione è stata posta alle dotazioni illuminotecniche, di regia, controllo e distribuzione delle luci di scena.
I lavori di ristrutturazione e restauro terminarono nel novembre 2001. Il teatro fu collaudato con una capacità di 300 posti a sedere, con annessi bar e spazi di sosta e con tutte le dotazioni tecniche necessarie, in grado di farne un importante luogo di incontro e sviluppo culturale per Villa Bartolomea e il suo territorio.
Il teatro nel suo nuovo splendore venne inaugurato il I dicembre 2001 con lo spettacolo “Don Giovanni” di Molière, a cui seguì un apprezzabile programma di musica, danza e teatro, per adulti e per ragazzi
Da allora ospita ogni anno una stagione teatrale di tutto rispetto, con un programma possibilmente alternativo rispetto agli altri teatri presenti in zona e con una buona risposta da parte della popolazione. Il teatro è inoltre molto utilizzato dagli alunni delle scuole del paese e per le attività culturali in genere.
Un volume (Villa Bartolomea riscopre il TEATRO SOCIALE, a cura di P. Roman, Legnago 2002), a cui queste note rimandano, corredato da una ricca documentazione di foto, d'epoca e attuali, ricostruisce dettagliatamente le varie tappe della vita del Teatro, dalle scintillanti feste degli anni '30 alla proiezione degli ultimi fìlms, e ne descrive le caratteristiche architettoniche e le modalità del restauro.
Recensione di Laura Passuello