Con il progetto "Imparare a prendersi cura" la [[Provincia di Pescara]] ha mostrato ai ragazzi di due scuole secondarie di primo grado del territorio che spendere un po' del proprio tempo per dare affetto e attenzioni ai piccoli amici animali, non è una cosa "da femminucce".
Un retaggio duro a morire quello che vede l'etica della cura non percepito come un valore in particolare dai giovani. Il concetto e la pratica della cura vengono spesso svalorizzate perché intese come esclusivamente femminili, in un'accezione stereotipata della divisione dei ruoli. Tale stereotipo si radica nei bambini sin dall'infanzia, e continua a produrre effetti negativi sulla socialità, la relazionalità e la percezione del valore delle differenze.
L'idea guida del progetto - promosso dalla Consigliera di Parità provinciale Maristella Lippolis e realizzato dalla psicologa Sabrina Paone - è stata quella di ritenere che imparare a prendersi cura di sé e degli altri può rappresentare un valido contrasto a comportamenti - sempre più diffusi nel mondo giovanile - di prevaricazione e violenza nei confronti degli altri, specie quando l'altro viene percepito come "diverso" per connotazioni personali, di razza e di genere.
Gli "altri" in questo caso erano dei simpatici cani e uccellini certificati, e quindi educati a tal fine e sotto costante controllo sanitario.
I risultati? Sorprendenti!
I risultati raggiunti hanno dimostrato come, lontani dall'ottica convenzionale della divisione di ruoli e attraverso attività ludiche basate sul contatto tattile, i ragazzi riuscissero ad esprimere i propri sentimenti, a riconoscere i propri pregi e difetti, a considerare l'altro nella sua diversità e a saper leggere un linguaggio diverso dal proprio. L'acquisizione di valori quali il rispetto e la solidarietà nei confronti di soggetti deboli ha portato a un miglioramento della sfera affettivo-relazionale all'interno della classe, accrescendo la motivazione ad essere coinvolti in attività di gruppo.