La resa della realtà in fotografia

Le tecniche, i segreti, l'evoluzione

Moderatore: venticello

Messaggioda Maccaferri David » mar 27 mar 2012 19:51

Ci sara' un motivo se ancora molti professionisti vanno a pellicola........
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Messaggioda Maccaferri David » mar 27 mar 2012 20:15

Io parteggio nettamente per la qualita' fotografica di una reflex analogica, ma per questione di costi....fotografo per la maggior parte in digitale......pero' con uno scanner per negativi serio....e una discreta macchina a pellicola....si fanno vedere i sorci verdi a quasi tutte le full frame in 35mm che ci sono in circolazione....
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Messaggioda eziodellagondola2 » mar 27 mar 2012 20:34

gfalco ha scritto:
eziodellagondola2 ha scritto:In particolare vorrei sottolineare il fatto che partecipare ad un concorso è abbastanza vicino al genere di fotografia cosiddetto “pubblicitario” perché vi sono molti parametri assimilabili alla pubblicità, primo fra tutti la figura del committente, che nel nostro caso è il regolamento.


Sono pienamente d'accordo a metà... :-)



Ritengo invece che siamo d'accordo al 100 per 100; purtroppo un maledetto refuso ha falsato il mio pensiero: ho scritto "un concorso" ma dovevo e volevo scrivere "il concorso" perché intendevo riferirmi solo a quello cui stiamo partecipando; chiedo perdonanza...
per tutti gli altri concorsi, dopo discreti successi negli anni '70 allo spuntare degli '80 li ho abbandonati per i motivi che tu stesso hai così ben descritto
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Messaggioda eziodellagondola2 » mar 27 mar 2012 20:45

daniele1357 ha scritto:Hasselblad produce dei dorsi digitali capaci di 200 MPixel, reali e non interpolati come le nostre povere fotocamere consumer.
Quindi con sistemi digitali professionali si supera di gran lunga la capacità dei sistemi analogici più avanzati.
La previsione che servano decenni... mi sembra azzardata, e oltrettutto stanno nascendo tecnologie fino ad oggi impensate come quella della Lytro:
http://www.lytro.com/living-pictures/289
oltre alle fotocamere in 3d:
http://www.sony.it/hub/fotocamere-3d-cyber-shot/3/1
o semplicemente i sensori non ccd o non cmos come quelli della Sigma, i Foveon, che promettono molto molto bene,
ma poi mi piacerebbe metter mano ai dorsi che usano l'effetto Peltier per raffreddare il sensore in modo da ridurre drasticamente il rumore digitale.

quoto assentendo, io ho un sogno da superenalotto, uno scanner verticale per mettere in computer tutte le facciate sulle calli veneziane dal suolo fino a due metri...
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ecco qualche cenno sulla promessa di illustrare la bufala della cosidetta pdc

Messaggioda eziodellagondola2 » mar 27 mar 2012 21:02

Il Thu, 14 Mar 2002 01:07:14 +0100, alepen...@usa.net (ale) ha scritto:
>Ciao NG !
>Sull'iperfocale, mi documentai parecchio.
>Articoli su internet, articoli cartacei, lettura delle news su IAF, autocostruzione di tabelline con tanto di diaframmi e distanze, nonchè vari circoli di confusione....

a cui risposi:
ciao Ale;
si, si è scritto parecchio su questo argomento, io stesso ne ho trattato molte volte, accapigliandomi anche con quanti la vedono come una panacea alle difficoltà di messa a fuoco...
Non ho letto (per pigrizia) l'articolo, ma immagino che sia la solita storia del pastore (e cmq mi pare dalle vostre descrizioni che tale articolo sia sulla buona strada).
In realtà la pdc è una bufala, se non se ne conosce a fondo la teoria. C'è come molti han già sottolineato, un solo piano perfettamente a fuoco; tutto ciò che sta fuori (dietro o davanti) a questo piano, è sfuocato. Più o meno, secondo la distanza, ma cmq sempre sfuocato. Apparentemente essa dipende anche dalla lunghezza focale, ma in realtà questo dato, pur fondamentale, è nulla se non si considera il secondo parametro importante, solitamente dimenticato o semplicemente ignorato perchè "difficile". Si tratta del concetto relativo agli ingrandimenti che si voglion fare di una immagine, e questo comporta la conoscenza approfondita di un signore piuttosto scorbutico, il circolo di confusione; che in verià si chiama così perchè molti in sua presenza, si confondono da matti :lol:
Scherzi a parte, si può empiricamente capire il sottile fascino (e le intime essenze della pdc e della sua millantata "nitidezza") considerando come i provini per contatto sembrino a prima vista molto belli e nitidi. Quando però si va sotto l'ingranditore (o si proietta la dia su uno schermo dignitoso di oltre un metro di lato), ci si accorge che la nitidezza il più delle volte va a farsi benedire, riverificando in pratica che c'è una sola distanza di REALE nitidezza, quella di messa a fuoco!
Saluti profondi dal campo
eziodellagondola

riassumendo in soldoni la zona di pseudonitidezza che si allarga quanto più si restringe il diaframma non regge agli ingrandimenti più spinti
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Messaggioda pitzimba » mar 27 mar 2012 21:07

eziodellagondola2 ha scritto:Il Thu, 14 Mar 2002 01:07:14 +0100, alepen...@usa.net (ale) ha scritto:
>Ciao NG !
>Sull'iperfocale, mi documentai parecchio.
>Articoli su internet, articoli cartacei, lettura delle news su IAF, autocostruzione di tabelline con tanto di diaframmi e distanze, nonchè vari circoli di confusione....

a cui risposi:
ciao Ale;
si, si è scritto parecchio su questo argomento, io stesso ne ho trattato molte volte, accapigliandomi anche con quanti la vedono come una panacea alle difficoltà di messa a fuoco...
Non ho letto (per pigrizia) l'articolo, ma immagino che sia la solita storia del pastore (e cmq mi pare dalle vostre descrizioni che tale articolo sia sulla buona strada).
In realtà la pdc è una bufala, se non se ne conosce a fondo la teoria. C'è come molti han già sottolineato, un solo piano perfettamente a fuoco; tutto ciò che sta fuori (dietro o davanti) a questo piano, è sfuocato. Più o meno, secondo la distanza, ma cmq sempre sfuocato. Apparentemente essa dipende anche dalla lunghezza focale, ma in realtà questo dato, pur fondamentale, è nulla se non si considera il secondo parametro importante, solitamente dimenticato o semplicemente ignorato perchè "difficile". Si tratta del concetto relativo agli ingrandimenti che si voglion fare di una immagine, e questo comporta la conoscenza approfondita di un signore piuttosto scorbutico, il circolo di confusione; che in verià si chiama così perchè molti in sua presenza, si confondono da matti :lol:
Scherzi a parte, si può empiricamente capire il sottile fascino (e le intime essenze della pdc e della sua millantata "nitidezza") considerando come i provini per contatto sembrino a prima vista molto belli e nitidi. Quando però si va sotto l'ingranditore (o si proietta la dia su uno schermo dignitoso di oltre un metro di lato), ci si accorge che la nitidezza il più delle volte va a farsi benedire, riverificando in pratica che c'è una sola distanza di REALE nitidezza, quella di messa a fuoco!
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Però hai mai paragonato un ingrandimento spinto con diaframmi chiusi con quello a tutta apertura? Comunque normalmente si stampa a4 al massimo A3 e
comunque bisogna anche considerare i pixel della foto. Insomma i parametri possono essere diversi.
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Messaggioda daniele1357 » mar 27 mar 2012 21:56

eziodellagondola2 ha scritto:
riassumendo in soldoni la zona di pseudonitidezza che si allarga quanto più si restringe il diaframma non regge agli ingrandimenti più spinti
E


...tu stai dicendo che so ho una scena profonda, metto a fuoco a 20 metri un oggetto, scatto a f1.0, poi scatto ancora a f4.0, poi riscatto a F8.0, riscatto a F16.0,
poi per finire scatto a F32 ..... e la profondità di campo rimane uguale? O per meglio dire la foto sarà ugualmente leggibile?
Dai non scherziamo, l'assoluto non esiste, ma più chiudi il diaframma e maggiore sarà la zona a fuoco, magari non a fuoco perfetto ma più a fuoco.
La profondità di campo è questo, è la zona in cui la foto risulta leggibile, che non vuol dire che il fuoco sia identico in un volume, ma un volume maggiore della foto è leggibile o meno.

La pseudonitidezza non regge... è ovvio, ma la foto continua ad essere leggibile, mentre se scatti a diaframma aperto sarà assolutamente illegibile.
Quindi chiudendo il diaframma si ottiene una maggiore leggibilità dell'immagine.

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Messaggioda eziodellagondola2 » mar 27 mar 2012 23:17

gfalco ha scritto:Mi permetto di osservare che la fotografia moderna è nata sulla base della più enorme alterazione della realtà che si possa immaginare: l'assenza dei colori!
Eppure il bianco e nero ci ha regalato alcuni tra i più straordinari fotografi di tutti i tempi, che non necessariamente facevano foto "artistiche", basti pensare a Adams o a Cartier-Bresson.

ottima osservazione ti riciclo per premio un mio botta e risposta del 2003 su it arti fotografia:

PERCHE' voi, come me, usate pellicole in bianco e nero? Quale e' il
valore aggiunto per voi? Cos'e' che si puo' fare in B/N che non si
puo' fare col colore secondo voi? Insomma penso sia chiaro...


I motivi sono molti, e non tutti assumono uguale peso.
Il più forte di tutti in termini creativi è la sua attualità.
Può sembrare un paradosso, soprattutto confrontandolo con il motivo
storico, quello cioè che la fotografia è nata in B&N, e poi si è
subito diffusa in questa forma, allorchè per motivi tecni il colore
era solo una chimera.
L'attualità del B&N non è più paradossale se si pensa che la
fotografia moderna, intesa come arte e non come informazione, premia e
predilige la scelta autoriale, quindi l'interpretazione, tendendo ad
abbandonare il vecchio concetto di verità, di testimonianza del reale,
per sostituirlo con un più sottile desiderio di verosimiglianza, dove
appunto il B&N restituisce una realtà simile ma non uguale a quella
percepita dai nostri sensi, e principalmente la vista.
Altro motivo, meno pregnante sotto il profilo culturale, ma
indubbiamente qualificante sul piano operativo è che la produzione
artistica fotografica mal sopporta la pluralità di intervento
sull'opera, e quindi il fai da te, il controllo totale su ogni
passaggio produttivo dell'opera, dal progetto fino alla presentazione
finale al pubblico è ritenuto il migliore viatico per poter attribuire
all'autore, e a lui solo, i meriti del suo lavoro.
Quindi il B&N, assai più facile da gestire nelle fasi finali (stampa)
del colore (possibile anche in casa, ma troppo spesso con risultati
costosi e scadenti) vince alla grande.
Ultima modernità: il B&N ci restituisce una visione virtuale, che non
esiste, della realtà, sempre più colorata di quanto serva.
PS forse basterebbe anche una sola motivazione, indubbiamente
egocentrica ed eziocentrica: perchè a me piace di più!
Saluti senza colore ma con calore

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Messaggioda daniele1357 » mer 28 mar 2012 01:56

... ma se parti dal presupposto che bianco e nero è più semplice da gestire poi è difficile dichiarare che artisticamente è superiore.
Secondo me non c'è nulla di superiore a null'altro.
Ci sono delle persone, che possono essere amatori o professionisti o 'artisti' della fotografia e ci sono dei mezzi con cui esprimersi.
Sia che usi la mega fotocamera iper tecnologica, sia che si usi una fotocamera analogica in bianco e nero, sia se si usa una polaroid o anche una kodak di cartone qualcosa di buono e qualcosa di brutto verrà fuori.
E' la persona che ci sta dietro che decide cosa quando e come scattare, è solo la persona che usa il mezzo che determina la qualità dello scatto.
Poi, se questa persona si trova a suo agio a maneggiare una qualsiasi delle fotocamere elencate sopra, che le piaccia usare photoshop o passare le notti in camera oscura non cambia nulla.

Se invece della persona vuoi mettere al centro del discorso il mezzo fotografico non mi trovi d'accordo.

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Messaggioda venticello » mer 28 mar 2012 08:09

daniele1357 ha scritto:...

Se invece della persona vuoi mettere al centro del discorso il mezzo fotografico non mi trovi d'accordo.

daniele


E qui ci siamo. Non ho mai cavalcato le "guerre sante" tra analogico e digitale, tra Canon e Nikon... ho sempre pensato che la persona, il "manico", fosse l'elemento fondamentale, certo lo strumento ti aiuta in tante situazioni, ma se non c'è la tecnica, la fantasia e la voglia di chi fotografa si può fotografare anche con una macchina da 30000 euro i risultati saranno sempre scarsi...
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Messaggioda daniele1357 » mer 28 mar 2012 08:29

venticello ha scritto:
daniele1357 ha scritto:...

Se invece della persona vuoi mettere al centro del discorso il mezzo fotografico non mi trovi d'accordo.

daniele


E qui ci siamo. Non ho mai cavalcato le "guerre sante" tra analogico e digitale, tra Canon e Nikon... ho sempre pensato che la persona, il "manico", fosse l'elemento fondamentale, certo lo strumento ti aiuta in tante situazioni, ma se non c'è la tecnica, la fantasia e la voglia di chi fotografa si può fotografare anche con una macchina da 30000 euro i risultati saranno sempre scarsi...


:ok:

.. e se uno è innamorato delle polaroid è inutile mettergli in mano qualsiasi altra cosa... e lo stesso discorso vale per la pellicola, il bianco e nero, il digitale il 3d le VR ...

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Messaggioda venticello » mer 28 mar 2012 08:41

daniele1357 ha scritto: :ok:

.. e se uno è innamorato delle polaroid è inutile mettergli in mano qualsiasi altra cosa... e lo stesso discorso vale per la pellicola, il bianco e nero, il digitale il 3d le VR ...

daniele


Ho sempre pensato che la fotografia nasce prima dentro di te e poi nel mezzo che si usa... e c'è chi ci riesce e chi no... poi è normale che scattare con una macchina professionale aiuta molto di più che con una compatta :D
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Messaggioda pitzimba » mer 28 mar 2012 08:49

Il valore aggiunto del bianco e nero è , o almeno dovrebbe essere, che , mancando il colore ci si deve concentrare sul contenuto, sui chiaro scuri che danno un senso di drammaticità alla foto. Praticamente con il bianco e nero il fotografo deve arrivare all'essenza dell'immagine senza far valere l'apporto del colore, insomma togliere i fronzoli. Infatti chi fotografa in bianco e nero dovrebbe già avere in mente la foto, un'ombra ripresa in un momento piuttosto che in un altro fa la differenza.Normalmente infatti le foto in bianco e nero sono più essenziali, con meno elementi. Insomma la foto in b/n è più concetto che realtà.
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Messaggioda gfalco » mer 28 mar 2012 09:19

Maccaferri David ha scritto:A pellicola anche con una compattina scattavi foto da poter ingrandire a 20x30 etc etc......ora con una compattina si e no riesci a fare foto a 400 iso, che poi partono rumore, flare etc etc....


Attenzione a non confondere mele con banane... ;-)

Parlando di compatte economiche, ciò che rendeva tali quelle a pellicola era la qualità della lente, in digitale è principalmente la dimensione del sensore (non la sua risoluzione): ci sono compattine digitali da 100 euro che hanno lenti di tutto rispetto, in proporzione alle dimensioni, vedi per esempio Sony e Panasonic.
Io a suo tempo ho montato le stesse pellicole sulle mie macchine, Nikon FM2 (meccanica, manuale, automatismi 0) e la Pentax compatta (non ricordo la sigla) 35-70 totalmente automatica.... francamente, pur con tutti i miei limiti di fotografo, che sono tanti, il risultato non è nemmeno paragonabile... la resa della compatta, già a 13x18 era terribile... non parliamo delle dia....
Certo in digitale per ottenere risultati accettabili con una compatta devi scattare a sensibilità nominale e in buone condizioni di luce, ma il confronto con le analogiche, sempre parlando di fascia economica, non regge proprio... se poi saliamo di livello allora ne possiamo parlare.
A mio parere, se proprio si vuol fare un confronto, va fatto su due reflex, della stessa marca con lo stesso obiettivo... che so... una Nikon D700 e una Nikon F5 (o una F3 se preferisci il vintage) con il 50 1.4... considerando comunque che le lenti progettate per la pellicola spesso non rendono al meglio sul digitale e viceversa...
Come dicono gli inglesi: "It's complicated"
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Messaggioda gfalco » mer 28 mar 2012 09:56

pitzimba ha scritto:Il valore aggiunto del bianco e nero è , o almeno dovrebbe essere, che , mancando il colore ci si deve concentrare sul contenuto, sui chiaro scuri che danno un senso di drammaticità alla foto. Praticamente con il bianco e nero il fotografo deve arrivare all'essenza dell'immagine senza far valere l'apporto del colore, insomma togliere i fronzoli. Infatti chi fotografa in bianco e nero dovrebbe già avere in mente la foto, un'ombra ripresa in un momento piuttosto che in un altro fa la differenza.Normalmente infatti le foto in bianco e nero sono più essenziali, con meno elementi. Insomma la foto in b/n è più concetto che realtà.


Vero, verissimo... come è vero che il passaggio in camera oscura (la post-produzione... per dirla con un termine odierno) è altrettanto importante e deve già essere anch'esso nella mente del fotografo al momento dello scatto: fa parte del processo fotografico.
Ansel Adams docet... :-)

Chi si scandalizza per la post-produzione digitale dovrebbe sempre considerare questa cosa....
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