Moderatore: venticello
gfalco ha scritto:eziodellagondola2 ha scritto:In particolare vorrei sottolineare il fatto che partecipare ad un concorso è abbastanza vicino al genere di fotografia cosiddetto “pubblicitario” perché vi sono molti parametri assimilabili alla pubblicità, primo fra tutti la figura del committente, che nel nostro caso è il regolamento.
Sono pienamente d'accordo a metà...
daniele1357 ha scritto:Hasselblad produce dei dorsi digitali capaci di 200 MPixel, reali e non interpolati come le nostre povere fotocamere consumer.
Quindi con sistemi digitali professionali si supera di gran lunga la capacità dei sistemi analogici più avanzati.
La previsione che servano decenni... mi sembra azzardata, e oltrettutto stanno nascendo tecnologie fino ad oggi impensate come quella della Lytro:
http://www.lytro.com/living-pictures/289
oltre alle fotocamere in 3d:
http://www.sony.it/hub/fotocamere-3d-cyber-shot/3/1
o semplicemente i sensori non ccd o non cmos come quelli della Sigma, i Foveon, che promettono molto molto bene,
ma poi mi piacerebbe metter mano ai dorsi che usano l'effetto Peltier per raffreddare il sensore in modo da ridurre drasticamente il rumore digitale.
eziodellagondola2 ha scritto:Il Thu, 14 Mar 2002 01:07:14 +0100, alepen...@usa.net (ale) ha scritto:
>Ciao NG !
>Sull'iperfocale, mi documentai parecchio.
>Articoli su internet, articoli cartacei, lettura delle news su IAF, autocostruzione di tabelline con tanto di diaframmi e distanze, nonchè vari circoli di confusione....
a cui risposi:
ciao Ale;
si, si è scritto parecchio su questo argomento, io stesso ne ho trattato molte volte, accapigliandomi anche con quanti la vedono come una panacea alle difficoltà di messa a fuoco...
Non ho letto (per pigrizia) l'articolo, ma immagino che sia la solita storia del pastore (e cmq mi pare dalle vostre descrizioni che tale articolo sia sulla buona strada).
In realtà la pdc è una bufala, se non se ne conosce a fondo la teoria. C'è come molti han già sottolineato, un solo piano perfettamente a fuoco; tutto ciò che sta fuori (dietro o davanti) a questo piano, è sfuocato. Più o meno, secondo la distanza, ma cmq sempre sfuocato. Apparentemente essa dipende anche dalla lunghezza focale, ma in realtà questo dato, pur fondamentale, è nulla se non si considera il secondo parametro importante, solitamente dimenticato o semplicemente ignorato perchè "difficile". Si tratta del concetto relativo agli ingrandimenti che si voglion fare di una immagine, e questo comporta la conoscenza approfondita di un signore piuttosto scorbutico, il circolo di confusione; che in verià si chiama così perchè molti in sua presenza, si confondono da matti
Scherzi a parte, si può empiricamente capire il sottile fascino (e le intime essenze della pdc e della sua millantata "nitidezza") considerando come i provini per contatto sembrino a prima vista molto belli e nitidi. Quando però si va sotto l'ingranditore (o si proietta la dia su uno schermo dignitoso di oltre un metro di lato), ci si accorge che la nitidezza il più delle volte va a farsi benedire, riverificando in pratica che c'è una sola distanza di REALE nitidezza, quella di messa a fuoco!
Saluti profondi dal campo
eziodellagondola
riassumendo in soldoni la zona di pseudonitidezza che si allarga quanto più si restringe il diaframma non regge agli ingrandimenti più spinti
E
eziodellagondola2 ha scritto:
riassumendo in soldoni la zona di pseudonitidezza che si allarga quanto più si restringe il diaframma non regge agli ingrandimenti più spinti
E
gfalco ha scritto:Mi permetto di osservare che la fotografia moderna è nata sulla base della più enorme alterazione della realtà che si possa immaginare: l'assenza dei colori!
Eppure il bianco e nero ci ha regalato alcuni tra i più straordinari fotografi di tutti i tempi, che non necessariamente facevano foto "artistiche", basti pensare a Adams o a Cartier-Bresson.
daniele1357 ha scritto:...
Se invece della persona vuoi mettere al centro del discorso il mezzo fotografico non mi trovi d'accordo.
daniele
venticello ha scritto:daniele1357 ha scritto:...
Se invece della persona vuoi mettere al centro del discorso il mezzo fotografico non mi trovi d'accordo.
daniele
E qui ci siamo. Non ho mai cavalcato le "guerre sante" tra analogico e digitale, tra Canon e Nikon... ho sempre pensato che la persona, il "manico", fosse l'elemento fondamentale, certo lo strumento ti aiuta in tante situazioni, ma se non c'è la tecnica, la fantasia e la voglia di chi fotografa si può fotografare anche con una macchina da 30000 euro i risultati saranno sempre scarsi...
daniele1357 ha scritto:
.. e se uno è innamorato delle polaroid è inutile mettergli in mano qualsiasi altra cosa... e lo stesso discorso vale per la pellicola, il bianco e nero, il digitale il 3d le VR ...
daniele
Maccaferri David ha scritto:A pellicola anche con una compattina scattavi foto da poter ingrandire a 20x30 etc etc......ora con una compattina si e no riesci a fare foto a 400 iso, che poi partono rumore, flare etc etc....
pitzimba ha scritto:Il valore aggiunto del bianco e nero è , o almeno dovrebbe essere, che , mancando il colore ci si deve concentrare sul contenuto, sui chiaro scuri che danno un senso di drammaticità alla foto. Praticamente con il bianco e nero il fotografo deve arrivare all'essenza dell'immagine senza far valere l'apporto del colore, insomma togliere i fronzoli. Infatti chi fotografa in bianco e nero dovrebbe già avere in mente la foto, un'ombra ripresa in un momento piuttosto che in un altro fa la differenza.Normalmente infatti le foto in bianco e nero sono più essenziali, con meno elementi. Insomma la foto in b/n è più concetto che realtà.
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