La cerimonia si è svolta al Teatro Di Costanzo Mattiello, nell'ambito di una due giorni che attraverso la forza delle parole, delle immagini e della musica ha focalizzato l'attenzione sul dramma quotidiano di migliaia e migliaia di immigrati che ogni giorno raggiungono le coste italiane e sul nuovo clima di razzismo emerso dalle cronache di questi giorni.
Un evento che ha unito in un solo abbraccio e, nella fattispecie, in una sola "stentorea" voce a favore dell'integrazione culturale e del dialogo tra le diverse etnie, la comunità mariana - baluardo storico della pace universale tra i popoli grazie alll'opera illuminata di Bartolo Longo - e l'esperienza di "O'Scià" - la kermesse internazionale ideata nel 2003 dall'artista insieme alla sua compagna Rossella Barattolo e che ogni fine settembre raduna all'isola di Lampedusa artisti, istituzioni e ong di fama internazionale.
Nella stessa isola dove ogni giorno "sbarca" un'umanità disperata, atterrita, che nello sguardo stringe "le lacrime di una primavera che non venne mai", quelle che Baglioni leggeva negli occhi delle "Ragazze dell'est" (un suo successo del 1981).
Tutto ciò, unito al bisogno di "sentirsi un po' meritevoli di essere al mondo", parafrasando lo stesso artista, spinge chi è abituato "a regalare emozioni suonando uno strumento" ad occuparsi seriamente di tematiche così delicate, facendo da supplente a politici e istituzioni.
"La solidarietà, la convivenza pacifica- ha sottolineato l'artista - devono essere temi centrali, particolarmente in questo momento in cui la politica deve dare il meglio di sè perchè la società non dia il peggio. il monsdo sta cambiando e sembra che il secolo stia finendo in questi giorni, ma non dimentichiamo che l'umanità ha bisogno di umanità".
Parole che scuotono le coscienze e che hanno colpito dritto al cuore il pubblico, con la stessa intensità dell'arpeggio di chitarra che ha aperto "Strada facendo", pezzo d'apertura del mini concerto che Baglioni ha regalato ai pompeiani con il suggestivo sfondo del Santuario illuminato.
