Scusate, io sono quella dei "discorsi seri", per usare un eufemismo, ma fatto anche questo, giuro che poi mi cheto
Perdonate quindi anche la prolissità.
Avevo inizialmente intenzione di postarlo nel thread in cui ha avuto origine la discussione, ma poi, avendo constatato che l'argomento è stato ripreso qui, quale luogo migliore?
Allora, il punto maggiore di discussione sembra essere proprio quello sulla realtà Senior.
L’universo Senior in realtà è più variegato di quello di Star Trek.
E andrebbe analizzato a fondo, per capire quanto vi sia di omogeneo e quanto di disomogeneo in esso.
Quel che adesso traspare in superficie, o almeno a me così sembra, è che si è instaurata una specie di consorteria tra alcuni, in antitesi alla presenza/assenza di altri e all’assoluta autonomia (isolamento?) di altri ancora.
Nel riferirsi ai senior, quindi, occorrerebbe non generalizzare…ma l’ambiente è talmente impermeabile dall’esterno che è giocoforza farlo. E lo è anche in quanto il non generalizzare verrebbe interpretato come un attacco personale e verrebbe tacciato delle più basse motivazioni.
Quando ero senior, subivo come alcuni senior più “attivi” gli attacchi dei concorrenti “indisciplinati” o semplicemente restii a vedersi segnalare le foto da altri loro pari…ma faceva parte del gioco, anzi del ruolo legittimato dal regolamento, e anche se nessuno mi imponeva tale solerzia, trovavo giusto esercitarlo in questo senso.
Tanto da criticare neppur troppo velatamente chi del titolo amava solo fregiarsi - senza essere di nessun aiuto alla comunità dei partecipanti o guardandosi bene dall’esporsi a ripicche e ritorsioni – o arrivava ad abusarne, più o meno consapevolmente, per favorire se stesso o il proprio team.
Ci ho creduto talmente, che ho continuato a farlo anche da semplice utente. Ma cercando di cambiare modi e toni, perché fosse chiaro che le mie erano “semplici” segnalazioni e non una caccia alle streghe o peggio un’esercitazione di potere, tendente magari inconsapevolmente anche ad intimorire gli avversari.
Perché questo è un concorso, comunque lo si camuffi, e i partecipanti, senior compresi, sono avversari, che lo si voglia o no riconoscere. Camuffarlo da “gioco” fa comodo solo ad alcuni, a chi si sente superiore alle regole o a chi sa usarle a proprio esclusivo vantaggio.
Pian piano quindi ho visto, in alcuni, la solerzia trasformarsi in accanimento, l’autorevolezza in arroganza, l’equità in partigianeria, l’obiettività in opportunismo.
Il motivo del disagio che già provavo all’interno del gotha dei senior mi è stato allora chiaro, e sono stata autenticamente ben felice di “liberarmene”, anche se perdevo, contemporaneamente, alcuni contatti più ravvicinati a cui tenevo. E parlo di contatti umani, non di altro.
Perché non mi è mai mancato il gusto del “potere” e/o del “controllo” della situazione che invece, sono certa, ad altri sarebbe mancato o mancherebbe, se da un giorno all’altro si trovassero “retrocessi” ad utenti normali.
E’ stato inevitabile, quindi, suscitare una certa ostilità, quando ho osato criticare il comportamento di alcuni senior. Avrei potuto a quel punto metterne in discussione il ruolo, ma non l’ho fatto, non perché avrebbe forse significato scontrarsi con un punto “fisso” del Regolamento e quindi con una sorta di figure di “intoccabili”, ma semplicemente perché riconosco in ogni essere umano e in ogni umano consesso le sue debolezze, e le accetto.
Non ci sto, però, a passare per ciò che non sono. Ovvero da invidiosa, rancorosa, vendicativa, paranoica o sotto qualsiasi altra cattiva luce mi si voglia mettere.
Io non ho nulla contro i senior, nel senso di “istituto” o di “organismo”, anzi ne ho apprezzato e ne apprezzo il ruolo innovativo, e realmente di grande supporto quando è esercitato con coscienza e obiettività.
Ma “ce l’ho” con quei senior che pretendono, sempre e comunque, accondiscendenza, simpatia, identità di vedute, complicità nei loro confronti o nei confronti dei loro amici di consorteria o dei loro compagni di team, mentre si dimostrano non solo ben poco disposti a concederle agli altri, ma persino irritati se ciò non avviene, o non sempre avviene.
Come Anna, pertanto, anch’io ho deciso di tirarmene fuori.
Mi spiace moltissimo, perché è un progetto in cui avevo creduto e al quale ho “lavorato” con entusiasmo.
Ma non trovo, al momento attuale, le condizioni migliori per portarlo avanti.
Di fronte a chi “minaccia” di disertare e di far disertare dai suoi amici i contest in realtà a lui poco graditi, questa non può che essere la risposta, e la scontata conseguenza.
Qualcuno, forse, si sentirà più sollevato. Io di sicuro sì.