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Città o Comune di Caiazzo? L’uso che l’Ente locale fa ancora del nome di «Città» e del noto antichissimo stemma indurrebbe a propendere per la prima tesi, di fronte alla carenza della legge cui sarebbe toccato il compito di dare una nuova, organica disciplina alla materia araldica concernente i Comuni, le Province e gli Enti morali, come previsto dalla XIV disposizione transitoria della Costituzione Italiana.
Si tratta naturalmente di una attribuzione puramente onorifica e morale, che oggi non ha alcuna conseguenza pratica, ma che sottolinea però la funzione che sempre la Città ha conservato come entità distinta dalla campagna circostante, anche nell’epoca in cui, scomparsi i «Municipia» (Caiatia era tale) per la crisi della società antica, sopravvisse la «Civitas» come complesso urbano vivo e vitale in cui si istituì la Sede vescovile.
Città, quindi, che, quanto meno nel passato, ha convenientemente provveduto ad ogni pubblico servizio e che ascrive a suo merito personaggi, vicende ed emergenze architettoniche che, a dispetto dell’offesa e dell’indifferenza del presente, restano insigni per ricordi.
«Perantiquum oppidum» la definirono gli scrittori antichi. Ma antica di quanto? Impossibile da definire. Non sono certamente gli avanzi di mura megalitico-poligonali ad indicarne l’antichità, giacché esse stanno ad attestare solamente una fase di gran lunga più recente rispetto alla sua origine: addirittura di età romana, allorquando, all’inizio del III sec. a.C., a Caiatia fu dedotta una colonia che espletò un ruolo di concentrazione forzata delle vinte popolazioni sannitiche disseminate nei «vici» del territorio caiatino.
Sito «perantiquum», quindi, abitato in epoca preistorica, (come attesta la scoperta nel suo territorio di una tomba della cultura del «Gaudo»), certamente preromano, forse anche presannitico. Antico come il misterioso, affascinante toponimo. Affascinante come la favola antica cui si è sentito il bisogno di ricorrere per spiegarne l’origine: la ninfa Calata; figlia di Tifata, ardentemente amata da Volturno, per sfuggire all’ira del padre, venne in questo luogo e vi fondò una città.
L’opinione più accettata è che Caiatia sia stata fondata dagli Opici come territorio dotato di impianti difensivi sui punti più elevati (Monte S. Croce - Caiazzo – Monte Alifano). Ebbe una fase di influenza etrusca e fu poi conquistata dai Sanniti, nella loro fase di espansione, nel 431 a.C., svolgendo un ruolo di supporto di relazioni commerciali.
Tra il 312 e il 306 a.C., durante la seconda guerra sannitica, fu sotto il potere di Roma ed assunse l’aspetto di Città vera e propria con il suo impianto urbano. A Roma si ribellò con Capua durante la guerra sociale. Fu poi definitivamente riconquistata da Silla, diventando Municipio in epoca imperiale.
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