20 Ottobre 2009 alle 00:06

il castello nel castello

di DI MAURO GENNARO (Montesarchio, Campania. Castelli e Fortificazioni. Categoria B)

Montesarchio - il castello nel castello


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Antichissime sono le origini del comune: la città sannitica di Caudium, infatti, ricordata per le Forche Caudine, sorgeva probabilmente sul promontorio naturale dell’attuale Montesarchio. Anche i Romani si servirono di tale luogo fortificato ed il nome Monsarcis (monte fortificato) pare sia alla radice dell’attuale denominazione.
Nel VII secolo il longobardo Arcolo, vassallo del principe Fernando, qui trovò riparo ed organizzò un attacco contro l’esercito di Carlo Magno. In tale occasione il luogo venne ulteriormente fortificato con la costruzione del castello.
Il trasferimento della popolazione verso la montagna determinò la costituzione, ai lati del castello e della torre, di due borgate protette da mura: lato nuovo (normanna) e lato vetere (longobarda).
Il castello e la torre furono destinati a prigioni di stato durante il regno di Ferdinando II di Borbone: nella torre vi furono rinch iusi patrioti napoletani tra cui Pironti, Nisco e Poerio. Successivamente il centro abitato si sviluppò verso la pianura.

Dagli ultimi decenni del IV secolo, dopo che, alla conclusione delle Guerre Sannitiche (è da ricordare che, in un luogo non ancora identificato tra Calatia e Caudium ebbe luogo, nel 321 a.C., la famosa battaglia delle “Forche Caudine”), i Romani si erano oramai insediati nella zona, le tombe si impoveriscono. I bambini venivano invece sepolti entro grandi dolii. Ma, per 1′età romana, una ricca documentazione proviene da S. Martino Valle Caudina e da Rotondi, dove si sono rinvenute delle vaste necropoli.
Sempre per 1′età romana, vanno segnalate le emergenze, ancora non molto cospicue ma di grande interesse, del centro abitato. Caudium era abitata stabilmente dalla tarda età repubblicana; ed aveva contatti commerciali molto vivi soprattutto con Napoli e 1′area tirrenica, favoriti dalla via Appia, che correva
un pò più a sud del tracciato attuale. La città, cinta di mura, era situata a nord dell’Appia; era senza territorio perchè, con la sistemazione di età augustea, il territorio di Caudium era stato assegnato alla città di Benevento, onde permettere la distribuzione di terre ai veterani della guerra civile. In località Masseria Foglia (Ponteligno), nel 1924 vennero effettuati degli scavi che portarono alla luce resti di edifici, un’iscrizione che ricorda Druso, figlio dell’imperatore Tiberio, console nel 21 d.C.; ed una statua di marmo greco, acefala, che rappresenta una donna ricoperta da un peplo, copia di un originale attribuito allo scultore greco Calamide. La statua e 1′iscrizione sono conservate al Museo Nazionale di Napoli. Sempre nella stessa località, a poche centinaia di metri, negli anni 1975-77 si condusse una campagna di scavi che mise in luce un lussuoso edificio, la cui parte più significativa era costituita da un complesso termale, con pavimenti a mosaico, zoccolature di marmo e pareti decorate con intonaco dipinto. In uno di questi ambienti venne alla luce un trapezoforo di marmo greco a forma di sfinge, databile ancora al I secolo a.C. La ceramica rinvenuta nello scavo dimostra un lungo periodo di frequentazione della zona. Al periodo romano risale anche il grandioso acquedotto i cui resti, molto ben conservati, si trovano nella frazione di Cirignano. Nel territorio del vicino comune di Bonea, invece, ci sono i ruderi della ricchissima Villa di Cocceio, nominata da Orazio nella Satira I, 5.50 sgg.:”plenissima villa quae super est Caudi cauponas”.
La città romana di Caudium venne abbandonata, dopo un lungo periodo di decadenza, dal III secolo d.C., quando gli abitanti della valle abbandonarono la piana per stabilirsi sui pendii, che erano più sicuri e maggiormente protetti contro le molteplici invasioni. Ma la Valle Caudina era troppo fertile e troppo importante come cerniera tra le diverse zone, perchè rimanesse a lungo abbandonata; e pertanto, la vita riprese ben presto. Prova di ciò sono i pochi resti di ceramica altomedioevale rinvenuti sulla collina rocciosa del Castello. E’ accertato comunque che in età longobarda, per volontà del principe di Benevento Arechi II(760-787), venne fatto costruire a Montesarchio il Castello, il quale aveva probabilmente un collegamento sotterraneo con la Torre rotonda, che sembra preesistesse, anche se non è possibile dare una datazione certa sull’epoca della sua costruzione.
Anche questa parte della città presenta un impianto compatto, con strade strette, quasi sempre dotate di gradinate. L’anno successivo alla formazione della provincia di Benevento (25-10-1860), Montesarchio ne entrò a far parte. L’espansione ottocentesca, che continua fino ai primi anni del ‘900, risulta molto contenuta, ed è identificabile nella fascia urbana sviluppatasi longitudinalmente all’abitato (via Varoni, via Ferraris, via Roma).
Il completamento del tessuto urbano del centro storico si è verificato durante l’epoca fascista, qunado numerosi interventi edilizi sono stati attuati soprattutto nell’area di piazza Umberto I, ( piazza Mercato).

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