21 Ottobre 2009 alle 14:48

ombra sul castello

di DI MAURO GENNARO (Pomigliano d'Arco, Campania. Castelli e Fortificazioni. Categoria C)

Pomigliano d'Arco - ombra sul castello


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Il Palazzotto Mocerino fu edificato in una posizione marginale all’antico nucleo urbano di Pomigliano nei pressi della chiesa e del convento Carmelitano, fulcro del borgo Santa Croce. Scarse e confuse notizie non consentono di datare l’erezione dell’edificio che fù palazzo Baronale e pertanto residenza del castellano, avente funzione di governatore. Il palazzo ha partecipato vivamente alla vita sociale di Pomigliano, feudo appartenente alla regia curia, nel 1466 fù donato a Diomede Carafa, che si prodigò per la ricostruzione del castello pomiglianese distrutto da un incendio. Nel 1627 il feudo fu acquistato dagli Strambone, sotto il loro dominio molto probabilmente si diede inizio alla costruzione di un grande edificio indicato come “o’ Palazzo” situato a Piazza Mercato sulle rovine dell’antico castello, divenendo palazzo Baronale. A seguito della morte di Girolamo Strambone i beni furono devoluti nel 1750 alla corona e l’anno successivo furono acquistati dai Cattaneo, principi di S. Nicandro. Maria Cattaneo quando andò in sposa al duca Riario-Sforza portò in dote anche “’o palazzo” che verrà poi documentato come palazzo Sforza. L’antico palazzo Baronale, spogliato di ogni funzione pubblica è andato nel corso degli anni sempre maggiormente assumendo la funzione di azienda agricola.
Caratteri ambientali L’edificio, collocato in testata d’angolo tra le via Guadagni e Libertà, costituisce la quinta laterale dell’ampia piazza Municipio.
Caratteri tipologici-morfologici L’antico palazzo baronale, il Casotto Mocerino, si distribuisce con impianto planimetrico trapezoidale incentrato su un ampio androne che immette nell’ampia corte retrostante dove è collocata l’antica aia pavimentata a basoli. La sua articolata volumetria, distribuita su due livelli e sottotetto s’impone sulla piazza antistante descritta dall’antico complesso religioso dei Carmelitani. Dal piano terra che in passato era destinato alle scuderie, tramite una scala, si giunge al piano nobile marcato in mezzeria da un ampio balcone, con ringhiera retta da piastrini in piperno, che sovrasta l’androne d’ingresso. L’edificio si presenta con linee architettoniche dimesse ove l’unico elemento evocativo dell’antica funzione è la svettante torre, collocata al vertice del poligono d’impianto in posizione angolare tra piazza Municipio e via Libertà. La scarna torre a pianta circolare, con basamento dolcemente rastremato, termina con uno sobrio cornicione sorretto da mensole. L’austero prospetto, dalle bucature semplicemente modanate, si sviluppa secondo l’asse di simmetria, determinato dal disadorno arco dell’androne d’ingresso

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