5 Dicembre 2009 alle 02:01

Castello Orsini - Guglielmi 3

di lorenzangel4life (Montalto di Castro, Lazio. Castelli e Fortificazioni. Categoria B)

Montalto di Castro - Castello Orsini - Guglielmi 3


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Montalto di Castro occupa uno sperone tufaceo posto sulla riva sinistra del fiume Fiora, a breve distanza dalla costa tirrenica. Il paese, per lunghi secoli piccolo borgo agricolo posto all’estremità settentrionale della Tuscia Romana, ha conosciuto un notevole sviluppo economico e demografico negli ultimi trent’ anni. L’agricoltura ed il turismo estivo sono le sue principali risorse, ma anche il turismo culturale ha cominciato ultimamente a sviluppare le grandi potenzialità offerte dal territorio. Nei pressi di Montalto era situato Forum Aureli, una delle tante stazioni romane sulla Via Aurerlia. IL Castrum Montis Alti è citato per la prima volta in una bolla papale del IX secolo,dove viene elencato tra i possedimenti della Camera Apostolica. Per tutto il medioevo fu al centro di continui contrasti tra la Chiesa di Roma e i feudatari locali, tra cui si ricordano gli Aldobrandeschi di Santa Fiora,i Prefetti di Vico e gli Orsini, che edificarono la rocca. Dal 1537 al 1649 fece parte del Ducato di Castro, feudo creato dal papa Paolo III Farnese per il figlio Pierluigi. Con la distruzione di Castro (1649) Montalto venne reintegrato nello Stato della Chiesa, a cui appartenne fino al 1870. I primi tentativi di risanamento delle campagne, per lunghi secoli largamente paludose e afflitte dalla malaria, si ebbero a partire dal XVIII secolo ma è solo nell’ultimo dopoguerra, con la creazione dell’ Ente Maremma, che si è avuta la trasformazione decisiva e queste campagne hanno assunto l’aspetto fertile che oggi vediamo.
Da vedere nel Comune di Montalto di Castro: L’abitato è dominato dal Castello Guglielmi, il cui nucleo più antico è costituito dall’imponente torre quadrangolare con basamento a scarpa. Costruito probabilmente nel XV secolo dagli Orsini, come ricordato dalla lapide posta sulla torre, il castello subì in seguito numerose ristrutturazioni. Alla fine del XVIII secolo venne rialzato di un piano e nel secolo scorso vennero aggiunte la loggia e la merlatura attuale. Da una porta ricavata nel tratto settentrionale delle mura si accede alla piazza Felice Guglielmi su cui prospetta la facciata neoclassica di S. Croce. Sul lato opposto all’entrata attuale, un antico portale a sesto acuto, poggiante su capitelli decorati, suggerisce l’antico orientamento dell’edificio. L’interno è a navata unica e al di sopra dell’altare, custodito entro una teca in vetro, si conserva un pregevole dipinto, raffigurante la Madonna con il bambino, detto ” La Madonna della Vittoria “.
Percorrendo via Soldatelli si giunge davanti alla bella facciata settecentesca della parrocchiale di S. Maria Assunta. L’edificio mostra sopra il portale di travertino lo stemma di papa Pio VI Braschi che ne promosse il completo rifacimento nel 1783. L’interno, a unica navata, è decorato con interessanti dipinti della fine del XVIII secolo. In una teca, sulla destra, sono conservate le reliquie di Quirino e Candido, santi patroni di Montalto.
In Piazza Giacomo Matteotti si trova il Palazzo del Comune di Montalto di Castro. La struttura, sorta in origine ai limiti dell’area urbana come convento francescano, venne successivamente trasformata in fortezza dai Farnese e inglobata nella cinta muraria. Fuori dal centro storico, in prossimità della Via Aurelia, si incontrano le settecentesche fontane delle Tre Cannelle e del Mascherone,entrambe con lunghe epigrafi sormontate dallo stemma del Comune di Montalto di Castro. Lungo la strada per Marina di Montalto di Castro si può notare,sulla sinistra, la chiesa diS. Sisto, costruita dai frati Agostiniani forse nel XIII secolo e in seguito trasformata prima in lazzaretto e quindi in ospedale. La chiesa e l’annesso convento ospiteranno prossimamente il Museo-Centro di Documentazione sull’area archeologica di Vulci.
Marina di Montalto di Castro è una attrezzata località turistica situata a due chilometri da Montalto. Marina di Montalto si è sviluppata a partire dagli anni Cinquanta. Le ampie spiagge sabbiose, le vaste pinete e le funzionali strutture ricettive fanno di questo centro un luogo ideale per la villeggiatura. Nei pressi della foce del Fiora si trovano un massiccio edificio che fungeva, probabilmente, da magazzino del grano e una torre a pianta quadrata, recentemente restaurata, costruita forse nel XV secolo. Più a sud, in località Punta delle Murelle, affiorano a breve distanza dalla riva le antiche strutture del porto Regisvilla.
Il centro storico e i dintorni di Montalto di Castro: Piccole piazze, vicoli con tanto di archi, tratti di mura di cinta, lo stesso assetto urbanistico del centro storico evidenziano con particolare suggestione i tratti tipicamente medioevali.
L’abitato del Comune di Montalto di Castro è dominato dal castello Guglielmi, il cui nucleo più antico è costituito dall’imponente torre quadrangolare con basamento a scarpa. Costruito probabilmente nel XV secolo dagli Orsini, come ricordato dalla lapide posta sulla torre, il castello subì in seguito numerose ristrutturazioni. Alla fine del XVIII secolo venne rialzato di un piano e nel secolo scorso vennero aggiunte la loggia e la merlatura attuale.
Percorrendo via Vulci si giunge a una porta ricavata nel tratto settentrionale delle mura; da qui si accede alla piazza Felice Guglielmi, su cui prospetta la facciata neoclassica di Santa Croce. Sul lato opposto all’entrata attuale, un antico portale a sesto acuto, poggiante su capitelli decorati, suggerisce l’antico orientamento dell’edificio. L’interno è a navata unica e al di sopra dell’altare, custodito entro una teca in vetro, si conserva un pregevole dipinto, raffigurante la Madonna con il bambino, detto “La Madonna della Vittoria”. Percorrendo via Soldatelli si giunge davanti alla bella facciata settecentesca della parrocchiale di Santa Maria Assunta.
L’edificio mostra sopra il portale di travertino lo stemma di papa Pio VI Braschi che ne promosse il completo rifacimento nel 1783. L’interno, a unica navata, è decorato con interessanti dipinti della fine del XVIII secolo. In una teca, sulla destra, sono conservate le reliquie dei santi Quirino e Candido, patroni di Montalto.
In piazza Giacomo Matteotti si trova il Palazzo del Comune di Montalto di Castro. La struttura, sorta in origine ai limiti dell’area urbana come convento francescano, venne successivamente trasformata in fortezza dai Farnese e inglobata nella cinta muraria.
Fuori del centro storico del Comune di Montalto di Castro in prossimità della via Aurelia, si incontrano le settecentesche fontane delle Tre Cannelle e del Mascherone, entrambe con lunghe epigrafi sormontate dallo stemma del Comune. Lungo la strada per Marina di Montalto si può notare, sulla sinistra, la chiesa di San Sisto, costruita dai frati Agostiniani forse nel XIII secolo, e in seguito trasformata prima in lazzaretto e quindi in ospedale.
Percorrendo l’Aurelia, dopo aver superato la frazione di Pescia Romana, arriviamo al Palazzo del Chiarone, l’ex dogana pontificia. Munito di circa 90 stanze, con tanto di appartamento papale, stalle e prigione, risulta oggi completamente abbandonato. Nei dintorni del centro abitato è possibile ammirare i settecenteschi Archi di Pontecchio.
Infine, nei pressi del Castello dell’Abbadia (Vulci) è conservato il Casale dell’Osteria, pregevole esempio di architettura colonica risalente al tempo della riforma fondiaria.

http://www.infoviterbo.it/montalto_di_castro/montalto_di_castro.htm

Per alcuni eruditi il castrum Montis Alti fu fondato nel V-VI secolo d.C. dai profughi della città costiera Gravisca, distrutta dai pirati. Altri raccontano che il castello fu fondato nell’VIII secolo da Desiderio, Re dei Longobardi. Entrambe le ipotesi non sono supportate da documenti. Montalto esce dalla leggenda ed entra nella storia solo nell’852 d.C.: in una bolla di papa Leone IV diretta al vescovo di Tuscania, compare, per la prima volta, il nome Montis Alti[1].

Tra i secoli XI e XII Montalto subì gravi distruzioni. La più nota è quella del 1109 quando papa Pasquale II, per sconfiggere Stefano dei Corsi, fece distruggere, dalle milizie normanne, Castrum Montis Alti in cui si era arroccato. Durante l’Età Medievale nacque e si sviluppò uno scalo portuale: situato nella foce del fiume Fiora, costituì un approdo importantissimo per le rotte tirreniche, specie per l’imbarcazione dei grani[2]. Il centro storico raggiunge la sua massima espansione urbanistica: nel Trecento, infatti, ospita più di mille uomini. Per questi motivi diventa un territorio ambito: oltre al Papa se lo contendono il Comune di Roma, gli Orsini, i Prefetti di Vico. Le continue battaglie di quest’epoca, la Cattività Avignonese e la difficile congiuntura economica mettono in grave crisi il paese che scende da mille a 250 uomini[3].

La difficile condizione migliorerà, in parte, nel 1421 quando papa Martino V, interessato a mantenere nella zona un centro abitato per sorvegliare la Dogana dei Pascoli, scrisse una bolla per favorire il ripopolamento nella zona. Da questo momento il territorio di Montalto si lega indissolubilmente al sistema agro-pastorale, alla transumanza e al lavoro stagionale. La malaria e le dure condizioni di vita degli abitanti renderanno costante il pericolo di spopolamento. Saranno le continue migrazioni dagli Appennini e dalla Corsica a scongiurare questa possibilità.

Per volontà di papa Paolo III, il 22 dicembre 1535 il paese di Montalto e il suo territorio viene concesso in feudo a Pier Luigi Farnese, suo figlio. Dopo qualche anno si costituisce il Ducato di Castro. Montalto vive una breve fase fiorente. Nel Seicento, invece, avviene un rapido declino. Il colpo finale è dato dalle tremende guerre contro Castro: nel 1649, la Città, viene rasa al suolo e il suo territorio torna a far parte dello Stato Pontificio. Le condizioni socio-economiche di Montalto però non ne giovano, anzi. Su tutto il territorio, dato in affitto ad un appaltatore generale, domina la pastorizia e la coltivazione estensiva del grano. I primi anni del Settecento sono ricordati come gli anni terribili di Montalto. Nel 1709 la popolazione raggiunge il suo minimo storico: centottantadue abitanti[4]. Il Governo pontificio si accorge della miserevole condizione di questa popolazione e si accinge ad una serie di importanti investimenti: il ponte sul fiume Fiora, sotto il quale passa anche l’acquedotto per la Fontana del Mascherone e la costruzione un nuovo ospedale nel monastero San Sisto.

Il Comune di Montalto di Castro inizia, verso la metà del secolo XVIII, la lotta contro gli appaltatori in difesa degli Usi civici. Le liti legali intentate in questi anni sono numerosissime e conducono il Comune ad un indebitamento cronico. Sarà nuovamente un papa a tentare di risollevare la popolazione di Montalto: Pio VI. Nel 1778, con un Motu Proprio, annulla i debiti, abolisce dazi e gabelle, pone i proventi del Comune sotto l’Amministrazione della Camera Apostolica, aumenta i diritti di uso civico, stimolando la coltivazione delle terre e il ripopolamento. Questa serie di riforme generò dei risultati positivi, pur non modificando le strutture di base e i problemi endemici di quella società: malaria, povertà, epidemie. La popolazione nel 1783 arriva alla soglia della seicento unità, nasce una borghesia agricola, viene avviata una vasta opera edilizia: costruzione della chiesa di S. Maria Assunta e della nuova fontana delle Tre Cannelle, innalzamento di un piano del Castello Orsini e costruzione di nuove abitazione sia nel centro che fuori per rispondere all’aumento demografico. L’economia subisce un’ulteriore impennata con il passaggio dal sistema di affitto a quello di enfiteusi voluto dal tesoriere Fabrizio Ruffo. È di questi anni la nascita del agglomerato urbano oggi denominato Pescia Romana. Passata in enfiteusi allo spagnolo Consalvo Adorno, diventa un’azienda agricola moderna. Nel 1795, per volontà dell’Adorno, sorge un grande casale al centro della tenuta Campo Pescia, il palazzo oggi chiamato Borgo Vecchio.

Tra il 1798 e il 1814 tutto il territorio della Chiesa subisce numerosissimi passaggi di truppe e due lunghe invasioni: quelle dell’esercito francese. Al ritorno del Papa, nel 1815, ritroviamo una Montalto spopolata e debole. Inizia così un secolo che vedrà nei continui attacchi agli usi civici, nella definitiva privatizzazione delle terre demaniali e nel perdurare dei vecchi sistemi di sfruttamento, la nascita delle grandi proprietà e la proletarizzazione dei suoi abitanti. I primi anni del Novecento devono essere ricordati, oltre che per il tributo di sangue versato dai montaltesi nella Grande Guerra, soprattutto per le Invasioni delle terre. Un movimento che, parzialmente interrotto durante il Ventennio e ripreso al termine della Seconda Guerra Mondiale, vedrà nella Riforma Agraria, con l’esproprio delle terre ai grandi proprietari e la lottizzazione, un suo parziale compimento.

http://it.wikipedia.org/wiki/Montalto_di_Castro

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