21 Dicembre 2009 alle 00:19

Castello nel blu

di lorenzangel4life (Sermoneta, Lazio. Castelli e Fortificazioni. Categoria B)

Sermoneta - Castello nel blu


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Il castello Caetani di Sermoneta venne costruito per volere della famiglia degli Annibaldi, agli inizi del 1200. Il maniero nacque più come fortezza militare, in un punto strategico del territorio tra Roma e Napoli, che come residenza nobiliare: le pareti esterne sono spesse oltre tre metri e tutta la struttura è protetta da una cinta muraria che poggia sulla roccia viva. La struttura domina Sermoneta, è perfettamente integrata con il nucleo abitato, e visto il suo perfetto stato di conservazione è visitabile con percorsi guidati.

La famiglia Annibaldi cedette nel 1297 i territori di Sermoneta, Bassiano e San Donato al nipote di papa Bonifacio VIII, Pietro Caetani, per la somma di 140 mila fiorini d’oro. Si trattò comunque di una fortuna per l’intera zona, per Sermoneta, e soprattutto per il castello.

I Caetani infatti non risparmiarono nulla per rendere la Rocca degli Annibaldi una vera e propria fortezza militare, con nuovi edifici e ben cinque cerchie di mura, che, grazie a un sistema di ponti levatoi, garantivano la possibilità di isolare la torre in caso di attacco.

Sotto Onorato III Caetani , nella metà del ‘400, Sermoneta conobbe il momento di maggior splendore: Onorato era un uomo attivo, energico, un vero e proprio comandante nato, come dimostrò partecipando alla battaglia di Lepanto.

Segnale importante del pericolo per la famiglia Caetani fu l’agguato di cui si ritrovò vittima lo stesso Onorato, ordito forse dai temibili Borgia. Non appena Alessandro VI (di Borgia) fu eletto papa, nel 1499, scomunicò immediatamente i Caetani e confiscò tutti i loro feudi, affidandoli a sua figlia Lucrezia… (la famigerata Lucrezia Borgia, figlia del papa Alessandro VI).

Il Castello tornò di nuovo ai suoi proprietari, verso la fine del XIX secolo, con Gelasio Caetani, a cui sono dovuti gli imponenti lavori di restauro dell’antica dimora di famiglia.

Il nucleo principale del castello è composto dal maschio (o mastio) che ospitava le stanze da letto del signore e che fungeva da ultimo rifugio di sicurezza in caso d’invasione nemica. La struttura del maschio era completamente indipendente dal resto del castello ed era collegata alle strutture adiacenti solo da due ponti levatoi in legno che potevano essere sollevati all’occorrenza. Il personale e la servitù si sarebbero rifugiati al suo interno qualora tutto il complesso fosse caduto in mani nemiche.

Nei pressi del maschio sorge la seconda torre, molto più piccola, detta maschietto. All’esterno delle due torri c’è la grande piazza d’armi. Alcuni edifici del castello vennero in parte demoliti dai Caetani, che realizzarono la sala dei Baroni (modificata dai Borgia nel XV secolo) e le sale dette Camere pinte (ristrutturate alla fine degli anni Novanta). Quest’ultimo complesso è composto da tre stanze per gli ospiti, di cui due sono affrescate da un autore sconosciuto che viene fatto risalire alla scuola del Pinturicchio con immagini che rappresentano figure mitologiche e le virtù teologali. Nel 1400 venne realizzata la Casa del Cardinale Valentino Borgia: questo edificio ospita la Madonna con il Bambino e i santi Pietro, Stefano e Giovannino dipinto nel 1541 da Girolamo Siciolante e che originariamente si trovava esposto nell’abbazia di Valvisciolo.

I Borgia, che esproprianono il castello ai Caetani grazie all’intervento di Papa Alessandro VI (che scomunicò addirittura la famiglia originaria di Gaeta), completarono il maniero con altre opere di fortificazione che comprendevano anche la realizzazione della Cittadella.

Nel 1452 il castello ospitò Federico II, poi nel 1536 fu la volta di Carlo V, quindi Lucrezia Borgia che dimorò a Sermoneta per alcuni periodi sotto il pontificato di papa Alessandro VI Borgia. Altri ospiti dimorarono nel castello Caetani, come i papi Gregorio XIII e Sisto V, e di altre illustri personalità: di loro ci sono tracce in una stanza del complesso che ospitava le iscrizioni (ancora oggi conservate su un muro) di tutti i visitatori di un certo livello. La fortezza venne attaccata molte volte nel corso dei secoli. Nella seconda guerra mondiale, durante la battaglia di Anzio del 1944 il castello è stato abitato ancora dai Caetani e dai loro coloni fuggiti dalla pianura pontina.

Oltre alle visite guidate, gestite dalla Fondazione Roffredo Caetani, il castello è sede di prestigiosi incontri culturali e viene abitato per lunghi periodi dell’anno da artisti e studiosi. In primavera la struttura è abitata dai restauratori del centro internazionale di studi per la conservazione e il restauro dei Beni Culturali che tutelano in prevalenza le sale dette Camere pinte, la facciata dell’edificio della Vecchia cucina. In estate è il momento del Festival pontino di musica (appuntamento fortemente voluto da Lelia Caetani, ultima erede della dinastia, e da suo marito Hubert Howard che lo istituirono nel 1963 in memoria di Roffredo Caetani) e degli appuntamenti organizzati dal Campus internazionale di Musica. Vengono anche organzzati incontri e convegni dedicati all’architettura, alla sociologia e all’urbanistica.

All’interno del Maschio, la torre principale del castello, è ancora perfettamente conservato il letto a baldacchino originale del signore. Sui muri di una delle sale del castello venivano ospitate le firme dei cittadini illustri in visita e su una di queste pareti è ancora perfettamente conservato un pentagramma, inciso, del musicista compositore Roffredo Caetani. La sala del Cardinale ospita la Madonna con il Bambino e i santi Pietro, Stefano e Giovannino dipinto nel 1541 da Girolamo Siciolante, detto Il Sermoneta. Nelle stalle del castello sono state girate alcune scene del film Non ci resta che piangere.

Si narra che nella fortezza aleggi ancora oggi lo spirito di un bambino, morto violentemente nel sotterraneo del castello, alcuni pensano che si tratti del principino ritratto in un quadro presente nella sala del Cardinale e di cui non si conosce l’identità.

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