21 Dicembre 2009 alle 18:33

Un “Forte” caldo!

di lorenzangel4life (Nettuno, Lazio. Castelli e Fortificazioni. Categoria C)

Nettuno - Un "Forte" caldo!


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Le origini di Nettuno sono accomunate a quelle della gloriosa Antium, odierna Anzio e Nettuno, città popolata dagli antichi Volsci. È assai probabile che i Volsci abbiano occupato questa regione tra il IX e l’VIII secolo a.C. L’Antium volsca occupava gran parte del territorio di Nettuno: nella parte più alta della riviera nettunese, oggi Villa Borghese, sorgeva l’acropoli. C’era anche un porto, con funzioni anche di foro per il mercato e di deposito dei viveri, chiamato Cenone (c’era anche un quartiere chiamato cenone che ere il più antico della città ed attualmente corrisponde al borgo di Nettuno), sito nell’attuale Borgo Medievale. Nell’anno 285, il console Numicio marciò contro Antium, attaccando, con il suo esercito, il porto, ed incendiando case. Presso l’attuale Nettuno, fu rinvenuta un’iscrizione marmorea, risalente, forse, al II secolo dopo Cristo, nella quale si accenna all’esistenza di un tempio di Apollo, di una sorgente di acqua, di un foro per il mercato di erbe e di bestiame, di depositi di grano e di vestigia del porto di Nettuno. Del resto l’esistenza in Nettuno, di un grandioso tempio al dio del mare fa supporre che vi fosse pure un porto. Anche Nerone fece erigere un piccolo tempio al dio Nettuno sul ripiano che dominava il suo splendido porto in Antium.
Tito Livio scrive che il pretore romano Caio Lucrezio, nel 583, si fece costruire una villa, nei pressi del fiume Loracina, oggi Loricina, che scorre a levante del borgo. Il questore di Antium Lucio Verazio Afro, abitava, invece, nell’antica zona chiamata San Biagio, poco distante dall’attuale centralissima Piazza Mazzini.
L’antica strada che univa Roma ad Antium, via Romana, sbocca tra le vecchie mura dell’attuale Nettuno. Antium aveva molti templi, molti dei quali erano situati in varie località dell’attuale Nettuno: il tempio della dea Fortuna sorgeva quasi certamente nell’area della Chiesa di San Francesco; il tempio di Ercole, nei pressi dell’attuale Forte Sangallo, dove nel 1863 fu rinvenuta una statua di questo dio, mancante della gamba che pochi anni prima era stata trovata più a ponente; il grandioso tempio del dio Nettuno si levava nell’area ora occupata dal castello medioevale. Essendo destinata allo svago e al riposo dei nobili romani, Antium si estese ad occidente e ad oriente fino ad Astura, su tutto il territorio ora occupato dalle due cittadine di Nettuno e di Anzio.
L’Antium romana era già quasi tutta in rovina meno di dieci anni dopo la morte di Nerone, avvenuta il 9 giugno dell’anno 68. All’inizio del VI secolo, la città di Antium, come tante altre, fu saccheggiata e distrutta dai Goti, che scorrazzavano per il Lazio e per il litorale romano seminando distruzione e morte. Fu così il quartiere di Nettuno a continuare la storia dell’antica Antium. Antium, prima volsca, poi romana: il porto di Antium venne abbandonato, e tutti i sopravissuti si spostarono in un piccolo gruppo di case intorno al Tempio del Dio Nettuno, che dopo poco tempo sarebbe diventato l’attuale Borgo medioevale di Nettuno. Il nome di Antium (italianizzato Anzio) riaffiorò dall’oblio solo nel 1827 con la nascita del Comune di Nettuno e del Porto d’Anzio. Nel 1857 papa Pio IX istituì il Comune di Anzio, cedendogli circa 1/3 di Nettuno. Anche se non è corretto affermare che Antium riaffiorò dall’oblio con la nascità del Comune di Anzio, in quanto l’unica cosa che Anzio ha in comune più di Nettuno con Antium è solo il nome; difatti come affermato prima fu Nettuno a continuare la storia di Antium (infatti secondo gli storici l’attuale Borgo di Nettuno era il quartiere più antico di Antium chiamato Cenone come il porto vicino è lui e fu l’unico quartiere sopravvissuto di Antium), ed Anzio è nata solo nel 1857, dal punto di vista storico e di reperti l’attuale Nettuno possiede la maggior parte dell’antico territorio di Antium;dunque Nettuno è la discendente diretta dell’antica Antium.

Nel Medioevo Nettuno era il quartiere sopèravvisuto dell’antica Antium,ridotta dagli invasori ad una piccola borgata oggi il Borgo Di Nettuno.Infatti secondo gli storici il borgo di Nettuno era il quartiere cenone, il più antico di Antium, con lo stesso nome del porto vicino, molti ritrovamenti di iscrizioni marmoree recitano ” Neptunum olim Antium” ovvero “Nettuno una volta Antium”oppure Neptuno in Antium ecc.Infatti i sopravvissuti non fecero altro che cambiare il nome della città da Antium a Nettuno in onore del Dio del Mare.I Nettunesi hanno sempre saputo ed hanno sempre avuto la consapevolezza di non essere nient’altro che Antium con un altro nome,infatti Nettuno è meta di immigrazione quindi di molti popoli diversi ma i veri Nettunesi più o meno 20.000 ci tengono ad essere chiamati Nettunesi Antiatis ovvero Nettunesi Anziati,mentre ad Anzio, potendola definire come parte nuova di Nettuno non c’è alcuna discendenza con gli antichi abitanti di Antium. Furono i conti Tuscolo i feudatari di Nettuno, prima, i monaci di Grottaferrata ed i Frangipane, poi. Nel IX secolo, il paese subì l’occupazione da parte dei Saraceni, arrivati con centotrenta navi, tredicimila uomini, cinquecento cavalli: gli abitanti scapparono verso i monti, nelle foreste, e le truppe di papa Benedetto VIII, decimarono i Saraceni, salvando donne e bambini, che formarono il nuovo nucleo di Nettuno. Le nettunesi per praticità o per civetteria adottarono subito il vestito saraceno corto al ginocchio (alla saracena), accaparrandosi la fama di donne dalle cosce come colonne. Il Papa scaccia i Tuscolo, fortifica un castello, fortificato con torri e bastioni, l’attuale borgo medievale. Nel 1427 Antonio Colonna divenne signore di Nettuno e di Astura, grazie a papa Martino V, dopo la morte di Rinaldo Orsini, viceré degli Abruzzi. In questo periodo a Nettuno vennero costruite molte ville medioevali come villa Borghese o Bell’Aspetto, Villa Albani(oggi nel Territorio comunale di Anzio); in questo periodo è stata costruita anche la Fortezza San Gallo e Torre Astura.

Nel XVI secolo Nettuno non era altro che un piccolo centro abitato, circondato di mura e di torri. Al suo centro sorgeva la chiesa Collegiata di San Giovanni, poco più avanti del castello c’era la fortezza, fatta costruire proprio all’inizio del secolo, tra 1501 e 1503, dal papa Alessandro VI Borgia, per difendere lo Stato Pontificio dagli assalti di predoni, corsari, pirati arabi e africani. Di fronte alla fortezza c’era il convento di San Francesco. E poi una vasta campagna di circa 70 chilometri quadrati.

Poche centinaia i residenti. Molti altri migravano a Nettuno, dall’Abruzzo e dal napoletano per la coltivazione del grano, la raccolta dell’uva, il taglio della legna, la produzione del carbone e la pesca. C’era una discreta economia, tale da assicurare ai suoi feudatari rendite ragguardevoli: grano, vino, orzo, legna e carbone, minerali, pelli conciate, lana, che venivano imbarcati dal porto di Astura, per andare verso Napoli o Pisa. Le vicende del feudo di Nettuno durante il XVI secolo riflettono da vicino quelle dello Stato Pontificio: per la sua vicinanza a Roma; per la sua collocazione geografica e per le postazioni difensive poste a guardia sul mare; per la sua appartenenza alla potente famiglia dei Colonna durante quasi tutti i cento anni di questo secolo.
Nel 1501 subentrano i Borgia, con papa Alessandro VI, dopo che quest’ultimo confiscò il feudo ai Colonna per la loro amicizia con i francesi. I Borgia in quell’anno affidano ad Antonio da Sangallo la costruzione della fortezza, ma i Colonna se ne riappropriano nel 1503, anno della morte del papa. e grazie all’ascesa al soglio pontificio di Giulio II Della Rovere, alleato dei Colonna. Giulio II Della Rovere, d’intesa con i Colonna, ordinò di esplorare il territorio nettunese, asportando immensi tesori d’arte, quali la statua di Apollo, ora nel Museo Vaticano; il gladiatore combattente che portava scolpito il nome dello scultore Agasia; il Dositheo da Efeso, che si trova nel museo del Louvre, a Parigi; il gladiatore moribondo, ora al museo capitolino; Nettuno, si trova al museo Laterano; Cibale, nella villa Panphilj al Gianicolo, ed altre opere d’arte pregevolissime. Nel 1535 nasce Marcantonio Colonna, che nel 1571, al comando della flotta pontificia, sconfigge i Turchi nella battaglia di Lepanto. Secondo la tradizione, nel 1550 approda alla foce del fiume Loracina la statua di legno della Madonna col Bambino, la Madonna delle Grazie, che veniva trasportata dall’Inghilterra a Napoli, per sottrarla alle persecuzioni di Enrico VIII contro i cattolici, in seguito allo Scisma anglicano. Nel 1575 papa Gregorio XII, in occasione del Giubileo, notati gli sguardi dei pellegrini alle vesti saracene delle ragazze di Nettuno, ordinò loro d’indossare delle vesti più lunghe: la Camera Apostolica pagò di suo pugno le modifiche alle vesti delle nettunesi, e le minacciò per fargliele indossare. Nel 1584 la vedova di Marcantonio Colonna, Felicia Orsini vende il feudo a papa Clemente VIII Aldobrandini.
Nel 1594 Marcantonio Colonna III vendette Nettuno, Astura e tutte le terre, alla Camera Apostolica per quattrocentomila scudi. Papa Clemente VIII informò i nettunesi di questo acquisto tramite una lettera, nella quale promise anche di disboscare e ridurre a cultura tutto il territorio. Nel biennio 1625/26 lo Stato Pontificio restaurò il borgo e ricostruì il baluardo S. Rocco. Nel 1656 l’epidemia della peste decimò più di mille nettunesi. Viene istituito il Monte Frumentario, per la distribuzione del grano, per i più poveri. Nel 1661, il vescovo di Albano Laziale dà il via alla tradizione della solenne processione della Madonna delle Grazie, inizialmente la prima domenica di maggio (ora è il sabato). Tra il 1697 e il 1700 il pontefice Innocenzo XII fa costruire il nuovo Porto di Anzio, abbandonando quello che restava del Porto Neroniano. Nel 1700 il Papa acquista dal principe Giovanni Pamphilj tutta la valle intorno al nuovo porto, allo scopo di consentire ai nettunesi di costruirvi le loro abitazioni ed agevolarli nei loro commerci marittimi. Ma alla fine dopo l’inaugurazione del porto, i beneficiari ovvero i nettunesi, furono esclusi dalle attività marittime. Nel 1857 per astii interni gli abitanti della zona dietro il porto d’Anzio si vollero dividere da Nettuno così il Papa cedette loro un terzo del vecchio territorio di Nettuno: questa è la data formale della nascita di Anzio

Un problema molto grave per Nettuno e la pianura pontina era l’endemia malarica. Pertanto nel 1918 a Nettuno fu fondata la Scuola di malariologia, diretta da Bartolomeo Gosio, per il perfezionamento dei medici e degli infermieri e la preparazione del personale ausiliario nella lotta contro la malaria[1].

Nel 1900 arrivò nelle strade del centro cittadino la corrente elettrica, che solo negli anni successivi andrà via via estendendosi anche alle zone periferiche del paese.

Un incendio nella chiesa di san Rocco distrusse il trono della statua di Nostra Signora delle Grazie e lo stesso anno venne benedetta la prima pietra per il nuovo santuario. Venne costruito l’attuale Palazzo del Municipio, sito in via San Rocco, ora viale Matteotti. Ma allora si trovava in aperta campagna. Nel 1901 il ministro dell’Interno Giovanni Giolitti concesse al comune di Nettuno l’uso della bandiera: un telo quadrato di seta celeste e verdemare, con l’asta blu, sormontata dal dio Nettuno. Il 6 luglio 1902 morì nell’Ospedale Fatebenefratelli la piccola Maria Goretti, colpita a morte il giorno prima da Alessandro Serenelli, nella masseria di Conca. Nell’estate-autunno del 1903, Gabriele D’Annunzio fu ospite dei Borghese nella villa di Bell’Aspetto. La città si stava sviluppando verso levante, con la ricostruzione del Santuario a San Rocco ed il Municipio, poiché verso ponente c’erano l’immensa Villa Borghese ed Anzio. Il 15 luglio 1904 morì fra Orsenigo, e l’ospedale Fatebenefratelli entrò in un periodo di crisi: il Sanatorium finì con il cessare delle attività, sopravvisse però come Casa della Salute. Padre Benedetto Menni, fondatore delle Suore Ospedaliere del Sacro Cuore, continuò l’attività di accoglienza. Nel 1921 l’ospedale fu venduto al Vaticano. Da allora si chiamò Casa della Divina Provvidenza e della sua gestione si occupò il Comitato Romano di Previdenza e Assistenza Sanitaria, che lo affidò alle suore del Piccolo Cottolengo. Il 2 giugno 1943 papa Pio XII deciderà di ripristinare l’ospedale, ma ciò non avvenne in realtà. In Piazza San Francesco venne istituito un pronto soccorso, proprio dove oggi si trova il poliambulatorio Barberini. La Divina Provvidenza, verrà poi abbandonata dal Vaticano e acquistata dal Comune di Nettuno nel 1975/76, per alloggiarvi scuole, uffici sanitari e associazioni locali. Nel 1910 entrò in funzione una linea di tram elettrici, che collegava Anzio e Nettuno, e la costa si andava popolando di villini eleganti, con vista sul mare e le pinete alle spalle. Nel 1939 sarà sostituita dalla filovia.
Nel 1914 i nettunesi inaugurarono il nuovo Santuario di Nostra Signora delle Grazie, riedificato dai Padri Passionisti. Cuore della cittadina era ancora il borgo, intessuto di palazzi signorili e di case semplici, intreccio di vicoli e piazzette, tutto intorno alla Chiesa Collegiata, dedicata ai Santi Giovanni Battista ed Evangelista. A un lato della Collegiata c’era l’Oratorio del Carmine, all’altro la chiesa del SS. Sacramento, di fronte il palazzo baronale già Colonna, ora proprietà Borghese. Da una parte del borgo il bel palazzo dei Segneri, dall’altra parte il maestoso palazzo Pamphilj-Doria, anch’esso di proprietà Borghese, con gli affreschi di Pier Francesco Mola, nelle sale e specialmente nel salone delle feste. II 20 luglio 1925, nel Forte Sangallo, Mussolini firmò con i ministri della Jugoslavia, la convenzione di Nettuno, una serie di accordi economici e giuridici che interessavano specialmente le condizioni degli italiani in Dalmazia e le relazioni fra Zara e il retroterra dalmata. Dal 1901 al 1931 la popolazione di Nettuno passò da 4.707 a oltre 9.000 abitanti. Molti erano i nettunesi che vivevano nelle frazioni: Poligono, Armellino, Tre Cancelli, Valmontorio, Conca e Ferriere. Nel 1931 Conca e Ferriere furono trasferite nella nuova provincia di Littoria, ora Latina. Tra il 1939 ed il 1945, durante la guerra, Anzio e Nettuno vennero riunite sotto lo stesso nome e comune: Nettunia. Nel tratto di spiaggia a levante del paese dove ora sorge un poligono di tiro delle Forze Armate, il 22 gennaio del 1944 mezzi da sbarco anglo-americani diedero vita a quello che viene ricordato come lo Sbarco di Anzio(Operazione Shingle). A ricordo dell’accaduto venne edificato un monumento commemorativo all’interno del bosco di Foglino nei pressi dell’entrata prospiciente appunto il sopracitato poligono.

Il Presidente della Repubblica (1999-2006) Carlo Azeglio Ciampi, il 24 febbraio 2003 ha proclamato Nettuno città. Oggi, è una città in via di espansione: il numero dei suoi abitanti cresce di anno in anno, anche per via degli esosi costi delle case della vicina capitale. Il consiglio comunale presieduto da Vittorio Marzoli è stato sciolto per infiltrazioni mafiose, dal governo Berlusconi il 28 novembre 2005 e messo nelle mani dei tre commissari, Mario Licciardello, Renata Castrucci e Maurizio Alicandro. Nell’aprile 2008, è stato eletto un nuovo sindaco del PD, il giovane Alessio Chiavetta. Attualmente la città sta affrontando una triste crisi economica, essendo indebitata di parecchi milioni di euro: a soffrirne sono i cittadini ed i turisti, che si imbattono quotidianamente in strade malridotte, sporcizia e assenza di decoro urbano, e servizi ridotti all’osso. Con la nascita del nuovo consiglio comunale, la città sta lentamente risorgendo: grazie ad un progetto a costo zero per le casse del comune, è stata avviata la raccolta differenziata, anche con la raccolta porta a porta nel centro storico. Per poter continuare a crescere la città avrà bisogno degli aiuti economici di regione, stato e dell’Unione Europea, e del continuo aiuto dei cittadini e dei privati, coinvolgendoli soprattutto nel decoro urbano.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale venne stanziato per i caduti americani, nella periferia di Nettuno, un vasto parco in cui i soldati periti durante le operazioni vennero sepolti in corrispondenza delle caratteristiche croci bianche (senza lapidi) e delle Stelle di David. Riposano 7862 caduti. Al fondo del parco vi è un monumento e uno spazio suddiviso in due parti: la zona ovest in cui vi sono i nomi dei caduti e la zona est in cui viene mostrato l’arrivo degli alleati in Italia. Sono giunti a commemorare i loro caduti, due presidenti degli Stati Uniti d’America, George H. W. Bush, nel 1989, in occasione del Memorial Day, e Bill Clinton, nel 1994, per il 50°anniversario dello sbarco.

http://it.wikipedia.org/wiki/Nettuno_(Italia)

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