2 Gennaio 2010 alle 19:12

Montecelio

di lorenzangel4life (Guidonia Montecelio, Lazio. Panorami. Categoria C)

Guidonia Montecelio - Montecelio


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La prima rocca di Guidonia Montecelio venne realizzata alla fine del X secolo dalla famiglia Crescenzi nell’alto dell’abitato, sui resti di antiche mura ciclopiche e di strutture d’epoca romana. Per la sua posizione strategica, a metà tra Roma e l’Abruzzo, il borgo venne duramente conteso tra nobili famiglie romane, quali i Capocci, gli Anguillara e gli Orsini. Nel 1445 il paese entrò sotto il controllo dello Stato Pontificio e venne poi affidato a numerosi cardinali governatori, tra i quali si ricordano il cardinale d’Estouteville e il cardinale G.B. Orsini, fino a quando nel 1550 venne venduto ai Cesi, divenuti marchesi di Montecelio. La rocca doveva già esistere alla metà dell’anno Mille se da alcuni documenti veniamo a conoscenza che nel 1047 fu distrutta da un incendio. Poco dopo venne restaurata e vi venne ospitato nel 1145 papa Eugenio III in fuga da Roma che cercò rifugio nella rocca con la sua corte. Altre trasformazioni avvennero nei secoli XIII e XIV. Si tratta di un ampio recinto di forma ellittica che si adatta alle curve di livello del terreno, che come si è già detto era fortificato da un tardo giro di mura alle quali si sovrappose alla fine del XV secolo un nuovo perimetro di rinforzo, eseguito per opera del cardinale Giovanni Battista Orsini. Notevole era la torre pentagonale a sorvegliare l’ingresso al fortilizio. L’ingresso alla rocca avveniva per mezzo di una lunga rampa che passava attraverso tre diverse porte prima di giungere all’interno del recinto. Questo risulta ampio, realizzato grazie a terrazzamenti del terreno, con i resti di alcune cisterne e le rovine del castello. Nel versante meridionale prende posto un corpo di fabbrica costruito a ridosso di un primitivo oratorio poi divenuto cappella del castello, cui si affiancò il Maschio del castello, accessibile attraverso una rampa retrattile dall’interno. In questo corpo di fabbrica doveva essere la cosiddetta camera del papa, così chiamata dalla visita di papa Eugenio III. Da affreschi conservati a palazzo Cesi a Roma che raffigurano la rocca prima dell’abbandono, si vedono coronamenti a merlature guelfe, oggi del tutto scomparse. La rocca venne abbandonata probabilmente già ai primi del Seicento e dalle cronache veniamo a conoscenza che nel 1740 e nel 1798 i resti del palazzo castellare crollarono. Parte delle strutture castellari vennero inoltre volutamente abbattute alla fine del XVIII secolo per costruire grosse cisterne per il fabbisogno idrico del paese.

http://www.castellidelazio.com/castellodiguidonia.htm

Accreditata presso molti studiosi è la tesi che identifica Montecelio con Corniculum, città latina dell’epoca di Tarquinio Prisco. Alcuni storici (T. Livio, Dionisio D’Alicarnasso, Plinio il Giovane, Ovidio.) hanno identificato Corniculum come la patria di Servio Tullio, IV Re di Roma.
“……un tale di regia prosapia (Tullio ne era il suo nome), si congiunse , in Cornicolo città dei Latini, con Ocrisia, una donzella bellissima in fra tutte e castissima. Ma quando Cornicolo soggiacque ai Romani, Tullio vi moriva combattento;ed Ocrisia, all’ora gravida, prenderla per se Tarquinio (Prisco) come scelta preda, e davola in dono alla sua moglie, la quale risaputa ogni cosa di lei, la rendé tra non poco libera, amandola poscia ed onorandola sempre più che tutte. Di questa Ocrisia, serva ancora, nacque un fanciullo ed essa, madre fatta, educasselo e lo chiamò Tullio dal nome proprio della stirpe e del padre, e Servio in memoria dei servili giorni suoi nei quali lo partorì……”
Così ne parlò Dionisio D’Alicarnasso.

Gli stessi nomi, quello latino di Corniculum e quello medievale di Monticelli, si riferiscono alla conformazione delle alture sulle quali sorge il paese: “monticelli…..piccoli monti….. piccoli corni”.
Numerosi reperti attestano l’esistenza di un villaggio fortificato sul colle più alto dei due sui quali si articola il paese, villaggio delimitato e difeso da una poderosa cinta muraria, databile attorno al VI sec. a.C., i cui resti furono inglobati poi nella Rocca medievale, costruita dai Crescenzi di Sabina attorno all’anno 1000, periodo
al quale risalgono i primi documenti ufficiali che fanno riferimento ad un “Castrum Montiscellorum”.

Il piccolo borgo, formato probabilmente da un solo anello di case, circondava ad una certa distanza la rocca, costituita dall’abitazione del signore e da una cinta muraria. Nel sec. XII, in seguito ad una divisione tra due rami della famiglia, viene creato sull’altra altura il “Castrum Montis Albani” che scomparirà nel sec. XV ed il cui territorio sarà allora riassorbito in quello di Monticelli.
Monticelli, per la posizione della sua Rocca su una vetta imprendibile e alla sua collocazione strategica a presidio di Roma dalla parte dell’Abbruzzo acquista una notevole importanza tanto che nel 1145 ospita il papa Eugenio III in aperto contrasto con il popolo romano; nel 1241 ospita l’imperatore Federico II in lotta contro papa Gregorio IX. Nel 1445, Monticelli viene conquistato dall’esercito pontificio diventando presidio della chiesa. Con il Cinquecento, allontanandosi dalla regione i pericoli di guerra, Monticelli vede diminuire la sua importanza strategica.
Nel 1550 viene venduto ai Cesi i quali lasciano nel paese una notevole impronta architettonica con l’edificazione del palazzo (ora chiamato “palazzo del principe”) in piazza S. Giovanni tra il 1619 e il 1624 e l’erezione dell’arco di S. Maria nel 1677. Nel 1668 i Cesi vendono ai Borghese e Monticelli diventa uno dei feudi di questa famiglia, percependo i diritti più vari, di natura sia feudale che patrimoniale. Dopo il 1809, soppresso l’ordine feudale, Monticelli si libera degli obblighi legati al feudo e durante l’ottocento anche le proprietà dei Borghese vengono cedute progressivamente agli abitanti.
In previsione dell’intervento nella Prima Guerra Mondiale, nella pianura a sud di Montecelio, nel 1915, ebbero inizio i lavori per la realizzazione di un aeroporto.
L’Aeroporto sorse con il nome di “Campo di Aviazione di Montecelio” e fu dedicato alla memoria del Tenente Colonnello Pilota Alfredo Barbieri, Comandante del Battaglione Squadriglia Aviatori.
Tra il 1916 e l’autunno del 1918 ‘il campo di volo’ di Montecelio fu sede di una delle principali scuole di addestramento per piloti che vennero impegnati durante il primo conflitto mondiale. Durante il periodo fascista l’Aeroporto Barbieri diventò il luogo di incontro di piloti, tecnici ed ingegneri che poterono così scambiarsi una notevole serie di informazioni ed esperienze che contribuirono allo sviluppo degli studi aeronautici e resero famoso nel mondo il nome di Montecelio.
Aeroporto primi anni ‘920
Nel 1924 si costruì la prima galleria aerodinamica e cominciò a funzionare una Sala Prova Motori, un’Officina di Precisione, un Magazzino Materiale degli Studi e delle Esperienze. Venne creato l’Istituto psicofisiologico che serviva per gli studi e le prove in depressione necessarie per le ricerche sulla respirazione e sul comportamento degli aviatori ad alta quota. Nel 1928 venne costituito con sede a Montecelio, il primo Centro Sperimentale Aeronautico. Con l’aumentare delle attività (e quindi di personale), si rese necessario la costruzione di edifici ad uso civile con alloggi, una scuola e un ufficio postale creando così i presupposti per la nascita della città di Guidonia.
Il 21/10/1937 con Reggio Decreto Legge fu costituito il Comune di Guidonia Montecelio che in questi ultimi anni ha visto un notevole incremento demografico: circa 75.000 abitanti residenti, suddivisi in nove circoscrizioni.
Montecelio fa parte della IV Circoscrizione con circa 3650 abitanti ed è il Centro storico del Comune.

http://www.montecelio.it/Cenni_storici.htm

Il castrum di Montecelio viene ricordato già in una bolla papale dell’832, come facente parte dei beni del monastero di Subiaco. Nell’XI secolo vi viene rinchiuso l’Abate Pietro di Subiaco per contrasti con i feudatari del luogo, i Crescenzi, che ne detennero il dominio fino all’inizio del XIII secolo. Nel 1047 la Rocca subì una grave distruzione da parte delle truppe di Enrico III. Nel 1240 Montecelio viene occupato dal cardinale Giovanni Colonna, in conflitto con papa Gregorio IX. Nel 1330 il luogo è nominato in un’epistola di Giovanni XXIII come feudo di Giovanni Capocci. Nel 1392 Bonifacio IX lo concesse al monastero di San Paolo fuori le mura, ma sotto il pontificato di Eugenio IV venne indebitamente occupato e fu solo grazie all’intervento armato del cardinale Vitelleschi che passò, nel 1438, a Giovanni Orsini conte di Tagliacozzo, insieme al vicino Monte Albano. Dal 1445 tornò a far parte del Patrimonio Sancti Petri e nel 1492 Alessandro VI lo diede a Giovanni Battista Orsini che lo tenne fino al 1508, anno in cui Giulio II lo concesse in feudo perpetuo al nipote Nicolò della Rovere. Da questa famiglia nel 1550 fu venduto al cardinale Federico Cesi e i Cesi lo mantennero fino a quando, nel 1678, lo cedettero a loro volta ai Borghese. Questa casata ne fu proprietaria, ma in minima parte, fino al 1809.

La Rocca sorge in posizione dominante su una delle cime dei Monti Cornicolani, sfruttando resti di mura ciclopiche che costituiscono le fondamenta dei muri perimetrali. Fin da epoca romana vi esisteva, infatti, un’acropoli con tempio classico corinzio, di cui rimangono considerevoli resti, risalente al I-II secolo d.C.; tale tempio fu inglobato nella prima costruzione della Rocca e modificato nel corso della successiva fase costruttiva quattrocentesca. La prima costruzione è infatti riconducibile alla fine del X secolo, momento particolarmente delicato in cui si assiste al cosiddetto incastellamento, ovvero allo spopolamento delle campagne a seguito delle invasioni barbariche e saracene. I proprietari dei luoghi fortificati venivano investiti dal papa di larghi poteri feudali e così anche i Crescenzi, cui si deve la fondazione del castrum Montiscellorum, fortificazione consistente in un maschio centrale circondato da una cinta muraria e per cui si utilizzò il materiale antico trovato sul posto, secondo una tecnica costruttiva tipicamente medioevale. Monticelli venne così a costituire un importante presidio di Roma sulla strada dell’Abruzzo e perciò fu più volte conteso con le armi. Dopo l’incendio causato dall’esercito di Enrico III del 1047 e le invasioni normanne che seguirono, la Rocca fu riedificata e fornita di una torre pentagonale con funzione di contrafforte; un secolo dopo l’antico tempietto romano venne adibito ad Oratorio del Castello con l’aggiunta di un’abside semicircolare. Nel 1145 essa era una residenza in grado di ospitare Eugenio III e la sua corte, scampati ai tumulti della Repubblica romana. Da tale circostanza una delle sale del castello fu chiamata “sala del papa” e vi si trovavano splendidi dipinti, purtroppo persi nel crollo che l’ambiente subì nella prima metà del secolo XVIII. I lavori di sistemazione della Rocca testimoniano anche un accrescimento della popolazione, che cercava protezione presso il signore del Castello, il quale in cambio poteva esercitare i suoi poteri feudali. In seguito fu costruita un’altra cerchia di mura intorno al primo muraglione e un nuovo Oratorio e nell’ultimo restauro subito dall’edificio ad opera prima di Sisto IV e poi del cardinale Giovanni Battista Orsini, furono costruiti la merlatura e i torricelli e venne aggiunta ad ovest un’alta parete di rinforzo del maschio. A questo periodo risale l’adeguamento del fortilizio a residenza baronale vera e propria con la decorazione delle sale interne destinate al castellano, il rinnovamento dell’Oratorio, che presentava affrescate sulle pareti figure di santi e di apostoli. La torre centrale, a due piani, doveva essere adibita a carcere; nel 1553 essa subì la devastazione degli spagnoli per ordine di Giulio II. Il Picchetti, nel XVII secolo, descrive la Rocca ancora in piena efficienza e ancora intatta; infatti, essa appare in un affresco di Palazzo Cesi a Roma, risalente allo stesso periodo. Federico III Cesi nel 1631 la trovò in cattivo stato ma ancora restaurabile, tanto che a più riprese chiese alla Comunità di fornire i materiali necessari al restauro. Nel 1740 crollò la cosiddetta “sala del papa” e nel 1770 la Rocca venne affittata come magazzino; infine, nel 1798 venne spianato al centro ciò che restava in piedi dell’antica costruzione e furono ricavate due cisterne per la raccolta dell’acqua piovana. Gli interventi successivi sul complesso edilizio riguardarono solo ristrutturazioni idrauliche. Recentemente sono state consolidate le strutture rimaste, sostanzialmente la sola cinta muraria.

http://www.romaepiu.it/index.php/Torri-Rocche-e…/Rocca-Orsini-di-Montecelio-Guidonia-Montecelio.html

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2 commenti a “Montecelio”

  1. Fusani Fulvio scrive:

    Una bella foto.

  2. lorenzangel4life scrive:

    grazie… :)

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