Risultato voto a scrutinio: 9.14 (Scrutinio: 1956°; Totale: 11653°)
Turni (n.Voti/n.Sfide): 1° = 7/16 (44%-P= 39%); 2° = 7/18 (39%-P= 35%); 3° = no; 4° = no;
Risultato Ripescaggio: 10.24 (Posizione: 1185°)
Turni (n.Voti/n.Sfide): 1° = 18/38 (47%-P= 43%); 2° = 15/38 (39%-P= 36%); 3° = no; 4° = no;
Castello di residenza della Famiglia Crespi industriali cotonieri lombardi che a fine Ottocento realizzò un moderno “Villaggio ideale del lavoro” accanto al proprio opificio tessile, lungo la riva bergamasca del fiume Adda. Ai lavoratori venivano messi a disposizione una casa con orto e giardino e tutti i servizi necessari.
In questo piccolo mondo perfetto il padrone “regnava” dal suo castello e provvedeva come un padre a tutti i bisogni dei dipendenti: dentro e fuori la fabbrica e “dalla culla alla tomba”, anticipando le tutele dello Stato stesso. Nel Villaggio potevano abitare solo coloro che lavoravano nell’opificio, e la vita di tutti i singoli e della comunità intera “ruotava attorno alla fabbrica stessa”, ai suoi ritmi e alle sue esigenze.
L’Unesco ha accolto Crespi d’Adda nella Lista del Patrimonio Mondiale Protetto in quanto “Esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa”.
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