17 Gennaio 2010 alle 22:57

mi fido di te

di graziam (Garzeno, Lombardia. Panorami. Categoria A)

Garzeno - mi fido di te


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Turni (n.Voti/n.Sfide): 1° = 5/16 (31%); 2° = 9/17 (53%); 3° = no; 4° = no;

verso il rifugio sant’jorio:
dalla Bocchetta di Germasino
Con la statale 340 seguiamo il lago di Como fino a Dongo dove imbocchiamo verso ovest la provinciale n. 5 che sale a Stazzona, Germasino e Garzeno.
Arrivati a Garzeno, al primo tornante destrorso, ignoriamo la deviazione che porta a Brenzeglio (vedi il primo itinerario).
Ad un successivo tornante sinistrorso, prendiamo invece la deviazione per S. Anna e la Bocchetta di Germasino.
La strada, tra boschi di castagni, sale con vari tornanti lungo le pendici del Monte Cortafon; supera la chiesetta di S. Anna ed il vicino posto di ristoro e perviene alla Bocchetta di Germasino (m. 1239).
Continua poi lungo il versante nord del monte, dapprima ancora asfaltata e poi sterrata.
Durante il periodo invernale, l’esposizione a nord del percorso, dalla bocchetta fino al rifugio Il Giovo, fa si che la strada sia ghiacciata o innevata.
Dobbiamo pertanto parcheggiare la macchina e incamminarci consapevoli che raggiungeremo il rifugio San Jorio solo dopo una dozzina di chilometri di cammino.
Nella bella stagione invece, fino al rifugio Il Giovo, la strada è percorribile anche in auto, meglio se con un fuoristrada in quanto il fondo stradale non è in perfette condizioni.

I primi ottocento metri circa, dopo la bocchetta, sono ancora asfaltati. Continuiamo poi su fondo sterrato procedendo quasi in piano e a mezza costa nel bosco.
Ignoriamo una stradina a sinistra che conduce all’Alpe Brunedo e dopo km 3.3 di cammino arriviamo ad un bivio.
Alcuni cartelli indicano che andando a destra, dopo duecento metri in leggera discesa, si arriva al rifugio Mottafoiada (m. 1316), mentre continuando diritto potremo raggiungere i rifugi Il Giovo, San Jorio e Sommafiume.

La sterrata comincia a salire leggermente e poco dopo vediamo sulla destra, sotto di noi, il rifugio Mottafoiada.
Continuiamo poi con alcuni tornanti, ma sempre con poca pendenza, uscendo dal bosco e risalendo il versante nord del Motto di Paraone (m. 1809).
Superiamo un ruscelletto che scende da sinistra e passa sotto la strada.
Poi, prima e dopo un tornante, passiamo per due volte sotto i cavi dell’alta tensione.
Superato un altro piccolo rivolo d’acqua che passa sotto la strada, raggiungiamo una fontana (m. 1595) a monte della quale sulla destra è situata una baita.
Per tracce di sentiero possiamo salire a destra, raggiungere la baita e poi continuare in salita verso destra fino a un casello dell’acquedotto dove torniamo ad immetterci sulla sterrata.
Avremo così accorciato un poco il cammino tagliando il tornante. Naturalmente in alternativa possiamo seguire la strada facendo un giro più ampio.

A destra, sull’altro lato della vallata vediamo una malga, un’altra invece è situata nel fondovalle.
Guardando in fondo, in alto a destra, cominciamo a vedere la sagoma del rifugio San Jorio nei pressi dell’omonimo passo.
Un tratto quasi in piano conduce sull’ampia insellatura del Motto di Paraone tra le due valli di San Jorio e Dongana ove è situato il rifugio Il Giovo (m. 1714).
Se siete arrivati fin qui in auto ora dovete parcheggiare, il traffico infatti non è ulteriormente consentito.
Continuiamo poi come descritto nel primo itinerario fino al rifugio San Jorio.

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