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Labro è un Comune di 360 Abitanti della Provincia di Rieti.
Il Castello di Labro fa parte di quel gruppo di insediamenti fortificati fondati per iniziativa signorile tra X e XI secolo sulle pendici sud-ovest delle montagne della catena dei monti Reatini, dominati dal terminillo. Merito della fondazione fu della consorteria dei Nobili che derivarono il nome dal loro castrum. E’ probabile che la consorteria avesse legami di sangue con i conti di Rieti ed i loro consanguinei, i conti dei Marsi, grandi incastellatori dell’area appenninica occidentale, se non discenderne in modo più o meno diretto. La potente famiglia dei Labro, quali siano state le sue origini, controllò incontrastata per molti secoli una densa nebulosa di castelli dislocati lungo la fascia che, partendo dai monti Reatini e attravesati i monti Sabini, si affacciava fin nella valle del Tevere ai margini delle aree di influenza delle città di Rieti, di spoleto, di Narni e di Terni. Labro dominava l’importante via di fondovalle che collegava il Leonessano alla conca Ternana attraverso un paesaggio di particolare suggestione caratterizzato dai monti Reatini a nord-est e dal lago di Piediluco ad ovest. Alla metà del XII secolo, al momento della massima espansione dei normanni verso settentrione, per trovare protezioni potenti, i Labro donarono a S.Giovanni in Laterano la quarta parte di Labro, di Moggio, di Morro, di Apoleggia e di altri insediamenti fortificati minori oggi scomparsi, donazione che dette poi vita, pochi decenni dopo, ad una lunga controversia tra Berardo di Labro ed il capitolo della basilica romana, che vide, infine, i nobili tornare nel pieno possesso dei castelli oggetto della contestazione. Labro fu poi inglobato nel tardo Duecento nel contado reatino, quando i signori furono costretti dal comune cittadino all’inurbamento, prima di essere ceduto ai Vitelleschi nel Cinquecento. L’attuale impianto risale nelle sue linee essenziali alla metà del Quattrocento, quando il castello, ritenuto troppo ampio e difficilmente difendibile, fu raso al suolo e le case, una quarantina, ricostruite addossate le une alle altre, con una popolazione grosso modo corrispondente a circa 200 persone. Più tardi i Vitelleschi trasformarono la dimora quattrocentesca dei nobili di Labro in un palazzo baronale, più volte rimaneggiato e restaurato.
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2 commenti a “Il Maniero di Labro”
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Bella composizione!!!
Grazie val g