30 Gennaio 2010 alle 20:56

Un fantasma nel blu

di Mizar (Craco, Basilicata. Panorami. Categoria A)

Craco - Un fantasma nel blu


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Le prime tracce delle origini di Craco sono alcune tombe, fatte risalire all’VIII secolo a.C. Come altri centri viciniori, è probabile che abbia offerto riparo ai coloni greci di Metaponto, quando questi si sono trasferiti in territorio collinare, forse per sfuggire alla malaria che imperversava nella pianura. Craco fu successivamente insediamento bizantino. Nel secolo X secolo monaci italo-bizantini iniziarono a sviluppare l’agricoltura della zona, favorendo l’aggregamento urbano nella regione.

La prima testimonianza del nome della città è del 1060, quando il territorio fu sottoposto all’autorità dell’ arcivescovo Arnaldo di Tricarico, che chiamò il territorio Graculum, ovvero piccolo campo arato.
Erberto, di probabile origine normanna, ne fu il primo feudatario tra il 1154-1168. Di questa epoca è la struttura del borgo antico, in cui le case sono arroccate intorno al torrione quadrato che domina il centro. Nel 1276 Craco divenne sede di una Universitas. Durante il regno di Federico II, Craco fu importante centro strategico militare. Il torrione infatti domina la valle dei due fiumi che scorrono paralleli, il Cavone e l’Agri, via privilegiata per chi tentava di penetrare l’interno. La torre di Craco, insieme ad altre fortificazioni ed avamposti della zona, come la Petrolla, di rimpetto a Craco, erano barriera di protezione per città al tempo ricche quali Pandosia e Lagaria, entrambe al di là dell’Agri, entrambe prospicienti la feconda Siritide. Nel XV secolo, la città si espanse intorno ai quattro palazzi:Nel 1799 Innocenzo De Cesare, studente a Napoli, rientrò a Craco, e capeggiò il movimento della “borghesia rurale”, movimento rivoluzionario della Repubblica partenopea che si proponeva con sommosse e tumulti in tutta la regione di rompere i rapporti feudatari che caratterizzavano l’agricoltura del tempo. A Craco, la rivolta fu sedata nel sangue, a Palazzo Carbone.A causa di una frana di vaste proporzioni, nel 1963 Craco fu evacuata e l’abitato trasferito a valle, in località Craco Peschiera. Allora il centro contava oltre 2000 abitanti. La frana che ha obbligato la popolazione ad abbandonare le proprie case sembra essere stata provocata da lavori di infrastrutturazione, fogne e reti idriche, a servizio dell’abitato.Ad onta di questo esodo forzato, Craco è rimasta intatta, trasformandosi in una specie di paese fantasma, caso raro nel suo genere. È possibile percorrerne le strade, affacciarsi all’interno delle case lasciate tal quali, sia le abitazioni povere della civiltà contadina e pastorale sia quelle più ricche, gentilizie e patrizie.

Assieme a Matera, Craco ha fatto da scenario naturale a tutti i più grandi film girati in Basilicata

Fonte: wikipedia

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2 commenti a “Un fantasma nel blu”

  1. darmen59 scrive:

    MOlto bella la foto e il paese, complitanti!!

  2. Mizar scrive:

    Grazietanti! ;)

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