11 Febbraio 2010 alle 17:50

è proprio tempo di diluvio a Melfi !!!

di Diana Cocco (Melfi, Basilicata. Panorami. Categoria C)

Melfi - è proprio tempo di diluvio a Melfi  !!!


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A poca distanza dal Monte Vulture sorge su una collina che si affaccia sulla valle dell’Ofanto MELFI. Il centro storico è racchiuso nell’originaria cinta muraria normanna con le 6 porte (l’unica rimastaci è porta Venosina) riedificata in età aragonese. Del primo campanile della Cattedrale di Melfi, costruita nei primi anni del secolo XI, non rimane più nulla. Una nuova costruzione fu eretta nell’anno 1153 per volere di Ruggero II di cui rimane soltanto il campanile impreziosito da finestre bifore, che mostra in pietra lavica due leoni, simbolo della potenza normanna e l’impianto di base della costruzione. La chiesa fu distrutta dal terremoto del 1694 e ricostruita in stile barocco nel XVIII secolo con i fondi personali del vescovo Spinelli. In essa si trova l’affresco bizantino della “Madonna con Bambino e Arcangeli”, che rimanda all’iconografia della chiesa rupestre “Madonna della Croce” di Matera.
Il castello di Melfi di forma poligonale, con otto torri e fossato difensivo, è il risultato di interventi che si sono susseguiti nell’arco dei secoli. Il nucleo più antico, corpo di fabbrica centrale, è composto da quattro torri angolari che racchiudono un perimetro quadrato, voluto dai cavalieri normanni all’inizio del XII secolo. In esso si tennero ben cinque Concili papali e nell’anno 1089 fu bandita la prima crociata in Terra Santa. Nel secolo successivo il castello fu ampliato, per volere di Federico II, e divenne forziere del regno, prigione ed un importante centro di studi, in cui Pier delle Vigne e Riccardo da Capua redassero nel 1231 le “Costitutiones Augustales”, il più antico testo di leggi scritte del medioevo, un’opera di primaria importanza per la storia del diritto. In seguito, con gli angioini, i caracciolo di Napoli e con i Doria che tennero il castello dal 1531 al 1952, anno in cui fu donato allo Stato Italiano affinché fosse istituito il Museo Archeologico Nazionale del Melfese intitolato a Massimo Pallottino, un noto archeologo italiano si ebbero altri ampliamenti. Al primo piano del castello sono esposte ceramiche daunie a decorazione geometriche, armature in bronzo di capi guerrieri sepolti con il carro da parata e ornamenti preziosi in ambra ed oro.
Nella torre dell’orologio si conserva il Sarcofago in marmo ritrovato a Rapolla databile al II secolo d.C. Sul coperchio è rappresentata una nobildonna defunta, mentre sulle lastre del sarcofago dei ed eroi romani, sono racchiusi in nicchie con colonne tortili e capitelli, a testimoniare l’appartenenza della defunta ad un’importante famiglia aristocratica.

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