12 Febbraio 2010 alle 11:23

Il Castello Lagopesole domina la valle di Vitalba

di Diana Cocco (Avigliano, Basilicata. Castelli e Fortificazioni. Categoria B)

Avigliano - Il Castello Lagopesole domina la valle di Vitalba


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In una frazione di Avigliano, Comune in provincia di Potenza, sorge il Castello di Lagopesole, comunemente detto Lagopesole. Il toponimo deriva da “lacus pensilis” a ricordo di un lago dell’era quaternaria presente nella valle sottostante e formatosi in seguito alle eruzioni del vulcano vulture che deviarono il corso dell’Ofanto. Il lago era ben visibile in età medievale ma oggi è completamente prosciugato. Il castello eretto su un’altura in posizione panoramica domina la valle di Vitalba. In origine, la fortezza, che gravitava nel sistema di controllo del territorio regolato dalla città castello di Acerenza, era un catepano bizantino. In seguito, nel secolo XI sui resti del vecchio castello bizantino i normanni costruirono l’attuale fortezza, una costruzione rettangolare, con possenti torri quadrate e due cortili interni a difesa di un territorio il cui centro politico era Melfi.
Nel 1242 l’imperatore Federico II ordinò nel castello di Lagopesole i lavori di costruzione del donjon nel cortile più piccolo e il ripristino di una sala al pian terreno adiacente all’originaria porta d’ingresso.
Per la costruzione della torre fu aperta ai suoi piedi una buca profondissima utilizzata come discarica di rifiuti nel periodo angioino. In essa si gettarono avanzi di pasti e rifiuti architettonici di vario tipo. I materiali (frammenti di piastrelle in maiolica , oggetti da mensa in ceramica, monete bizantine e denari d’argento, la testa scolpita in marmo di un leone nell’atto di azzannare la sua preda, che doveva far parte di un sarcofago di grandi dimensioni databile alla fine del III sec. d.C., uno dei tanti reperti di scultura classica collezionati dall’imperatore Federico II) rinvenuti in seguito ai recenti scavi archeologici, sono esposti nel piccolo museo allestito nella sala al piano terra del cortile maggiore.
Al castello si accede attraverso una grande porta con caditoia difesa da due possenti torri laterali. Di fronte all’ingresso, nel cortile maggiore, si apre la cappella ricavata in una delle torri. Dal portale a sesto acuto, impreziosito da un motivo a zig zag, si accede all’unica navata absidata in cui si conserva l’affresco del crociato in preghiera. La parete sinistra della cappella ha due grosse mensole in pietra scolpita che sostenevano una tribuna lignea dalla quale l’imperatore assisteva alle funzioni religiose. Al primo piano “il salone dell’imperatore” decorato da una serie di mensole una diversa dall’altra di notevole pregio artistico, “il salone della regina” e quello degli “armigeri”.
Al centro del cortile piccolo si erge il “mastio”, un torrione quadrato con un’unica porta d’ingresso in pietra calcarea posta a circa 4 m di altezza, e poggiante su due mensole scolpite a figure umane. La torre ha un solo ambiente con una volta a crociera a costoloni.

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