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Il castello si presenta sotto un apparente aspetto severo e turrito, ma di medioevale conserva solo il ricordo e l’impostazione planimetrica; quasi tutto il resto è frutto di ricostruzioni barocche che ne hanno fatto un palazzo di campagna in forma di «revival» castellano con un procedimento nient’affatto inconsueto nell’area lombarda.Le origini sono abbastanza documentate e si riferiscono a possessi feudali di nobili germanici che si susseguono dal 705 all’842 quando le terre di Cislago vennero donate al monastero di Sant’Ambrogio in Milano per tornare di nuovo in possesso a feudatari tedeschi.
Nel XII secolo e XIII il castello, di importanza strategica eccezionale perché posto su una delle vie tra Milano e Castelseprio, fu dei Della Torre e poi dei Visconti.
Un documento, datato 11 luglio 1391 ricorda che il signore di Milano concede ad Antonio de Vicecomitibus del fu Giovannolo erede del fu Vercellino, milite, dietro sua supplica, l’assoluzione da ogni bando e condanna e lo reintegra nel possesso di tutti i suoi beni tra cui il castello e i beni di Somma, il castello di Cislago ed altri possedimenti sparsi tra Laveno, Oreno, Carnate, Vimercate ed altre località.
All’estinzione del casato Visconteo con la morte di Filippo Maria nell’agosto del 1447 a Milano, subentra il governo della Repubblica Ambrosiana che fu di breve durata.
Nel 1450 la Repubblica di Milano è stroncata. Con Francesco Sforza prima e con Lodovico il Moro poi, il ducato gode di una certa tranquillità e floridezza economica.
Anche il castello di Cislago, in epoca sforzesca, è ancora una roccaforte ambita.
Il 7 maggio 1451 da Milano, Francesco Sforza, di propria mano, invia ordini a Tomasino Sfranzoti de Cistelago, castellano, con obbligo di giuramento e di estrema osservanza.
Il documento si esprime in questi termini: “Tu, Tomasino, all’insegna della fedeltà e per obbedienza verso di me, devi custodire la detta rocca che non consegnerai ad uomo che sia, senza il mio contrassegno e senza che sia da me sottoscritto comprovato; devi poi giorno e notte mantenere una guardia sempre in vigilanza; devi quindi rimanere ad ogni costo all’interno della rocca e mai la lascerai sguarnita e i fanti ammessi siano di fiducia”.
L’esistenza a carattere militare del castello di Cislago ha termine con la distruzione pressoché totale, per opera delle truppe svizzere di Matteo Schiner nel 1510.
Dal 1620, con l’investitura di Cesare II Visconti di Somma ai diritti feudali, l’edificio viene quasi completamente ricostruito; i lavori procedettero per tutto il secolo sia con Cesare II che con il figlio Cesare III.
La nuova struttura viene riedificata sulle rovine di quanto preesisteva del diroccato castello.
[from icastelli.it]
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1 commento a “Solo la cancellata impedisce di avvicinarmi oltre…”
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molto bella anche questa.