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Il castello di Cislago è certamente uno dei monumenti architettonici di maggior rilievo del centro cittadino. Da sempre ha rappresentato il cuore civile dell’abitato, contornato da numerose corti rurali, dimore dei
massari e dei contadini che costituiscono un organico tessuto urbanistico del paese.
Le fonti storiche tradizionali fanno risalire la primitiva rocca feudale addirittura a prima dell’anno mille, più certi i dati che riferiscono della presenza del castello di Cislago all’epoca dei Visconti quando nel 1258, Uberto, fratello dell’arcivescovo Ottone, acquistò i beni di Cislago. Di quei secoli lontani l’edificio attuale conserva assai poco perchè; durante l’invasione delle truppe svizzere del cardinale di Sion nel 1510 il castello fu quasi completamente demolito, sopravvisse al cumulo di macerie soltanto una porzione significativa, in alzato, della torre nord.
Un momento significativo della secolare vicenda del maniero è quello della sua ricostruzione da parte di un altro Visconti, precisamente Cesare II, marchese di Cislago, nel 1620. I lavori di ricostruzione si protrassero, in verità per tutto il XVII secolo e continuarono anche sotto il figlio Teobaldo e il nipote Cesare III.
Fu questo il periodo più intenso durante il quale sui ruderi del vecchio castello medievale si ricostruì un palazzo signorile dalle forme più consone a una residenza di campagna con i tre corpi che chiudono a levante il grande cortile d’onore e il portico a colonne binate, mentre a ponente le due torri contengono la poderosa facciata che si apre sul giardino privato chiuso da una splendida cancellata in ferro battuto del XVIII secolo aperta sulla via principale.
Un asse ideale trapassa tutta la costruzione dal giardino alla corte d’onore, distribuendo con un sapiente gioco di simmetrie i volumi dell’edificio e gli spazi che contornano il castello determinando un risultato architettonico di sicuro interesse tanto da evocare, per alcuni studiosi (Benzoni) echi progettuali che rimandano ai grandi architetti del barocco lombardo, forse anche al Richini.
Il ‘ 700 è il secolo che vede il trapasso dai Visconti ai Castelbarco, sono di quest’epoca parte delle trasformazioni degli appartamenti interni del castello, mentre sono ascritti all’ottocento gli interventi esterni, come il riempimento dei fossati e in particolare sul fronte del giardino dove la facciata di mattoni a vista è ricoperta da intonaco per alterare con una decorazione a finto bugnato la fronte del castello.
Nello stesso periodo furono rifatti i coronamenti delle due torri di facciata con merlature e beccatelli di gusto neomedievale tutti elementi caratteristici di certi rifacimenti ottocenteschi.
Completa il palazzo il giardino privato alla francese mentre oltre la cancellata si stende l’attuale parco comunale della Repubblica, un tempo giardino del castello.
(dal sito del Comune di Cislago)
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