28 Febbraio 2010 alle 02:53

Il soffio di San Mauro

di Mizar (San Mauro Forte, Basilicata. Panorami. Categoria A)

San Mauro Forte - Il soffio di San Mauro


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Il centro ha origini molto antiche, come testimoniato dai numerosi ritrovamenti avvenuti sul territorio; in località Timponi è stata scoperta una costruzione risalente all’VIII secolo a.C. ed in località Priati alcune tombe del IV secolo a.C. L’attuale centro risale all’epoca normanna, presumibilmente al 1060, ed il suo nome deriva da un antico Convento benedettino intitolato a San Mauro intorno al quale si sviluppò l’abitato, che fu completamente fortificato; l’accesso al paese era garantito da quattro porte, una delle quali presente ancora oggi, mentre sul lato est fu costruita una torre a tre piani, situata in quella che oggi è la piazza principale. L’aggettivo Forte fu aggiunto successivamente al nome San Mauro per ricordare come il paese riuscì a respingere le bande di briganti dello spagnolo Borjes nel 1861. San Mauro Forte appartenne alla contea di Montescaglioso ed a partire dal ‘400 passò sotto il dominio degli Orsini Del Balzo prima, e successivamente dei Sanseverino, dei Carafa e dei Colonna. Nel 1751 San Mauro riuscì a liberarsi dal giogo feudale, quando fu riscattato da quattro acquirenti, già amministratori dei vecchi feudatari, che investiti del titolo di baroni si stabilirono in paese costruendovi le loro residenze all’interno delle mura medioevali.

La torre cilindrica a tre piani, con base circondata da un bastione poligonale, è ciò che resta dell’antico castello normanno-svevo, che fu ristrutturato dagli Angioini. Tale torre per secoli è stata riprodotta in dipinti e stemmi familiari del luogo e, negli anni ‘80, nella serie filatelica dei castelli.

La sagra del Campanaccio: festa di antichissima tradizione, si svolge a partire dal 16 gennaio ed ha origine sia nei riti pagani propiziatori legati al culto della terra ed alla transumanza e sia nelle celebrazioni sacre in onore di Sant’Antonio Abate. Gruppi numerosi di uomini girano rumorosamente per le strade del paese con grossi campanacci, che suonano tenendoli tra le gambe. I campanacci sono di sesso maschile e femminile, i primi più lunghi, i secondi più larghi; hanno funzioni propiziatorie, di fecondità dei campi e di sollievo dai malanni. I campanari iniziano il loro peregrinare con tre giri intorno alla chiesa di San Rocco, dove è custodita l’immagine di Sant’Antonio Abate; i rumorosi cortei si fermano di tanto in tanto quando i campanari sostano nei pressi delle cantine o di punti di ristoro dove vengono loro offerti bicchieri di vino o salsiccia ed altri prodotti derivati dall’uccisione del maiale, e poi ripartono con il loro fragoroso trambusto fino a notte fonda.

Fonte: wikipedia

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