28 Febbraio 2010 alle 10:28

Rimaneggiato

di Mizar (Policoro, Basilicata. Castelli e Fortificazioni. Categoria C)

Policoro - Rimaneggiato


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Il castello di Policoro è detto anche del Barone Berlingieri, in memoria dell’ultima casata nobiliare che lo ebbe in proprietà. Il casale, menzionato già intorno al 1200 in un atto di donazione da parte di Alessandro e Riccardo di Chiaromonte al monastero greco di S. Elia di Carbone, divenne successivamente il perno del feudo di Policoro.
Il feudo era caratterizzato da un’ampia tenuta delimitata dal Mar Jonio e dal fiume Agri e Sinni, con la mensa arcivescovile di Anglona e Tursi, e dal complesso di edifici rurali che oltre al casale comprendeva un casone, dei canalini, entrambi atti ad ospitare i salariati fissi e stagionali impiegati nella conduzione del fondo, ed una cappella, attualmente visibili. L’edificio appare ancora oggi in una posizione preminente rispetto alla città moderna e grazie al suo stato di conservazione, costituisce l’elemento di rilievo del parco archeologico di Heraclea. Infatti proprio per la contiguità esistente tra l’area urbana e dell’acropoli di Heraclea ed il Castello, l’intera collina è stata denominata “collina del castello”. Nei pressi del castello sulla punta orientale dell’acropoli di Heraclea si sviluppò in età federiciana un castrum attestato da imponenti strati tardomedioevali rinvenuti nella zona.
Le innumerevoli trasformazioni subite dall’edificio nei secoli, volute progressivamente dagli illustri proprietari che vi si sono susseguiti, sono leggibili anche in relazione ad un stampa del XVIII secolo, unico documento in cui si fa riferimento all’architettura dell’edificio. Qui appare raffigurato ad un piano con un campanile uscente dalla linea dei tetti ed una torre quadrata dotata agli angoli superiori di quattro torrette. Attualmente l’edificio si presenta a due piani e la torre quadrata risulta essere inglobata alla struttura del secondo piano. Tali modifiche, eseguite probabilmente tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo, lasciano intravedere la trasformazione inevitabile del monastero in residenza laica, visto che sul finire del ‘700 di proprietà gesuita, fu venduto all’asta ed acquistato da Maria Grimaldi, principessa di Gerace. Nel 1693 il feudo di Policoro viene acquistato dal barone Luigi Berlingieri di Crotone, proprietario del feudo fino all’esproprio da parte della Riforma Fondiaria negli anni ‘50. La facciata principale del palazzo presenta ancora oggi al piano terra delle iscrizioni collocate sugli architravi delle finestre, importanti ai fini della ricostruzione storica dell’edificio; il portale settecentesco sormontato dallo stemma gentilizio della famiglia Berlingieri introduce in una corte interna a pianta rettangolare dalla quale si accede ai locali di servizio del piano terra, del seminterrato ed alla scala monumentale che conduce ai piani superiori.
Tra gli ospiti illustri del castello si ricordano nel 1233 Federico II di Svevia, nel 1735 Carlo II di Borbone, nel 1799 il cardinale Ruffo, nel 1806 Giuseppe Bonaparte, nel 1869 Guglielmo di Baden, nel 1902 il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Zanardelli.

Testo tratto da un cartello a cura del Comune

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