21 Luglio 2009 alle 21:56

Cassino…tra i girasoli

di gianniB (Cassino, Lazio. Panorami. Categoria C)

Cassino - Cassino...tra i girasoli


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Cassino è un comune di 32.886 abitanti (fonte ISTAT 2008) in provincia di Frosinone, nella bassa Ciociaria. Fino al 1927 faceva parte della provincia di Terra di Lavoro. La città di Cassino è posta nella parte meridionale della regione politico-amministrativa del Lazio, nella parte settentrionale della regione storico-geografica della Campania. Il centro è collocato alla base del colle chiamato Montecassino, che si eleva fino a 520 m s.l.m., che si distacca dal Monte Cairo, nella pianura racchiusa dai fiumi Liri e Rapido. la collina è costituita da materiale geologico compatto, che non trattiene le acque atmosferiche, che quindi fluiscono in buona parte nella valle. Poco lontano dal centro,esattamente nel paese di Sant’Apollinare in localita Giunture il Gari si versa nel Liri che diventa così il fiume Garigliano; a causa di questa abbondanza di acque, nella piana in passato si trovavano aree paludose. Notevole è l’importanza della collocazione: Cassino si trova nel luogo dove si restringe la valle del Liri, ben collegata al golfo di Gaeta e al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, da sempre attraversata da importanti strade congiungenti Roma con Napoli e il resto del Sud Italia. l’Abbazia di Montecassino fu costruita su un precedente luogo di culto pagano, l’acropoli fortificata. Cassino all’epoca era una città ancora prevalentemente pagana e da poco aveva subito le devastazioni dei Goti. San Benedetto distrusse l’effige di Apollo e gli altari pagani, quindi santificò il luogo a San Giovanni battista. San Benedetto da allora non lascio mai più Monte Cassino. Qui scrisse la Regola Benedettina che divenne il principio fondatore per monachesimo occidentale. Qui ricevette in visita Totila, re dell’Ostrogoti, nel 580 (l’unica data storica conosciuta con certezza della vita di Benedetto) e qui lui morì.

L’Abbazia di Monte Cassino divenne un modello per il monachesimo occidentale ed uno dei maggiori centri culturali europei per tutto il Medioevo. Dalla popolazione venne eretto un villaggio chiamato Castellum Sancti Petri per via della locale chiesa; era collocato sulle rovine dell’antico foro cittadino che si trovava in pianura e non alle pendici collinari come la città precedente. Sfortunatamente a causa della sua collocazione geografica e della sua posizione protetta, il monastero e, di conseguenza, la città rimasero in tutte le epoche coinvolti in vicende militari. Nel 584 i Longobardi saccheggiarono l’Abbazia ed i monaci sopravvissuti fuggirono a Roma, dove rimasero per più di un secolo. Durante questo tempo, le spoglie di San Benedetto furono trasferite: la maggior parte delle sue ossa oggi si troverebbe a Fleury sur Loire (detto anche St. Benoît sur Loire) vicino Orléans. Nel 718, cambiati gli equilibri politici, i monaci si poterono ristabilire a Monte Cassino; seguì un periodo florido: vi soggiornarono tra gli altri Paolo Diacono, lo storico dei Longobardi, e re in esilio come il franco Carlomanno, zio di Carlo Magno, ed il longobardo Rachis. Nel 744, da una donazione del Duca longobardo Gisulfo II di Benevento, nacque la Terra Sancti Benedicti, insieme delle proprietà abbaziali, soggette solo all’autorità dell’Abate e del Papa. Così Montecassino divenne la capitale di un territorio vasto e strategico attraverso il quale passavano le strade conguingenti il Ducato longobardo di Benevento, le città-stato bizantine della costa (Napoli, Gaeta, e Amalfi) e lo Stato della Chiesa più a Nord.

Nella valle dove una volta c’era Casinum, vi era ora un piccolo monastero sulle rive del Rapido. La Chiesa del Salvatore fu eretta nel 797 circa per volere dell’Abate Gisulfo sulla preesistente chiesetta di San Benedetto; l’imperatore Ludovico II, nel 874, donò alla chiesa una reliquia di S. Germano vescovo, amico fraterno di S. Benedetto: per questa ragione divenne successivamente la cattedrale di S. Germano. La Chiesa delle Cinque Torri era eretta non lontano da quella del Salvatore, ma era su di un terreno dove affiorava acqua; il pavimento della Chiesa venne rialzato tre volte, ma senza successo, per evitare il problema all’interno dell’edificio sacro; aveva una originalissima pianta a simmetria centrale con all’interno un colonnato, con quattro torri agli angoli esterni ed una più ampia al centro.

Per motivi amministrativi e difensivi a causa delle scorrerie dei Mussulmani, l’abate Bertario fondò nuovamente la città ai piedi di Montecassino: nei pressi della Chiesa del Salvatore fondò Eulogimenopoli, la “Città di San Benedetto”. Nel 883, i Saraceni, intenzionati ad espandersi sulla penisola italiana, saccheggiarono il territorio, distrussero la città, la Chiesa del Salvatore e l’Abbazia; fecero scempio di cose e di persone, fu ucciso lo stesso abate Bertario e monaci dovettero abbandonare per lungo tempo l’Abbazia. Alla cacciata degli invasori la città risorse. In questo periodo visse a Monte Cassino lo storico Erchemperto la cui Historia Langobardorum Beneventanorum è l’opera storica fondamentale del IX secolo sul Mezzogiorno. Nell’abbazia sono conservate i quattro Placiti cassinesi, primi documenti ufficiali scritti in volgare italiano: sono quattro testimonianze giurate, registrate tra il 960 e il 963 riguardanti le proprietà terriere del monastero. La città divenne il centro amministrativo della Terra di San Benedetto in quanto qui vi alloggiavano e vi operavano gli uomini di governo guidati dall’Abate, come l’ advocatus, cioè colui che amministrava la giustizia. Gli abitanti partecipavano alle lotte politico-religiose che coinvolgevano l’Abbazia, quindi la città, che prese il nuovo nome di San Germano, venne fortificata e dotata della Rocca Janula, una fortezza posta in posizione sopraelevata.

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