21 Luglio 2009 alle 22:18

Castello di Pofi dai Caetani ai Colonna

di gianniB (Pofi, Lazio. Castelli e Fortificazioni. Categoria A)

Pofi - Castello di Pofi dai Caetani ai Colonna


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Il nome “Pofi” è attestato per la prima volta in un codice pergamenaceo dell’archivio di Montecassino, datata al 1019. Le ipotesi circa l’etimologia del nome rivelano un certo intento di mitizzare e nobilitare le origini del paese: alcune fonti del XVI° secolo fanno derivare il nome di Pofi dai Proci, mitici pretendenti di Penelope, che avrebbero abitato questi luoghi; restando in ambito greco, altre testimonianze fanno derivare il nome da polis (povli”), città, e ophis (oj[fi”), serpente, ipotizzando una colonia greca nel territorio, in realtà finora non documentata. Secondo alcuni, inoltre, il nome di Pofi deriverebbe dall’espressione, ancora greca, hoi ap’ophios (oiJ ajp jo[fio”), quelli del serpente, in relazione al culto del dio Esculapio; essi ritengono infatti che sotto l’attuale chiesa di S. Antonino si trovasse un tempio dedicato alla divinità pagana, il cui simbolo è, appunto, il serpente. L’ipotesi troverebbe conferma nello stemma di Pofi, costituito da una serpe avviticchiata a un albero di quercia. Ma la semplice coincidenza non rende le testimonianze più veritiere.

Età classica
Non esistono testimonianze su Pofi precedenti al periodo medievale; il paese non compare nei documenti epigrafici (raccolti nel Corpus Inscritionum Latinarum, CIL) ed è ignorato dalle fonti di età classica. Tuttavia sul territorio pofano sono stati rinvenuti reperti di epoca romana: giare per olio, tegole e terrecotte (ex voto);
Non siamo dunque in grado di ricostruire il popolamento del territorio in questo periodo e i resti di epoca romana rinvenuti in contrada S. Benedetto restano privi di un contesto più dettagliato. Attualmente mancano studi specifici in proposito.

Medioevo
Già nel primo documento che ne attesta l’esistenza, Pofi appare come Castellum. Dobbiamo precisare che con il termine Castellum i documenti medievali indicano due realtà distinte: il castello in senso moderno, cioè una fortezza presidiata dai soldati e abitata solo dal castellano e dalla sua famiglia, ma anche il villaggio fortificato, cioè un centro abitato circondato da mura e fossato; esso, oltre alla residenza del signore comprendeva di solito anche una chiesa castellana. Il Castello di Pofi doveva rispecchiare proprio queste ultime caratteristiche e probabilmente includeva fin dall’inizio la Chiesa castellana di S. Maria (ovviamente con aspetto ben diverso da quello odierno), che nei documenti viene menzionata già a partire dal 1108; sicuramente si può affermare che il Castello feudale racchiudesse la massiccia torre di vedetta in pietra basaltica alta 25 m e una cinta muraria, di cui si conservano ancora oggi le due porte e i bastioni di fortificazione. Esso fu costruito con il consenso del Vescovo di Veroli, ma nulla si sa né dell’ordinamento interno né dell’assetto sociale e religioso. Il fenomeno dell’incastellamento si manifestò contemporaneamente in tutto il territorio di Campagna, regione corrispondente in gran parte all’attuale provincia di Frosinone, come nella Terra di S. Benedetto, che aveva come centro l’attuale Cassino. I Castelli venivano costruiti per volontà dei Signori che chiamavano i lavoratori ad insediarvisi, assicurando lavoro e tranquillità di vita. Nel castello di Pofi si era stabilito un nucleo di popolazione libera che attendeva ai lavori di dissodamento e coltivazione delle terre circostanti e che in caso di pericolo si rifugiava entro la cinta fortificata. Verso la fine del XIII sec. nel Castello di Pofi si era consolidata un’aristocrazia di proprietari terrieri; qualche decennio dopo, Pofi diventa dominio dei Caetani.

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