1 Giugno 2009 alle 22:19

Lo Sperone del Forte

di MARIO1964 (Exilles, Piemonte. Castelli e Fortificazioni. Categoria A)

Exilles - Lo Sperone del Forte


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Exilles sorge a 870 metri di altitudine in Alta Val di Susa all’interno di una stretta gola della Dora Riparia, a circa 67 km da Torino. La valle ha qui un suo punto caratteristico, chiudendosi, prima del vasto pianoro di Oulx, nella “Comba di Exilles”. La costiera sud (a destra orografica) sale sino alla Testa dell’Assietta (2.566 m slm), quella nord fino al monte Niblè (3.365 m slm), una delle vette del massiccio dell’Ambin.
Storia
L’abitato di Exilles ha origine antichissima: grazie alla sua posizione strategica il sito attualmente occupato dal Forte era abitato già in epoca primitiva e poi in epoca celtica: solo dal 1155, sotto il comando dei conti d’Albon, si può confermare l’esistenza di un vero e proprio complesso fortificato. Da quella data, il forte di Exilles e il paese passarono di mano in mano, tra la dominazione piemontese e quella francese: una storia lunga, che vide contrapposte per lungo tempo le fazioni del Ducato di Savoia e quelle del Delfinato, e che diede anche origine alla famosa vicenda del Miracolo eucaristico di Torino.
Nei primi giorni di giugno 1593, Exilles e dintorni passarono saldamente sotto il controllo di Carlo Emanuele I di Savoia, grazie anche all’operato che ebbe, nella spedizione militare, il suo alleato spagnolo don Rodrigo di Toledo, rimasto ucciso in un conflitto a fuoco nelle montagne e sepolto poi a Plan di Savoulx.
Passato alla Francia, la leggenda vuole che qui, tra il 1681 e il 1687, sia stato detenuto il celebre personaggio poi denominato “Maschera di Ferro”.
Dopo il Trattato di Utrecht, Exilles viene fortificato nuovamente dai Savoia, che ne fanno una piazzaforte inespugnabile, anche se, nel 1796, i francesi ne ordineranno lo smantellamento: la città era infatti passata alla repubblica dopo il Trattato di Parigi.
Exilles torna di vitale importanza nell’Ottocento, durante il periodo in cui l’Italia è membro della Triplice Alleanza: in questo periodo, dovendo difendere i confini con la Francia, il governo italiano stanzia fondi per la ristrutturazione del forte, facendo diventare Exilles uno dei comuni più popolati della Valle Susa; con la decadenza della fortezza, avvenuta in seguito al ritiro delle forze armate, l’importanza del comune venne sempre più a scemare a livello strategico.
Il Forte di Exilles, ad Exilles, in provincia di Torino, è uno dei più importanti sistemi difensivi del Piemonte, insieme al complesso fortificato di Fenestrelle, che venne impiegato a fasi alterne sia dai Savoia e sia dai francesi. La sua posizione al centro di una strettoia della Valle infatti lo rendeva una minaccia sia per gli eserciti che scendevano dall’Alta valle che per quelli che risalivano dal fondo valle.
Storia [modifica]
I primi documenti in cui viene citato il Forte di Exilles, ancora assai rudimentale ed in via di definizione, risalgono al VII secolo, quando un cronista della Novalesa cita sul roccione di Exilles una primitiva fortificazione distrutta dai Franchi. Dal 1155 circa i padroni della fortezza sono i Bermond di Besançon, conti di Albon, che avevano bisogno di proteggere militarmente la strada che, di loro proprietà, portava al Monginevro.
La prima descrizione del castello risale al 1339: la pianta si presenta quadrangolare e con più torri, stalle e magazzini esterni, assai diverso dalla piazzaforte solida e compatta di oggi.
Tra il 1494 e il 1496 diventa deposito di munizioni per i francesi di Carlo VIII, viene allargata la porta principale per permettere il transito dei cannoni e vengono arruolati con la forza molti contadini del posto per difendere la roccaforte. Nel XVI secolo viene rinforzato con l’aggiunta di torri e mura su disposizione di Carlo II di Savoia. Nel 1541 passa sotto il dominio francese, ma nel 1559, a seguito del trattato di Cateau-Cambrésis, torna in mano ai Savoia con Emanuele Filiberto. Nel settembre 1591 viene occupato, dopo un breve assedio, dai francesi del Lesdiguières. Due anni dopo, in primavera, viene posto sotto assedio dalle truppe di Carlo Emanuele I di Savoia, che lo riconquistano nell’arco di un mese ed iniziano altri lavori di rafforzamento, soprattutto in direzione dell’alta valle. È nuovamente in mano francese nel gennaio 1595, dopo circa un mese di assedio; tornerà ai Savoia solo nel 1708.
Nel frattempo è passato più di un secolo: i francesi hanno rinforzato le difese del forte e lo hanno utilizzato come punto chiave logistico di primaria importanza. Dal 1601, anno del trattato di Lione, imponenti lavori di restauro sotto la guida dell’ingegner Jean de Beins hanno rimodernato la struttura del forte, resa ormai insufficiente dall’avvento dell’artiglieria. Fra le altre cose è stata costruita la Rampa Reale, lunga un chilometro e lastricata a ciottolato, che conduce all’ingresso principale, varcato il quale si dipanano due ripide salite a tenaglia che conducono alla cittadella vera e propria, edificata intorno all’enorme Cortile del Cavaliere, nucleo centrale della costruzione. Altre aggiunte sono state una cappella (oggi sconsacrata e utilizzata per concerti) e il pozzo, profondo 70 metri e realizzato in quattro anni di scavi.
Nel 1708, durante la Guerra di Successione Spagnola, torna ai Savoia con Vittorio Amedeo II di Savoia, grazie all’aggiramento del fronte da parte delle truppe sabaude attraverso la Moriana ed i colli che mettono questa in collegamento con Bardonecchia, così che il forte verrà attaccato dalla parte dell’alta valle. Il Trattato di Utrecht sancirà infine la definitiva appartenenza della intera Valle di Susa (e, quindi, anche del forte di Exilles) al neonato Regno di Sicilia (che poco dopo diventerà Regno di Sardegna).
Con l’avvento di Napoleone Bonaparte il forte è destinato alla demolizione: così vuole il Trattato di Parigi, stipulato a seguito dell’armistizio di Cherasco). Verrà riedificato con il ritorno del Piemonte e della Savoia al Regno di Sardegna, sancito dal Congresso di Vienna (1814). La ricostruzione dura dal 1818 al 1829: viene riproposta la stessa architettura preesistente, aggiornandola soltanto alle nuove esigenze militari.
L’8 settembre 1943 il Forte di Exilles viene abbandonato definitivamente dall’esercito e rimane a lungo in balìa dei vandali e degli eventi atmosferici. Nel 1978 la Regione Piemonte acquisisce il bene dal Demanio Militare con comodato, con l’impegno di provvedere al restauro e recupero funzionale del monumento. Viene quindi sviluppato il progetto di restauro conservativo, interno ed esterno, finalizzato alla definizione di un assetto complessivo del Forte tale da costituire il riferimento globale per tutti i successivi interventi. Nell’aprile del 1996 viene stipulata una Convenzione tra la Regione Piemonte e il Museo Nazionale della Montagna di Torino per la valorizzazione e promozione del Forte di Exilles. Il monumento e le aree museali sono state aperte al pubblico l’8 luglio 2000.
Il Forte di Exilles oggi [modifica]
Il Forte di Exilles è oggi aperto tutto l’anno e offre al visitatore due aree museali permanenti e due percorsi di visita accompagnati caratterizzati da allestimenti scenici di grande impatto emotivo ideati dall’artista Richi Ferrero.
Negli spazi delle Cannoniere, il principale fronte di fuoco del Forte, è situata l’Area Museale delle Truppe Alpine. Grandi teche di cristallo, come giganteschi acquari, contengono quarantaquattro uniformi militari che ripercorrono l’epopea del corpo militare degli Alpini dalla nascita ai nostri giorni. Ogni uniforme è indossata da un soldato di pietra della stessa roccia della fortezza, figura inquietante e affascinante al tempo stesso, elemento materico intimamente legato allo spazio che lo ospita. Quarantun figurini acquerellati, scorrono ad altezza naturale lungo il percorso espositivo,come un filo conduttore al fianco dei reperti esposti costituendone una preziosa integrazione. Scorrono insieme grandi uomini di pietra e delicati acquarelli, percorsi paralleli di una sola storia, la nostra storia. Chi erano, cosa pensavano gli uomini che indossavano quelle uniformi? La roccia il ferro, il ghiaccio, la nebbia, la neve, la notte: sei elementi materici, fortemente legati alla montagna, caratterizzano sei rappresentazioni sceniche; sei gruppi scultorei riproducono gruppi di soldati pietrificati della stessa materia della scena. La forza e bellezza dell’insieme scultoreo lacerato dalle immagini proiettate sugli interi elementi scenici restituiscono frammenti della vita del soldato in montagna: azioni di guerra e ricordi di cose lontane, volti di madri, figli, sguardi, ansie, attese e ricordi appaiono per poi dissolversi come in sogno. Rumore di passi, il vento, echi di spari lontani, canzoni, Ciakowski e il canto delle galline: provenienti dai muri, frammenti di suoni fuoriescono come memorie, riempiono lo spazio, arrivano da lontano, sfiorano il visitatore per scomparire altrove.
Nel Bastione Diamante ferro, roccia e acciaio sono gli elementi che compongono un allestimento rigoroso e severo , studiato per fondersi con l’atmosfera austera della fortezza, in cui si racconta la storia antichissima del Forte di Exilles dalle prime testimonianze medievali ai nostri giorni. Grandi cornici di ferro grezzo ricoprono a nastro le pareti a destra del percorso espositivo, la storia del forte si dipana come un filo rosso della memoria. Mappe, schizzi, disegni, piante e spaccati: un lungo racconto attraverso l’evoluzione dell’architettura fortificata. Al centro del percorso, sei plastici, sei modellini, sei scocche grigie come la roccia illustrano in maniera immediata e tridimensionale l’evoluzione del forte, galleggiano sospesi per mezzo di cavi di acciaio per dare leggerezza all’allestimento e non interrompere la visione dello spazio architettonico. A metà del percorso espositivo un flusso di immagini in movimento, forti suggestioni, evocano nel visitatore impressioni architettoniche “altre”, ricordando che il forte non è solo un calcolo d’ingegneri, perizia di architetti, ma è la voce di chi tra queste pietre.
Nella straordinaria area del sottotetto, caratterizzata da alte colline di terra, sono protagonisti coloro che in passato hanno vissuto nel forte. I ricordi degli anziani abitanti di Exilles,prendono vita attraverso eteree presenze attoriali che appaiono sui muri lungo il percorso di visita. Il risultato è fortemente straniante, parola e gesto risultano particolarmente poetici e toccanti e introducono il visitatore in un’intimità rara e preziosa, dove la lettura, intesa come conoscenza degli accadimenti, risulta inedita e sorprendente. Sulle enormi piglie, che si ergono al centro del sottotetto, prendono vita le immagini di una coppia: un alpino e una giovane di paese mentre eseguono un ballo, sulla colonna centrale resterà come immobile testimone il volto serioe pensante del capitano. Ecco quindi l’altra faccia della vita nel Forte: lassù talvolta si andava a ballare.
Dal Cortile del Cavaliere si scende la Rampa dei Muli che conduce alle Scuderie, da qui,con una ripidissima scala, si raggiunge il Basso Forte. Si percorre il Grande Fossato sulquale incombe l’imponente Batteria Reale, principale fronte di fuoco del forte, dalla piccola Caponiera posta al centro del Fossato si risale la scala detta “del Paradiso”, interamente scavata nella roccia, e si sbuca nel Cortile delle Galere da qui attraverso un angusto corridoio si raggiungono le buie e umide celle di rigore. La risalita al Cortile conclude un lungo anello alla scoperta dei vari livelli della complessa costruzione. Lungo il percorso alcune ombre appaiono sui muri, come fantasmi, a testimoniare la presenza dei soldati determinando livelli emozionali inediti. Affacciandoci allo spioncino di tre celle di rigore, dalla porta sbarrata, depositati sulla buia e corrosa parete di fondo, appaiono due occhi a guardarti con infinita nostalgia, infinito dolore. Solo sguardi come dettagli, come anime di quelle ombre.
Intorno al Forte nacquero nei secoli molte leggende, ma forse la più famosa di tutte è quella relativa ad un misterioso personaggio ivi rinchiuso (la costruzione fungeva anche da carcere) tra il 1681 e il 1687. Secondo la tradizione, esso potrebbe identificarsi con la Maschera di Ferro, personaggio la cui identità non è a tutt’oggi nota. Il primo a sollevare il problema fu Voltaire che, durante il breve periodo di permanenza nel carcere della Bastiglia (1717), apprese dell’esistenza di questo misterioso personaggio il cui volto era sempre coperto da una maschera di velluto ed era sempre ben trattato da alcune guardie che erano state preposte alla sua sorveglianza; Voltaire si appassionò alla sua storia, facendo delle ricerche che pubblicò in un suo libro. La permanenza della Maschera di Ferro ad Exilles è anche documentata da un carteggio, pervenuto fino ai nostri giorni, fra l’allora ministro francese della Guerra, Marchese di Louvois, ed il governatore della piazza di Pinerolo, dove la Maschera di Ferro soggiornò prima di Exilles e da dove il governatore stesso ne curò il trasferimento ad Exilles, continuando a seguirne da Pinerolo la prigionìa. Il carteggio tratta delle spese sostenute per il sostentamento (vitto e vestiario) del misterioso prigioniero. Da Exilles la Maschera di Ferro fu poi tradotta all’isola di Sainte-Marguerite, (la maggiore delle due isole, dette Îles des Lérins, al largo di Cannes) e qualche anno dopo alla Bastiglia.

http://it.wikipedia.org/wiki/Forte_di_Exilles

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19 commenti a “Lo Sperone del Forte”

  1. Massimo Di Bello (Redazione) scrive:

    Ciao Mario,
    nota che l’uso dei testi di wikipedia è vincolata dalla licenza GFDL, in pratica bisogna mettere il link alla fonte, l’ho aggiunto io

  2. MARIO1964 scrive:

    ops … grazie … :)

  3. Rosy76NA scrive:

    Particolare ben ripreso. Mi piace!

  4. kajmano scrive:

    visto con questa ottica è impressionante, l’ho sempre visto dall’alto

  5. dulcinea scrive:

    bravo, secondo me questo è davvero il punto più suggestivo del forte e tra l’altro non è facile da inquadrare visto il poco spazio e l’altezza!!! bella ciao

  6. MARIO1964 scrive:

    Che dire … grazie a tutti !!!
    Evidentemente quel giorno sia io che la “produttrice di ciofeche tremolanti” eravamo in stato di grazia … :D

  7. befed (Senior) scrive:

    Lo sperone da una angolazione moolto suggestiva. Bravo Mariulin !

  8. TORINO45 scrive:

    caspita, visto così è veramente impressionante … ma dove la tenevi????

  9. Momi scrive:

    Bellissima! Hai avuto un’ottima idea e una grande creatività per fotografare questo splendido forte!

  10. MARIO1964 scrive:

    GRAZIE A TUTTI ! :)

  11. yuna57 (Senior) scrive:

    Bel punto di ripresa, per la descrizione faccio un po a rate.

  12. marilena57 scrive:

    particolare e personalissima
    ciao e buon concorso

  13. MARIO1964 scrive:

    Lo so, la descrizione è davvero un po’ lunga … ma è la storia di questo luogo che è densa e fondamentale per il Piemonte e, di riflesso , per l’ Italia intera …

    Oltretutto questo sperone della fortezza è proprio uno dei simboli che rappresentano la provincia di Torino

  14. Federico Scaroni (Senior) scrive:

    Adoro queste foto vertiginose…
    :)

  15. MARIO1964 scrive:

    Grazie Federico !!!
    :)

  16. Vincenzo491 (Senior) scrive:

    Alla faccia del breve commento, è più lungo il commento o lo sperone del forte? (lancio un sondaggio)?

    Voto 10 per il commento più lungo.

    Foto curiosa e ottimo scatto.

    Ciao

    Vincenzo

  17. MARIO1964 scrive:

    ti ringrazio, Vincenzo :)

  18. ORNELLA1 scrive:

    Inquadratura molto particolare e suggestiva

  19. MARIO1964 scrive:

    Grazie, Ornella!
    Felice anno a te!
    :)

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