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Ottaviano è un comune di circa 24.500 abitanti in provincia di Napoli. È sede del Parco Nazionale del Vesuvio e si fregia del titolo di “Città di Pace”.
Il comune si estende su una superficie di 19,85 km2, con due isole amministrative nel comune di Nola, le masserie “Cacciabella” e “Nocerino”. Si trova nella zona vesuviana interna, lungo le pendici orientali del massiccio montuoso vulcanico del Somma-Vesuvio. Nel territorio del comune è ricompreso in larga parte il cratere del Vesuvio.
La sua altezza sul livello del mare varia notevolmente, dai 50 m ai 1.281 m s.l.m. (cima del Vesuvio). La sede municipale è a 210 m s.l.m.
Ottaviano era in epoca romana un borgo di case all’interno di un vastissimo possedimento (praedium Octaviorum) appartenente alla gens Octavia, la famiglia dell’imperatore Augusto.
Il territorio fu teatro di una battaglia tra Lucio Cornelio Silla e l’italico Lucio Cluenzio, avvenuta nel 90 a.C.,, durante la guerra sociale e durante la prima guerra servile, nel 73 a.C., Spartaco vi sconfisse i due pretori, Gaio Clodio e Publio Vatinio inviatigli contro dal Senato.
Il borgo (Octavianum) crebbe di importanza divenendo Municipio. Secondo alcuni storici vi sarebbe morto lo stesso imperatore Augusto, in seguito trasportato a Nola. I resti di epoca romana furono sepolti dalle successive eruzioni del Vesuvio, ma ruderi e tombe sono stati rinvenuti negli scavi in varie parti del paese.
Poco prima dell’anno 1000 Octavianum mutò nome e fu chiamato Ottajano (e questo nome durò fino al 1933 quando nel bimillenario di Ottaviano Augusto il governo di allora modificò il nome in Ottaviano). Nel 1085, ospite del barone locale, vi fu in visita papa Gregorio VII, che vi celebrò la messa in una chiesetta (chiesa del Vaglio) situata presso il castello baronale (oggi palazzo Mediceo). Vari Signori e Baroni ebbero in possesso la città. Nel XIII secolo fu in possesso di Tommaso d’Aquino, nonno di san Tommaso d’Aquino, da cui passò, a varie riprese, alle famiglie degli Orsini e dei Cola. Durante il dominio angioino nel 1304 il borgo fu messo a ferro e fuoco da Carlo di Lagonessa per ordine di Carlo II d’Angiò, a causa dell’uccisione di un funzionario regio (”sovrintendente dei boschi”) e della sua scorta da parte dei fratelli Giovanni e Roberto de’ Marrone insieme a un gruppo di ottajanesi.
Tra il 1532 e il 1551 fu feudo di Fabrizio Maramaldo, che l’aveva ottenuto per i servigi prestati a Carlo V. Il feudo venne quindi ceduto ai Gonzaga di Molfetta e da questi, nel 1567 a Bernadetto de’ Medici, cugino del granduca Cosimo I e fratello del papa Leone XI. Il feudo, prima signoria e quindi principato, rimase in possesso di questa famiglia fino al 1860 e comprendeva anche gli attuali comuni di Terzigno e di San Giuseppe Vesuviano; tra il 1690 e il 1815 il feudo si allargò fino a comprendere anche gli attuali comuni di Sarno, Striano e Poggiomarino dopo che Giuseppe I de’ Medici acquistò dai Barberino il ducato di Sarno diventando così Principe di Ottajano e Duca di Sarno. Della famiglia dei de’ Medici fece parte Luigi de’ Medici, rappresentante del Regno di Napoli presso il Congresso di Vienna.
La città, inoltre, che da sempre ha subito danni dalle eruzioni vesuviane, in modo particolare fu quasi completamente sepolta dalle ceneri delle eruzioni del Vesuvio del 1631, 1779 e 1906. Secondo William Hamilton, durante la prima e la seconda poco ci mancò che Ottaviano “venisse sepolta come Pompei”; e così anche nella terza, come testimoniò Matilde Serao chiamandola la nuova Pompei, la opulenta Ottajano fu quasi completamente distrutta dalla cenere e dal lapillo. Anche il tetto della Chiesa Madre di San Michele Arcangelo crollò per il peso delle ceneri, fortunatamente senza uccidere nessuno.
Ottaviano è diventata tristemente (e immeritatamente) famosa in tempi recenti per aver dato i natali a Raffaele Cutolo, famoso boss della camorra negli anni Ottanta, che proprio ad Ottaviano aveva il suo bunker, nei pressi del “castello di Ottaviano”. Attualmente, però, gli ottavianesi, che da millenni sanno lottare con il furioso e sterminatore Vesuvio, hanno combattuto anche questa immeritata fama e hanno ripreso l’antica strada della legalità ridiventando Città di Pace e di Cultura.
fonte: it.wikipedia.org/wiki/Ottaviano_(Italia)
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6 commenti a “il cratere”
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Stupenda foto e descrizione. Mi dai una maggiore info sul cratere ??
mi piace…..anche se avrei sottoesposto un poco
grazie dei complimenti, ok per giancarlo, poi maxboni sono daccordo ma volando spesso non si può scegliere troppo come effettuare le foto, guardandola al monitor 22 pollici 100 hertz mi sembrava buona, guardandola ora su questo portatile normale vedo che la parte superiore risente dell’illuminazione frontale del cielo….è difficile avere una taratura perfetta e in volo spesso uso l’automatico per convenienza e per evitare le vibrazioni, ciaoooo, gianni
bella foto! ma non può rappresentare il comune di ottaviano poichè il comune si trova sul monte somma no sul vesuvio al massimo questa foto può rappresentare ercolano poichè per raggiungere questa posizione via terra, il percorso ideale e proprio da ercolano, mi dispiace gianni ma dobbiamo essere realisti specialmente nel vesuviano, sono tesori che dobbiamo conservare e rispettare, comunque complimenti per le altre foto sono comunque bellissime.
grazie Gennaro, ma sarà il caso che leggi la descrizione: il cratere appartiene al comune di Ottaviano, grazie dell’aiuto, ma ti sei sbagliato, ciaooo, gianni
…per esser meglio compreso riporto la parte di testo a cui mi riferisco nella descrizione: “Nel territorio del comune è ricompreso in larga parte il cratere del Vesuvio.” Per cui mi sembra che il luogo sia riconoscibile e che appartenga al comune di Ottaviano, grazie, gianni