31 Agosto 2009 alle 18:37

Il castello di Baselica

di 27corrado (Gossolengo, Emilia-Romagna. Castelli e Fortificazioni. Categoria A)

Gossolengo - Il castello di Baselica


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Mentre la località è molto antica, traendo il nome da una vecchissima basilica rurale, il fortilizio è pìù recente.
La costruzione del castrum si deve infatti a Nicolino Tedeschi, il quale ottenne la debita autorizzazione dal duca di Milano, Gian Galeazzo, il 2 dicembre l400. Nel 1486 Daniele I Tedeschi (famoso a Piacenza per le splendide feste date in onore dell’amministratore del regno di Svezia, Sture Stenone) ricevette l’investitura e il titolo comitale da Gian Galeazzo Maria Visconti.
Ai primi del secolo seguente, il fortilizio passò agli Anguissola (ramo di Riva e Montesanto) per il matrimonio di Gian Giacomo con Beatrice Radini Tedeschi, la quale gli portò in dote, oltre al castello di Corano, quello di Baselica. Nel 1514 i ghibellini piacentini, con l’aiuto di alcune migliaia di uomini, lo assalirono commettendovi atti infami; altro saccheggio il fortilizio subì il 31 dicembre 1526 ad opera dei Lanzichenecchi agli ordini di Roberto Sanseverino. Il castello di Baselica venne in seguito avocato dalla Camera Ducale, che nel marzo del 1570 lo cedette al conte Lodovico Radini Tedeschi; alla data del 1675 risultano condomini dell’edificio, anche i Piombino Appiani di Aragona, per eredità di un ramo della famiglia Tedeschi.
Il fortilizio, in discreto stato di conservazione, risulta molto interessante per le varie fasi costruttive che non ne alterano l’unitarietà formale. La pianta, rettangolare, è limitata da quattro corpi di fabbrica muniti agli angoli di torri quadrate sporgenti di poco dalla linea delle cortine.
Sia i muri dei corpi di fabbrica, che quelli delle torri sono leggermente scarpati verso il fossato, da tempo colmato. Sui fronti est e sud, tre ordini di merli, incorporati nel muro a varie altezze, indicano chiaramente altrettante sopraelevazioni eseguite in fasi diverse, ma vicine nel tempo. Sempre sul lato sud, sopra la merlatura più antica, spiccano ampi finestroni di apparente fattura quattrocentesca, alcuni dei quali completamente chiusi. Identiche aperture, delineate anche sulla parte opposta, verso il cortiletto interno, fanno parte di un ampio locale al primo piano.
Lungo tutto il cortile, piuttosto rimaneggiato, corre un ballatoio sorretto da mensoloni. Del ponte levatoio rimangono scarsi elementi sul lato ovest. Il fortilizio rimase chiuso da una poderosa cinta pressoché intatta sino al 1880 quando le vennero addossati vari edifici rustici. Tenendo presente la struttura e l’aspetto dell’edificio, si può ipotizzare che esistesse anche un altro, più ampio, fossato che correva lungo la muraglia esterna dotata di merlatura e di feritoie.
info da http://pcturismo.liberta.it

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