7 marzo 2012 alle 14:48

Non sono degno di Te, mio caro Abebe!

di Romeo Mike (Ladispoli, Lazio. Ponti. Categoria C) - In Gara

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Visite: 91. Candidata il 2 marzo 2012 13:16

Risultato voto a scrutinio: 10.23 (Scrutinio: 397°; Totale: 3873°)
Turni (n.Voti/n.Sfide): 1° = 14/32 (44%); 2° = 12/32 (38%); 3° = no; 4° = no;

Itinerari a LADISPOLI_
Rileggendo racconti vecchi, di anche meno di un secolo, e consultando gli ingialliti catasti, si rimane allibiti nel valutare l’entità delle trasformazioni che l’opera dell’uomo è riuscita ad apportare all’ambiente naturale della zona costiera, in tempi così brevi.
Racconti di antiche caccie, racconti di viaggiatori, descrizioni di un mondo popolato da grandi uccelli, da strani mammiferi, da mandrie di bufali, da misere popolazioni e da bracconieri (1). Un mondo ormai scomparso, ultimo relitto di questi frammenti: la Palude di Torre Flavia.
Essa prende il nome dalla antica Torretta difensiva dell’epoca medievale.Dagli studi effettuati, si presume che il luogo sia stato abitato sin dalla preistoria e bonificato successivamente dall’ingegnoso popolo etrusco; non fu mai abbandonato poichè, sono visibili resti di un muro di epoca romana, sicuramente appartenente ad una villa marittima.La Palude, nonostante il degrado, offre ancora la sosta per le specie migratorie che seguono le rotte tirreniche. Il fascino della palude e degli stagni, con una rigogliosa flora autoctona, ospita le tipiche specie di questo ambiente, originariamente ambiente estremamente ricco di rettili e anfibi.
La Palude, oggi, appare impoverita per quanto concerne il regno animale, origine del problema, le cause atropiche quali: il degrado, lo stress idrico, difatti, il fosso Zambra che negli anni ’70 lo alimentava, venne distrutto per le opere di urbanizzazione del litorale di Campo di Mare.Attualmente, è alimentata dalle piogge invernali e dall’apporto di un altro canale, proveniente dalla zona nord dell’abitato di Ladispoli.
La Palude è stata oggetto di occupazioni abusive, di lottizzazioni dei terreni che costituiscono la proprietà dell’ente disciolto (ARSIAL); tutti questi passaggi non hanno apportato benessere, ma continuo degrado.
Allo stato attuale, riconosciuto Monumento Naturale Regionale, ed inserito nella mappatura dei siti di importanza europea, è stata dichiarata “zona speciale protetta” dalla Regione Lazio, affidandone la gestione alla Provincia “Ufficio Aree Protette”.L’Ente Gestore per meglio tutelare questo patrimonio, ha pensato di aprire convenzioni esterne con altri enti ed associazioni, che provvederanno alla sua riqualificazione, approntando anche un piano di recinzione e ricostruzione percorsi.
La finalità delle sinergie messe in campo sarà la rinnovata affluenza di scolaresche, di esperti e studiosi, di amanti naturalisti,per osservare questo singolare ambiente nella sua flora e fauna presenti; forse così, riusciremo, finalmente, a veder arrivare esemplari di animali, che finora hanno proseguito il loro lungo viaggio verso acque più proficue e sicure.
E’ il simbolo di Ladispoli. Fin dal secolo scorso la funzione era stata di controllo e difesa della costa; restaurata nel XVI secolo dal Cardinale Flavio Orsini, dal quale prese il nome. Furono i bombardamenti della seconda guerra mondiale prima e l’erosione del mare poi, a ridurla nello stato in cui si trova oggi. Adiacente alla torre si può ammirare la palude omonima regno di molti animali acquatici.

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6 commenti a “Non sono degno di Te, mio caro Abebe!”

  1. augusto giammatteo scrive:

    Un’immagine dalla delicatezza struggente ! Sempre e sempre complimenti, Renato: li meriti!

  2. antmart scrive:

    Spettacolare Rena’!!!

  3. pinot scrive:

    Curata nelle luci e nella composizione. P.S. nel titolo citavi per caso Bikila, il grande etiope scalzo ?

  4. Romeo Mike scrive:

    Grazie Maestro!
    Buona giornata e che ci sia
    anche oggi un altro felice scatto…
    Renato

  5. Romeo Mike scrive:

    grazie fratello Antò!

  6. Romeo Mike scrive:

    grazie magico Pinot!
    Si è lui, il mitico Bikila che vinse la maratona
    di Roma alle Olimpiadi nel 1960,correndo….scalzo.
    Quando si è campioni, la marca non conta!!
    Ren

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