Contest | Foto | Partecipanti | Candidatura | Data Fine | Stato |
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Archeologia industriale | 303 | 83 | 7 Luglio 2010 | 7 Luglio 2010 | Non Ammessa |
L’elegante palazzo costruito in stile neoclassico custodisce l’impianto idrovoro costruito dall’ingegner Cesare de Lotto nel 1853 per il prosciugamento del Consorzio Campagna Vecchia Inferiore a mezzo di ruote idrofore mosse da macchine a vapore: siamo all’epoca delle prime bonifiche, in parte fatte col duro lavoro degli “scariolanti”. Alla chiusura dell’idrovora, avvenuta nel 1992, è seguito un inevitabile degrado, finché nel 1997 il direttore della cooperativa Turismo e Cultura propose al Consorzio di Bonifica Polesine Adige – Canalbianco la riutilizzazione dell’edificio trasformandolo nel 2001 in un centro polivalente ospitante un Museo della storia della civiltà delle acque (il “Septem Mària Museum”, cioè il museo dei “Sette Mari” denominazione data al Polesine dallo storico Plinio il Vechio”), un laboratorio per ricerche di ingegneria naturalistica, un centro convegni, un ufficio informazioni turistiche e l’Ostello Amolara per accogliere i visitatori della città di Adria e del Delta del Po.
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3 commenti a “Amolara”
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Foto non ammessa in quanto si tratta di archeologia industriale ma le idrovore non son in tema con il Contest visto che nel Contest si tratta di fabbriche, fornaci, centrali. Mi spiace.
Secondo me si tratta di una opinione soggettiva: le idrovore sono delle industrie di proprietà di un consorzio che permette agli abitanti di un determinato territorio di poter coltivare terreni agricoli che altrimenti sarebbero improduttivi, quindi gli impianti idrovori svolgono un importantissimo lavoro per la colletività al pari degli impianti di produzione elettrica.
… La produzione delle idrovore si poteva misurare dai benefici che traevano gli abitanti delle terre soggette alle opera di bonifica: i contadini che avevano più campi da coltivare aumentavano la loro produzione agricola, così il Consorzio si finanziava mediate i loro contributi e tutta la popolazione del Delta del Po poteva godere di un ambiente più salubre… Se il criterio della produzione è l’unica discriminante allora non si dovevano ammettere al contest neanche le fotografie di magazzini e uffici che producevano dei servizi come gli impianti idrovori?