9 Dicembre 2010 alle 11:08

L’ultimo rimasto

di danilo56 (Gallio, Veneto. Categoria A)

Gallio - L'ultimo rimasto


Visite: 275. MaxVoto: 45.68.

Contest Foto Partecipanti Candidatura Data Fine Stato
Foto Migliori del 2010 1.514 147 6 Febbraio 2011 15 Febbraio 2011 22.07 (742°)
Mulini ad acqua (girava la ruota) 174 45 5 Novembre 2010 24 Novembre 2010 45.68 (110°)

La valle dei mulini, in Val Frenzela.
GLI OPIFICI DELLA VALLE DELLA COVOLA.
Il territorio di Gallio a differenza di altre zone dell’altopiano, è ricco di sorgenti di acqua perenne.
La loro abbondanza insieme all’estensione dei boschi, ha fatto si che nel corso dei secoli si sviluppassero attività artigianali e palaindustriali, prima fra tutte la concia delle pelli. Vi era infatti sia l’acqua per muovere le ruote per gli opifici che la corteccia di abete dalla quale ricavare il tannino, utilizzato per rendere imputrescibili le pelli.
L’arte della concia rappresentava un ramo dell’industria dell’altopiano e costituiva “uno dei capi di qualche importanza nel loro commercio col di fuori”.
Tra le principali sorgenti vi è la Covola, che sgorga proprio sotto l’abitato di Gallio, dando il nome alla Valle.
Essa scende lungo la Val Ghiaia fino al buso e al canyon che da qui prende il nome di Val Frenzela, termine comunemente usato per indicare l’intero susseguirsi delle tre valli.
L’esistenza di alcuni opifici è documentata fino dal 1500.
Per secoli, fino allo scoppio della 1^ guerra mondiale, gli edifici a più piani erano in parte ad uso produttivo e in parte ad abitazione.
Nel loro insieme diedero quindi luogo ad una vera e propria Contrada, fornita anche di lavatoi, usati dalle donne di Gallio fino agli anni ‘50.
Nel 1892, su un totale di 26 concerie esistenti nella provincia di Vicenza, Gallio ne contava 8.
Le vasche per i tini e per la concia erano 50, gli addetti 44.
Nel 1916 l’edificio localizzato nei pressi della sorgente venne utilizzato dall’esercito italiano e trasformato in centrale idroelettrica e stazione di pompaggio dell’acquedotto che portava l’acqua fino a ridosso delle linee dello zebio. Durante il conflitto gli edifici vennero distrutti tranne la centrale.
……………………………………………………………………………..
LA FUNZIONE DEGLI OPIFICI
-PISTA DA SCORZA: L’attività principale era quella di “pestar scorze” ed era strettamente legata alla concia delle pelli, in quanto permetteva di ottenere il tannino. La corteccia d’albero, posta in recipienti di sostanza dura (mortai o pile), veniva sottoposta ripetutamente ad una serrie di colpi per mezzo di pestello o mazza. Dalla corteccia cosi frantumata veniva estratto il tannino, impiegato nella concia delle pelli per le sue proprietà di rendere insolubili e imputrescibili le sostanze con cui si combina.
-MULINO DA GRANO E PILA D’ORZO: Alcuni opifici svolgevano l’attività di macinazione del grano e dell’orzo. Esistevano due modi: frantumazione dei grani in mortai a mezzo di percussioni con pestelli; loro stritolamento fra due pietre monolitiche, dette palmeti, una più o meno incavata che serviva da supporto fisso, l’altra mobile, manovrata secondo determinate regole ( da cui deriva il detto “mangiare a quattro palmeti” ovvero con voracità. La pilatura è un procedimento per eliminare dai grani il loro rivestimento rendendoli commestibili.
-FOLLATOJO DA PANNI: La follatura, detta anche gualca o feltratura, è un trattamento meccanico che ha lo scpo di conferire compattezza, leggerezza e morbidezza ai tessuti di lana ed a i feltri.
Si attua per mezzo di follo o follone, ovvero una macchina a martelli o mazze. I folloni più antichi, le cui mazze erano mosse dalle ruota ruota che girava con l’acqua, sono detti gualchiere(dal longobardo walkan “rotolare”.
“Tratto da bacheca esistente in loco.”
http://www.comune.gallio.vi.it/rete_civica/territorio/localita/mulini.htm#

Rete Blog Gallio Guida Wiki Gallio Descrizioni su Gallio Forum Veneto

Scrivi un commento

Per inviare un commento devi fare il login.