25 Ottobre 2010 alle 01:24

Due sono meglio che one!

di Vincenzo491 (Gela, Sicilia. Categoria C)

Gela - Due sono meglio che one!


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Contest Foto Partecipanti Candidatura Data Fine Stato
Foto Migliori del 2010 1.514 147 15 Febbraio 2011 15 Febbraio 2011 7.52 (1365°)
Sui passi delle Grandi Guerre 89 34 10 Ottobre 2010 12 Ottobre 2010 51.67 (15°)

Sistema difensivo costiero di Gela, i due bunker da un piccolo sperone controllavano la piana di Gela lungo la SS 117bis dopo il bivio con la SP 83 in contrada Cucinella-Spadaro . A partire dal 1941, mancando di strutture difensive lungo tutto il territorio costiero italiano, ci fù la necessità di provvedere alla costruzione di un sistema di difesa costiera con la realizzazione di diverse tipologie di strutture fortificate atti ad impedire o rendere arduo eventuali sbarchi nemici. Per l’occasione furono istituite delle divisioni costiere con reparti che avevano il compito di costituire dei posti di osservazione, nuclei fissi e mobili e posti di blocco costieri. La fortificazione costiera siciliana fù organizzata con la dislocazione delle strutture difensive ben ritirate sui rilievi attorno alle città, e sulle alture a qualche chilometro dalla città, spesso abilmente mascherati alla vista, disposti a caposaldo, in modo da fornire una reciproca assistenza di fuoco o poter continuare a resistere anche se superate, e in punti di fondamentale importanza, quali strade, torrenti ecc. allo scopo di proteggerne gli accessi.
Il sistema difensivo costiero di Gela e dintorni ha due tipologie: postazione pluriarma e postazione circolare monoarma. Nella prima tipologia la struttura è una robusta casamatta in calcestruzzo, dello spessore di 60 centimetri, resistente ai tiri di piccolo e medio calibro; i resti di quelle di Gela, si possono osservare sulla collina di ”Capo Soprano”, casematte allora munite probabilmente di diverse postazioni per mitragliatrici, cannoni anticarro e fucili mitragliatori. La seconda tipologia, quella della “postazione circolare monoarma”, la più frequente nella zona di Gela, si osserva una cupola con camera di combattimento circolare e a feritoia multipla; la feritoia, dotata sempre di strombatura, è larga 2,2 metri e alta 0,80 centimetri, il diametro è di circa 6,2 metri, mentre la circonferenza raggiunge quasi i 20 metri; lo spessore del cemento armato arriva a superare il metro. Queste postazioni, disposte singolarmente od a gruppi e spesso delle stesse dimensioni, (non in questo caso), possiedono diversi tipi di ingressi; quelli delle postazioni a gruppo spesso sono comunicanti tra di loro con tunnel sotterranei. Queste postazioni, inoltre, contengono pure, ma non sempre, dei piccoli ambienti sempre sotterranei per l’alloggiamento di qualche militare o per il deposito di armi e munizioni. Risultati poi alla prova dei fatti del tutto insufficienti alla difesa, anche perchè gli alleati prevedevano di impegnare nell’operazione Husky, come veniva indicato in codice lo sbarco in Sicilia, 1375 navi da guerra e da trasporto, 1124 mezzi da sbarco, 4000 aerei e circa 160.000 uomini con 600 carri armati e 800 camion. La superiorità alleata era dunque enormemente schiacciante. Fin dalle prime ore dello sbarco contro la Sicilia sarebbe stata scaraventata una forza immane, imbarcata su una flotta di cui mai, nella sua storia millenaria, il Mediterraneo aveva visto l’eguale. Il 9-10 luglio 1943. Con l’Operazione Husky iniziava lo sbarco in Sicilia: all’alba del 10 luglio, alle 4,45, la 7^ Armata Usa sbarca sulle spiagge di Gela e l’8^ Armata inglese su quelle di Pachino e Siracusa. La conquista della Sicilia da parte degli Alleati sarà completata in 39 giorni, il 17 agosto del 1943.

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