24 Dicembre 2011 alle 00:00

“El parón de caxa”. Campanile di San Marco Venezia

di lemonelle (Venezia, Veneto. Categoria D)

Venezia - "El parón de caxa".  Campanile di San Marco Venezia


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Torri Campanarie 1.154 128 26 Novembre 2011 30 Novembre 2011 17.59 (731°)

Alto 98,6 metri è uno dei campanili più alti d’Italia. Si erge, isolato, in un angolo di piazza San Marco di fronte alla basilica. Di forma semplice, si compone di una canna di mattoni, scanalata, avente un lato di 12 metri e alta circa 50 metri, sopra la quale si trova la cella campanaria, ad archi. La cella campanaria è a sua volta sormontata da un dado, sulle cui facce sono raffigurati alternativamente due leoni andanti e le figure femminili di Venezia (la Giustizia). Il tutto è completato dalla cuspide, di forma piramidale, sulla cui sommità, montata su una piattaforma rotante per funzionare come segnavento, è posta la statua dorata dell’arcangelo Gabriele. La base della costruzione è impreziosita, dal lato rivolto verso la basilica, dalla Loggetta del Sansovino.
La costruzione, che ebbe in origine funzione di torre di avvistamento e di faro[senza fonte], iniziò nel IX secolo durante il dogado di Pietro Tribuno su fondazioni di origine romana. La costruzione venne rimaneggiata nel XII secolo, durante il dogado di Domenico Morosini, su imitazione dei campanili di Aquileia e soprattutto di San Mercuriale a Forlì [1], e ancora nel secolo XIV.

La torre, già seriamente danneggiata da un fulmine nel 1489, che ne distrusse la cuspide in legno, venne gravemente colpito da un terremoto nel marzo 1511, rendendo necessario l’avvio di opere di consolidamento. Questi lavori iniziati dall’architetto Giorgio Spavento vennero poi eseguiti sotto la direzione del bergamasco Pietro Bon, Proto dei Procuratori di San Marco, dando al campanile l’aspetto definitivo. In particolare vennero riedificata la cella campanaria, realizzata in marmo, al disopra della quale, per dare maggiore slancio, venne realizzato un attico, sulle cui facce vennero poste sculture raffiguranti il leone di San Marco e Venezia, il tutto sovrastato da una slanciata cuspide in bronzo, per rendere la torre visibile dal mare. I lavori vennero completati il 6 luglio 1513 con il collocamento della statua in legno dorato dell’Arcangelo Gabriele nel corso di una cerimonia di festeggiamento che viene ricordata da Marin Sanudo.

Nei secoli successivi vennero fatti numerosi interventi, spesso per riparare ai danni causati dai fulmini.

Nel 1609 Galileo Galilei utilizzò il campanile per fare una dimostrazione del suo cannocchiale.

Nel 1653 fu Baldassare Longhena a seguire i restauri. Altri ne vennero eseguiti dopo che il 13 aprile 1745 un fulmine provocò uno squarcio della muratura, causando fra l’altro alcuni morti in seguito alla caduta di detriti. Finalmente nel 1776 il campanile venne dotato di un parafulmine. Nel 1820 invece venne sostituita la statua dell’angelo con una nuova, realizzata da Luigi Zandomeneghi, posta in opera nel 1822. In seguito al crollo del campanile del 1902, la statua dell’Arcangelo Gabriele, venne danneggiata e il restauro fu affidato a Gioacchino Dorigo che, all’epoca, realizzava oggetti artistici in ferro battuto, rame e ottone per il suo negozio in Calle dei Fabbri.

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