Villar Pellice, cippo a Willy Jervis

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Di famiglia valdese, Willy Jervis, ingegnere e ottimo alpinista, dopo l’8 settembre 1943 entrò nelle file della Resistenza e come sua prima attività fece passare clandestinamente in Svizzera decine e decine di ex prigionieri di guerra alleati; ricercato dalla polizia nazista e da quella fascista, si trasferì in Val Pellice, entrò nel Comitato del Partito d’Azione nelle formazioni “Giustizia e Libertà”; durante una missione in Val Germanasca, finì nelle mani dei tedeschi, fu sottoposto per giorni e giorni ad atroci torture, ma non si lasciò sfuggire la minima informazione; nella notte fra il 4 e il 5 agosto Willy con altri quattro partigiani furono trasportati sulla piazza di Villar Pellice e fucilati. Il suo cadavere fu lasciato appeso ad un albero. Qualche tempo dopo, proprio al di là del muro contro il quale i partigiani erano stati messi a morte, fu trovata una piccola Bibbia che Willy Jervis portava sempre con sé; sulla copertina del volumetto si trovarono, incise con uno spillo, queste parole: “Non piangetemi, non chiamatemi povero. Muoio per aver servito un’idea”.
Nella Conca del Pra, nel comune di Villar Pellice, vi è un rifugio a lui dedicato