GUIDA  Tonezza del Cimone/Ossario di Monte Cimone

Da Wiki.
Soldati italiani sul Monte Cimone
Descrizione degli avvenimenti
Fanteria Italiana
Strada degli Alpini - Descrizione
Strada degli Alpini -Segnavia 240- Monte Cimone mt1226 - Arsiero mt 424....
....dislivello viceversa mt 802 - Tempo percorrenza 2h30

L'Ossario del Cimone: il Sacrario dei sepolti vivi

Tonezza nel vortice della Grande Guerra.

Il 1915 primo anno di guerra per gli abitanti della zona era trascorso senza particolari preocupazioni. La gente aveva continuato a vivere nelle proprie case coltivando i campi tutto questo comunque convivendo fra una moltitudine di soldati, baraccamenti, munizioni, cannoni.

La guerra investì direttamente questo settore all’alba del 16 Maggio 1916, con l’ Offensiva di Primavera (chiamata dagli Italiani Strafexpedition = Spedizione Punitiva) quando alle sei di mattina 369 bocche da fuoco austro-ungariche concentravano il loro tiro su 6 km di fronte.

Verso le ore 12 dello stesso giorno i reggimenti del XX° Corpo d’Armata dell‘armata imperiale, comandati dal futuro Principe ereditario Arciduca Carlo d’Asburgo mossero all’attacco, con loro le due migliori divisioni di fanteria: la 3° Edelweiss di Linz e la 8° Kaiserjaeger di Bolzano, prima di sera gli imperiali avevano già conquistato le cime nelle vicinanze di Tonezza: Pioverna Alta, Costa d’Agra e Monte Coston.

Il 18 Maggio 1916, prima del ripiegamento della fanteria italiana gli abitanti di Tonezza dovettero abbandonare il paese, iniziava così il triste dramma del profugato. Scesero a valle seguendo la Strada degli Alpini. Il mattino seguente due battaglioni imperiali occuparono il forte Campomolon

L’attacco nemico al Cimone ebbe inizio alle ore 6 del 25 Maggio, quando 20 batterie imperiali aprirono il fuoco sulla linea italiana, alle 17,15 reparti nemici riuscirono a penetrare in un tratto di trincea italiana costringendo gli italiani a ritirarsi verso la cima del Cimone, dove resistettero altre 3 ore prima di abbandonarla e ripiegare sul Monte Cavioio.

Con enormi perdite fallirono tutti i tentativi italiani per la riconquista di Cima Cimone, presidiata dalla 12° compagnia del 59° Reggimento Reiner, ma il 23 Luglio dopo 15 ore di bombardamento continuo sulle postazioni imperiali, il battaglione Val Leogra, che aveva risalito le strapiombanti pareti rocciose con corde e scale, assieme ad una battaglione della Brigata Novara che era risalito per la Strada degli Alpini, riuscirono a riconquistarla.

I continui bombardamenti italiani sul ciglio meridionale del monte dove gli imperiali avevano saldamente costruito la loro linea difensiva principale e ulteriori attacchi da parte da parte degli alpini e fanti furono respinti per la tenace resistenza dei fanti salisburghesi

Le trincee italiane e austro-ungariche in certi punti erano lontane soltanto 50mt.

Anche tutti i contrattacchi da parte degli Imperiali per conquistare ancora Cima Cimone fallirono.

Fu cos’ì che gli austrici decisero di distruggere la posizione italiana con una mina.

LA MINA:

Il 5 Agosto sul Cimone sud (zona difesa dagli imperiali), arrivano visite importanti: il Principe Schoenburg comandante del Corpo e il generale di Divisione Horsetzky e ordinano definitivamente che il Cimone venga minato. L’incarico di realizzare l’esplosione viene assegnato al tenente Albin Mlaker e ai suoi zappatori di Linz, con ordine del 9 Agosto: “ tutti i lavori di mina sulla vetta del Cimone passeranno dal 11 Agosto al tenete Mlaker. Il s.t. Woda e i distaccamenti del 1° e 7° compagnia in totale 64 uomini saranno sottoposti ai suoi ordini. Il tenente Mlaker riceverà istruzioni direttamente dal Comando di Divisione”

Come inizio dei lavori di scavo viene scelta una caverna non ultimata a soli 25-30 passi dalla linea italiana, per poter proseguire i lavori anche di giorno gli austriaci realizzano una postazione a 100 passi dal nemico, costruita con sacchi di sabbia e scudi corazzati protettivi, nella quale prendevano posto a turno due tiratori scelti muniti di fucile con cannocchiale, quando nelle feritoie italiane si notava un minimo movimento partiva una fucilata infallibile. Tutto questo faceva passare ai soldati italiani la voglia di osservare i nemici da quella posizione.

Il 22 Agosto, (un mese e un giorno prima dello scoppio della Mina)., il Generale Comandante della Prima Armata italiana Guglielmo Pecori Girladi scrive al Comando del X Corpo d’Armata:

"...qualche indizio non controllabile fa intravedere la possibilità che il nemico prepari lavori di mina per scacciarci dal Cimone. Se queste voci sono giunte come credo alla E.V. (Eccellenza Vostra), non dubito che saranno prese tutte le misure per opporsi al tentativo avversario. Personalmente segnalo e faccio presente l’opportunità di impiegare sul luogo un reparto di minatori per il servizio di ascoltazione e di preparazione di contromina valendosi di geofani dei quali loro sono dotati"

Nonostante tutto i lavori degli austriaci proseguono e al fine di nascondere agli italiani le loro intenzioni fanno arrivare le attrezzature per lo scavo e il materiale tecnico scomposte quindi: un gruppo elettrogeno dotato di motore a benzina da 30cv, un compressore, una perforatrice elettropneumatica arrivano a pezzi e montate sul posto. Il 30 Agosto tutto è pronto perché possano iniziare le operazioni di scavo.