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Foto Acireale:
2012, 2009, 2008
La Timpa a Santa Maria La Scala

Acireale è situato in Sicilia in Provincia di Catania. Il 26 luglio si festeggia il Patrono, Santa Venera.

Confina con i comuni di: Riposto, Zafferana Etnea, Aci Castello, Aci Sant'Antonio, Aci Catena, Santa Venerina e Giarre.

E' a circa quindici chilometri da Catania.

Indice

Vie e Piazze

La Basilica dei Santi Apostoli Pietro e Paolo
Piazza Duomo
Piazza San Domenico
Stele del Cuore di Gesù in Piazza Dante

La Piazza principale di Acireale è Piazza Duomo, su cui si affaccia il Duomo, la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, ed il Municipio. Piazza Vigo è abbellita dalla presenza della chiesa di San Sebastiano e del palazzo Pennisi di Floristella.

Da Piazza San Domenico percorrendo via Marchese di San Giuliano ci si ritrova nei pressi della Biblioteca - Pinacoteca Zelantea, in via Alessi sorge il famoso teatro del Folclore.

Da Vedere

  • Cattedrale
  • Basilica dei SS. Pietro e Paolo
  • Basilica di San Sebastiano
  • Palazzo Musmeci
  • Palazzo Scudero
  • Palazzo Mauro Riggio

Dove Mangiare

  • Ristorante La Stiva, Via Nissoria, 71
  • Ristorante Al Ficodindia, Piazza San Domenico, 1
  • Ristorante All'Antica Osteria, Via Carpinati, 34
  • Ristorante Bellavista, Viale De Gasperi, 129
  • Ristorante Dal Barone, Via Argenta, 8
  • Ristorante I Cavaddari, Piazza Bellavista, 5
  • Ristorante Il Cavalluccio Marino, Via Argenta, 38
  • Ristorante Sole Mare, Viale Jonio, 25
  • Trattoria La Curva, Via Nissoria, sn

Teatri

  • Teatro Turi Ferro
  • Teatro del Folclore

Complessi Bandistici

  • Generoso Risi - Città di Acireale

Lapidi Commemorative

Informazioni Utili

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Bibliografia

  • Acireale, G. Rizza, in "Enciclopedia dell'Arte Antica", vol. I (1958)
  • Acireale: guida storica, monumentale e turistica, S. Rizzo, Acireale (1977)
  • La vegetazione. Acireale: ambiente, cultura e società, AA. VV., Catania (1979)
  • Notizie storiche della città di Acireale (rist. anast. Palermo, 1836), Leonardo Vigo, Ed. Atesa, collana "Biblioteca di storia municipale italiana"
  • Acireale. Una città attraverso il barocco, A. Marino, Ed. Skira (1999)

Memorie Storiche

Il libro L'Italia meridionale o L'antico reame delle Due Sicilie (1860) così descrive il comune:

Acireale, con 22 mila abitanti, capoluogo di distretto, posta alle falde dell'Etna e presso alla riva del mare, in mezzo a fertile territorio, città industriosa e commerciante.

Mentre nel Dizionario del 1858 di Antonio Busacca la città viene così descritta:

Aci Reale - Città marittima nel val Noto. Dista da Catania 10 miglia, da Palermo 130; è al grado 57, 42 di latit. long. 33 22. Popol. 23750, esten. 2490 sal. Si vuole sorta dalle antiche rovine di Xifonia. Il castello si crede fabbricato dal Console romano Aquilio, in tempo che in Sicilia ardeva la guerra servile, onde in onore del console la città fu detta pure Aquila; dall'anno 1521 è stata riconosciuta come città demaniale. Oggi è nell'Intendenza diocesi di Catania. Ha nel suo distretto amenissimo ed abbondante il fiume detto delle Acque Grandi, detto ancora fiume di Aci dal nome del pastorello amante della vezzosa Galatea, il quale sendo ucciso da Polifemo in sua presenza fu cambiato in fiumicello, che si scarica al Capo Xiphonim, ed è oggi detto dei Molini. Vi sono nella città molte fabbriche di forbici e coltelli. Il circuito della città è circa tre miglia. Ha nella sua spiaggia un caricatolo di frumento. Lungo la strada che conduce a Catania si trovano avanzi di un antico bagno con acque termali sulfuree calde: quest'acqua nel tratto del suo cammino per dove passa, lascia il colore dello zolfo nelle pietre e nei fiori. V. Riolo, acque termali pag. 77. Da Biscari viag. ediz. 1816 pag. 25, ci è, che è stata la patria dell'istorico D Anastasio di Aci Cassinese, del Dr. Benedetto Barbagallo commentatore del rito di Sicilia, di Erasmo Sciacca, di Pietro Paolo Platania, di Vincenzo Geremia, di Anselmo Grasso, e di altri letterati.

In Corografia dell'Italia (1832) così viene descritto il comune:

ACIREALE, città di Sicilia, ai piedi del Mongibello in riva al mare che guarda la Calabria. Sta sopra un esteso masso di lava basaltica, formato da nove dir versi strati, che in complesso presenta una profondità di oltre trenta piedi. Da Aci a Catania vi sono circa dodici miglia e vi si annoverano lungo la via otto montagne create da altrettante eruzioni dell'Etna, ciascheduna della quali ha il suo cratere, che vomitò materie brucianti. La città è difesa da un castello, che serve pure da prigione di stato; le sue case sono edificate con lave; ha strade larghe, piazze regolari e chiese di un bello stile, ma soverchiamente adorne, come lo sono quasi tutte quelle di quell'isola. Il territorio è alquanto insalubre per alcuni vicini pantani, ma ubertoso di cereali e di lini. Non molto discosto dalla città si trova una fonte d'acqua minerale, cui sta vicino la caverna di Polifemo, la grotta della misera Galatea, e la rupe sotto la quale geme il povero Aci. Quivi pure stava il porto d'Ulisse, in oggi tutto pieno di lave. Da taluni questa città fu chiamata Aquileia dal nome del consolo Aquilio, che vi fabbricò il castello. Vi si contano quasi 15 mila abitanti.