GUIDA  Brebbia

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Foto Brebbia:
2012, 2009, 2008

Brebbia è situato nella Lombardia, ai confini con il Piemonte, nella Provincia di Varese. Il 29 giugno si festeggia il Patrono, SS. Pietro e Paolo. Tra gli edifici religiosi: Chiesa dei SS. Pietro e Paolo (romanica).

Confina con i comuni di: Belgirate, Besozzo, Travedona-Monate, Ispra e Malgesso.

Indice

Dove Mangiare

  • Trattoria La Lavanda, Via Castellaccio, 5

Biblioteche

  • Biblioteca Comunale, Piazza della Chiesa

Musei

Volontariato, Onlus e Associazioni

  • Skating Club Canguri Brebbia Associazione Sportiva Dilettantistica, Via Garibaldi

Memorie Storiche

Il libro Antiquario della Diocesi di Milano (1828) così riporta:

BREBBIA. era un forte castello nelle età romane, e teneva le sue porte e le contrade, tra le quali si trova nominata la contrada De Curte. Fabbricaronvi i Romani un tempio a Minerva, e Gneo Terenzio pel primo vi pose i bagni, e vi si celebravano i giuochi quinquatrj tanto celebri nelle romane storie. Le carte del secolo X fanno menzione dell'antichissima chiesa di s. Pietro, goduta fin d'allora come in commenda dai nostri arcivescovi, i quali altresì furono signori di Brebbia per molto tempo. Difatti Gottofredo scismatico, intruso nella sede nel 1072, fuggì qui a fortificarsi nell'arcivescovile castello. Qui dimorò Anselmo V finché vide ben disposti gli affari per la coronazione di Corrado in re d'Italia; qui fu rilegato l'arcivescovo Enrico Settala, dalla fazione popolare, e vi morì di febbre maligna. Il di lui cadavere fu trasportato a Milano.

Fu poi il castello di Brebbia distrutto nell'anno 1263 dai Torriani. Il dominio però di Brebbia durava tuttavia nei nostri arcivescovi nel secolo XIV. L'istromento di concordia tra l'arcivescovo Cassone Tornano e il magnifico Matteo Visconti, stipulato solennemente in Asti, riferisce che né il detto Matteo né il comune di Milano con suo consenso si sarebbe intromesso nei luoghi sottoposti all'arcivescovato, e fra questi viene nominata la Castellanza di Brebbia. Si vede tuttora vicino a Brebbia un luogo dello il Castellazzo, dove abitavano gli arcivescovi, il quale fu successivamente posseduto dall'antica famiglia Besozzi Rabagliona, ed indi dalla casa Bernacca.

E degna d'osservazione la suddetta chiesa di s. Pietro, di gotica architettura, che ora serve di parrocchiale, e dicesi fondata da s. Giulio: anticamente eravi una collegiata delle più numerose, ed era la principal chiesa di tutta la pieve di Besozzo. Le adunanze plebane si facevano nella contrada De Curte, che abbiamo accennata, ed in cui si trova esistere nel 1170 una casa detta Pieve. I canonici erano divisi in ordine gerarchico fino nel principio del secolo XI. Celebre fu poi la lite sostenuta dal proposto di Brebbia contro l'abate di s. Celso di Milano nel 1152 intorno alle due chiese di s. Salvatore d'Ispra e di s. Ippolito di Comerio; la curia arcivescovile decise a favore del proposto. Caduta dal suo antico splendore la collegiata di Brebbia, numerosa di diciotto canonici, s. Carlo la soppresse e trasferì sei canonici, cioè Gentile Besozzo, Giorgio Besozzi, Gerolamo Picoranigra, Giammaria Milano, Bartolommeo Oriolo e Donato Carcano, a s. Tommaso in Terra amara di Milano: del rimanente formò la collegiata di Besozzo, dove trasferì anche la prevostura e la plebania, come è di presente.