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Foto Bubbio: 2012, 2009, 2008 |
Bubbio è situato nel Piemonte in Provincia di Asti. Tra gli edifici religiosi: Chiesa Parrocchiale dell'Assunta.
Confina con i comuni di: Loazzolo, Monastero Bormida, Roccaverano, Canelli e Cassinasco.
Indice |
Dove Mangiare
- Ristorante Castello di Bubbio, Piazza del Castello, 3
- Ristorante Teresio, Via Roma, 16
Pasticcerie e Gelaterie
- Pasticceria Cresta Osvaldo, Via Cortemilia, 5; telefono: 0144-8117
- Pasticceria Gallo, Piazza del Pallone, 1A; telefono: 0144-83443
Biblioteche
- Biblioteca generale Leone Novello, Piazza delle Scuole, 3
Informazioni Utili
Memorie Storiche
Nel Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale (1834) Goffredo Casalis così descrive il comune:
Bubbio (Bubium), capo di mand. nella prov. e dioc. di Acqui, div. d'Alessandria. Dipende dal senato di Piem., intend. prefett. insin. ipot. d'Acqui, posta di Canelli. Vi risiedono il giudice di mandamento e il ricevitore dei regii tributi.
Bubbio unitamente al suo castello fu già la porzione del marchese Bonifacio di Cortemilia, a lui toccata nella divisione fatta co' suoi fratelli, degli stati di Bonifacio del Vasto. loro padre, nel 1142. Mancato quegli senza prole, lo acquistarono i Carretti marchesi di Savona, che ne fecero poi omaggio al comune d'Asti, e quindi ad Amedeo V di Savoja nel 1313, allorchè il contado d'Asti vennegli conferito da Arrigo imperadore.
Passò per altro sotto i marchesi di Monferrato, come ci si mostra dal parlamento di Chivasso del 1320. Il marchese di Saluzzo nel 1346 ne faceva ad essi ricognizione.
Questi ne infeudarono una parte agli Scarampi di Vinchio, e l'altra a' Bertrandi, che la vendettero poi al ramo degli Scarampi del Cairo: dai quali pervenne al marchese di Canelli. Amedeo VIII lo prese ai Monferrini, e lo restituì col trattato di Torino del 1435 (vedi Acqui). Lo pigliarono durante la guerra della Reggenza, con uno stratagemma, le truppe spagnuole nel 1639, ma lo riebbero i Monferrini due anni dopo.
Come capo di mandamento, ha soggetti i comuni di Cassinasco, Cessole, Loazzolo, Monastero e Vesime.
Giace sul pendio d'un colle alla sinistra sponda del Bormida occidentale, che quivi tragittasi sur un ponte di legno, e abbonda di anguille e di pesci d'inferior qualità. Il capo di provincia gli sta a ponente alla distanza di sette miglia.
Vi sorge il così detto Ciglione assai popolato di castagni e di pini; ma di malagevolissima salita nella cattiva stagione. Evvi un filatojo cui danno moto le acque del Bormida; in questa fabbrica sono occupati da 100 operai. Dieci persone vi sono eziandio impiegate di continuo a filare la seta con una macchina posta in giro a manubrio. Il territorio produce in copia frumento, meliga, legumi, uve e castagne. Ne' folti suoi boschi si taglia molta legna di abeti. Vi sono considerevoli le ricolte dei bozzoli. I vini di questa terra riescono eccellenti.
La parrocchia, di bella architettura, sotto il titolo di N. D. assunta, è governata da un prevosto vicario foraneo. Sonovi un castello, una piazza grande ed una piccola.
Si tengono due annue fiere: una detta di s. Giacomo addì 25 di luglio; l'altra di s. Simone il 28 di ottobre. Il principale traffico che si fa in esse è quello del bovino bestiame.
Havvi una stazione di quattro carabinieri reali. Pesi e misure del Monferrato. Gli abitanti sono di lodevol indole, e di complessione robusta. Popolazione 1408.