GUIDA  Caluso/Memorie Storiche

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In Corografia fisica, storica e statistica (1837) così viene descritto il comune:

Caluso, già nobile e forte castello dei Valperga, signori di una gran parte del Canavese, è una ragguardevole terra intersecata a foggia di croce dalla via provinciale, e da un canale detto la Bealera di Caluso. Sulla vetta di una vicina rupe sorgeva il suo aulico fortilizio; di esso non restano in piedi che due muraglie di straordinaria grossezza. La chiesa di S. Andrea è arcipretura, ma una parte della popolazione comunitativa è addetta alla propositura posta nel casale di Rodallo. Nel capoluogo trovasi un collegio, ove i giovani sono istruiti fino alle belle lettere inclusivamente, una pubblica scuola anche per le fanciulle, ed un Teatro di mediocre grandezza. Deliziosa è la villa del Conte della Trinità, con vaghi giardini all'intorno. Di aspetto assai più modesto è quella dei Conti Valperga, ma essa acquistò lustro immortale, per aver servilo di cuna all'Abate Tommaso, cui tributarono omaggi di altissima stima tutti i contemporanei, e cui l'Alfieri salutò col nome di uomo unico, ottimo degli uomini.

In L'annotatore piemontese ossia giornale della lingua e letteratura italiana, è riportata la "Lettera ventesimasesta del Professore G. F. Baruffi al chiarissimo signor Cavaliere Moris, Professore di botanica e materia medica nella R. Università di Torino - Da Torino ad Ivrea ed Aosta nel mese di luglio del 1839" dove si legge:

Giunto nella fertile e cospicua terra di Caluso, vedrete cambiare la scena; più lieta e variata è la campagna; i colli son vestiti dalla vite che tanto rallegra la vista, e produce il vino famoso di Caluso; il cielo pare più bello, l'aura più pura, e vi torna forse in mente il nome dell'abate di Caluso, l'amicissimo di Alfieri. Ora, se potete disporre d'una breve mezz'ora di tempo, salite dolcemente lassù alla bella vigna del cortese sig. Avv. Genta, che ivi, come da un comodo belvedere, potrete pascere lo sguardo d'una delle più vaghe vedute del Canavese e del Piemonte; badate come gli avanzi di quell'antica fortezza contrastano stranamente con quei ridenti vigneti; e se v'interessa la coltura della vite, date un'occhiata a questa del sig. Genta, la quale è riputata una delle migliori e per l'esposizione e per la diligenza con cui viene coltivata. I Calusini sono buoni ed attivi, ed il canale che attraversa il loro territorio venne derivato dall'Orco verso la metà del secolo XVI, per opera d'un maresciallo francese, il rinomato Brissac.