GUIDA  Canosio

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Foto Canosio:
2012, 2009, 2008

Canosio è situato in Piemonte in Provincia di Cuneo. Il 13 dicembre si festeggia il Patrono, Santa Lucia. Tra gli edifici religiosi: Chiesa di San Lorenzo (in frazione Preit); Cappella di San Giovanni.

Confina con i comuni di: Sambuco, Prazzo, Marmora, Argentera, Acceglio e Pietraporzio.

Impianti Sportivi

  • Sciovia Pra La Gancia, Canosio (Centro)

Bibliografia

  • Per antichi sentieri. Itinerari culturali a Marmora e Canosio, a cura di Mario Cordero, Ed. L'Arciere (1995)

Memorie Storiche

Il libro Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia (1837) così riporta su Canosio e la sua attuale frazione di Marmora:

CANOSIO e MARMORA sono due casali o villaggi che Carlo Emanuele I infeudava ad un Conte della casa Ferrero. Anche nelle loro vicinanze furono ritrovate antiche lapidi, con iscrizioni in onore di Augusto. Nei bassi tempi Canosio è denominato Canosium del pari che un antica città della Puglia, ma non è facile lo asserire che tra questi due luoghi fosse comune l'etimologia, facendola derivare dalla bianchezza dei bellissimi veli delle loro respettive mandre. Verso la metà di Luglio del 1744 accampavasi in questi dintorni una colonia dell'esercito gallo-ispano, condotto dal principe di Conty. Il comune di Canosio ha una propositura nel capoluogo, ed una parrocchia in Preit: Marmora ha una propositura. Tutte le indicate cure del Mandamento dipendono dalla Diocesi di Saluzzo.

Mentre nel Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale (1836) Goffredo Casalis così descrive il comune:

CANOSIO (Canosium, Canusium), com. nel mand. di Prazzo, prov. e div. di Cuneo, dioc. di Saluzzo. Dipende dal senato di Piem., intend. gen. prefett. ipot. di Cuneo, insin. di San Damiano, posta di Dronero.

Fu detta pure Canusium un'antica città della Puglia, le cui lane erano rinomatissime pel nativo loro colore.

Canosio seguì le vicende comuni a tutte le terre della valle ove giace. Fu anticamente soggetto ai marchesi di Saluzzo. Da Carlo Emmanuele I venne infendato col luogo della Marmora al conte Sebastiano Ferrero (v. Biella). Lo tennero posteriormente con titolo di contado gli Alessi del paese di Carrù.

I valdesi che dapprima si erano rifuggiti nel territorio di questo luogo, ne furono prontamente scacciati dagli abitanti.

Qui si trovarono vetuste lapidi aventi iscrizioni ad onore di Augusto.

Verso la metà di luglio del 1744 Si accampò nei dintorni di questo comune una colonna dell'esercito gallispano sotto gli ordini dell'Infante D. Filippo di Spagna e del Principe di Borbone Conty. Quella colonna coprì gli assalti dati cosi nella vallea laterale di Stura alle Barricate, come in quella di Varaita, ed impedì ad un tempo le comunicazioni per le dette valli all'esercito austro-sardo.

Canosio trovasi a maestrale di Cuneo nella valle di Macra sulla destra sponda del torrente di questo nome. Compongono questo comune Villa capo-luogo, Collo e Preit.

La sua strada, da levante, conduce a Marmora, e da ponente ai confini di Bersezio, Pietraporzio e Sambuco, comuni della valle di Stura.

Il Macra vi si tragitta sur un ponte di legno. Questo torrente che nasce dai due laghetti Magnina e Servagno è colà privo di pesci. Ne sono derivati alcuni canali per l'irrigazione delle campagna. Il laghetto Magnina è della larghezza di un trabucco, e della lunghezza di tre; il Servagno ha due trabucchi in quadro. Giacciono entrambi sulla vetta del balzo detto Pianessio.

Vi sorgono due colli, uno chiamato Scavagno per cui si va a Bersezìo, l'altro detto del Cugno che mette al Sambuco: le vie ne sono praticabili a piedi e a cavallo.

Due sono le parrocchie di questo comune: la prima consecrata alla Natività di N. D. sta nella villata principale; la facciata di questa chiesa è di gotica forma, in pietre da taglio lavorate: la seconda trovasi nell'unito luogo di Preit. Il cimiteno è discosto trenta trabucchi circa dall'abitato.

Le produzioni territoriali sono: fromento in poca quantità, segale, orzo, e marzuoli d'ogni specie. Vi si mantiene un considerevol numero di bestie bovine e di capre. I cacciatori vi trovano pernici, fagiani, lepri, volpi e rupicapre. Vi sono alcune fabbriche della tela, ed havvene una di grossi panni, in cui sono impiegati cinque operai.

Nella scuola comunale s'insegnano i primi elementi della lingua italiana.

Alli 12 di settembre si fa una fiera che dura tre giorni: accorrono ad essa molti trafficanti del Piemonte per la compra del vario bestiame.

Gli abitanti sono di robustissima complessione, d'ingegno vivace, ma poco inclinati alle lettere, e forse troppo tenaci delle proprie opinioni.

Popolazione 980.