GUIDA  Carnevale in Italia

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La festa del Carnevale affonda le proprie radici nell'antica usanza cristiana di fissare in questo giorno, il termine ultimo in cui era possibile mangiare carne (dal latino carnem levare) prima della lunga astinenza imposta dalla Quaresima. Tuttavia alcuni credono, in virtù degli aspetti più controversi del suo cerimoniale, che in esso sia stata raccolta l'eredità delle feste dell'antica Roma. Temi religiosi e pratiche pagane ancor oggi s'intrecciano nei diversi modi di festeggiarlo da città a città, di cui in questa pagina sono riassunte le voci più significative.


Venezia - Maschere di Carnevale
  • Crognaleto (Teramo, Abruzzo): le usanze perdute della civiltà contadina ispanica rivivono nel rituale dell’Erede, che vede protagonisti tutti i neonati primogeniti di sesso maschile del posto.
  • Montescaglioso (Matera, Basilicata): protagonista la licenziosità delle antiche popolazioni locali unita, incarnata dalla maschera di Carnevale (dai tratti contadineschi), mescolata alla mitologia classica ellenistica, ripresa nella figura della Parca (trasposizione romana della greca Moira).
  • Carnevale Saraceno - Montalto Uffugo (Cosenza, Calabria): l’improvvisazione la fa da padrona in questa rappresentazione storico-farsesca, in cui si rievoca l’invasione dei Saraceni, nel X secolo, che, secondo le cronache dell’epoca (non immuni da elementi leggendari), i contadini montaltesi, armati alla meno peggio, riuscirono a respingere.
  • Santa Lucia di Serino (Avellino, Campania): streghe e demoni conferiscono al corteo mascherato un’atmosfera esoterica e infernale, cui si contrappone vivace raffigurazione dei dodici mesi affidata ad altrettanti cavalieri.
  • Castelnovo di Sotto (Reggio Emilia, Emilia Romagna): Un carnevale, tra i più importanti dell'hinterland reggiano, interamente fatto in casa, durante il quale rinverdisce la secolare arte locale di creare maschere e pupazzi, fiorita nel XVIII secolo. La festa si conclude con la cosiddetta Borsa nazionale della maschera usata, mercatino riservato ad associazioni e organizzatori di corsi mascherati.
  • Cento (Ferrara, Emilia Romagna): Tra i più fastosi ed antichi del panorama europeo, sicuramente il più trasgressivo in assoluto, prova ne è il fatto che è il solo ad essere gemellato con quello di Rio de Janeiro. Ricordato in alcuni dipinti del Guercino, la sua marcata impronta popolare si evince particolarmente nel rito del Testamento di Tasi, che ripropone lo stile antico dei testamenti di personaggi, vittime sacrificali del carnevale. Un fantoccio di paglia, con indosso un mantello nero, bersagliato da una salve di invettive e insulti da parte dei suoi concittadini, legge il suo testamento ricalcando lo stile della Zirudella, un componimento vernacolare rimato, dove si sottolineano ironicamente vizi e peccati locali. Il cerimoniale termina con l’esecuzione del fantoccio, dato in pasto alle fiamme tra fuochi d’artificio e balli.
  • Modena (Emilia Romagna): Ad animare le strade di giovedì grasso vi sono carri allegorici e maschere colorate, tra cui quella modenese doc di Sandrone (contadino rozzo, ma nel contempo furbo e scaltro). In esso si identifica il popolo più umile, che cerca di sopravvivere ricorrendo alle astuzie più disparate. Il carnevale per i modenesi coincide con l’arrivo alla stazione ferroviaria della città della Famiglia Pavironica, cioè di Sandrone, della moglie Pulonia e del figlio Sgorghiguelo. Da qui muove il corteo che si conclude in piazza Grande con lo sproloquio di Sandrone dal balcone del Palazzo Municipale.
  • San Giovanni in Persiceto (Bologna, Emilia Romagna): momento centrale della festa è lo “spillo”, ossia la trasformazione allegorica del carro, addobbato come un gigantesco Uovo di Pasqua, che nasconde la sorpresa, cioè il messaggio allegorico. Immutato da cent’anni il rituale, che si apre con il Discorso della Corona che Re Bertoldo pronuncia dal balcone del palazzo comunale, affiancato dal Principe Bertoldino e dalla consorte Marcolfa. A questo punto, preceduto da un gruppo di ballerini, entrano in scena i carri che svela il loro contenuto allegorico. Al vincitore viene assegnato il Gonfalone, su cui è ritratto Bertoldino spinto da un asino, insieme a una bandiera bianca simbolo di vittoria.
  • Carnevale di San Grugnone - Conselice (Ravenna, Emilia Romagna): dal lontano 1919 per i conselicesi il mercoledì delle Ceneri coincide con il giorno di San Grugnone, un santo speciale che un gruppo di burloni inventò dal nulla per prolungare i bagordi carnevaleschi e che chiamò così alludendo alla smorfia di disapprovazione (grugno) per lo spirito astinente e penitenziale della Quaresima. Il rituale fu definito da un tale ragionier Buzzetti, che trasformò Conseline nello Stato di Boystenland, la cui corte reale, scortata da carri allegorici, fa tappa in tutte le Colonie (corrispondenti alle frazioni) fermandosi a degustare sfrappole e zuccherini, offerti insieme con il vino dai sudditi. Un evento bissato la seconda domenica di Quaresima.
  • Festa della Zobia - Fiorenzuola d'Arda (Piacenza, Emilia Romagna: trae origine da un’antica festa del XVI secolo, dal profondo e per certi versi controverso significato storico. Tra i colori e i suoni dei carri allegorici si aggira la Zobia, una strega dispettosa che si diverte a fare il verso alle altre maschere del corteo. Un evento noto da diverso tempo come Palio della Zobia, nel corso del quale si premia il carro più originale.
  • Lo Sballo in Maschera - Busseto (Parma, Emilia Romagna): le sue radici ottocentesche risaltano oltre che nelle maschere, soprattutto nei piatti tipici che portano nomi ispirate alle opere del grande compositore Giuseppe Verdi, nativo del posto.
  • Il Palio di Trieste, o Trieste/Il Palio dei Rioni giunto al 24° corso mascherato, ove partecipano nella sfilata sia i carri con le maschere a piedi dei 9 Rioni cittadini, sia maschere singole, in coppia o in gruppo, con premiazione finale da parte di una Giuria. Diverse Bande accompagnano con la loro musica, o percussioni, la sfilata per le vie cittadine. La manifestazione si svolge l'ultimo di Carnevale (martedì grasso) alle ore 14, con partenza da piazza Oberdan ed arrivo in Piazza dell'Unità d'Italia.
  • Muggia (Trieste, Friuli Venezia Giulia): un’intera settimana di festeggiamenti. Si aprono le danze il giovedì grasso con il “Ballo della verdura” e con l’arrivo nel porto della Serenissima, la storica imbarcazione della Repubblica di Venezia. Dopo la sfilata in maschera tutta al femminile del venerdì e quella dei carri allegorici della domenica, si riprende il lunedì con la questua delle uova con le quali si prepara un’enorme frittata di pancetta e cipolla. Chiusura il mercoledì delle Ceneri con la morte di Carnevale, annegato in mare e successivamente arso sul rogo.
Il carro vincitore del Carnevale Carsico ad Opicina (Trieste) con l'Arka Maya e Noè
  • Carnevale Carsico ad Opicina Trieste (Friuli Venezia Giulia) :il sabato grasso di ogni anno, alle ore 14,00, (e quest'anno si è svolta la 46° edizione), lungo le 2 vie principali della frazione carsica, e cioè la Strada di Vienna, che collega alla Slovenia, e la via di Prosecco (altra frazione del Comune di Trieste) si svolge la competizione con sfilata di carri, gruppi mascherati e bande provenienti da molte borgate del Carso, alcune anche dalla Slovenia. Tanto per citare i nomi di alcuni paesi (non tutti Comuni) che partecipano a tale sfilata competitiva, oltre a gruppi mascherati organizzati da Scuole, Ricreatori comunali e Cooperativa sociale Trieste-Anfass: Prepotto, Ceroglie, Sgonico, San Mauro, Medeazza-San Giovanni, San Pelagio, Savogna d'Isonzo, Merce, Gropada-Padriciano, Duino-Aurisina Bagnoli, Prosecco-Contovello, Cologna, oltre naturalmente ai padroni di casa di Opicina. Non mancano i tradizionali crostoli e vin brulè, per riscaldare il pubblico che affolla le strade, nonostante la temperatura piuttosto rigida della zona. Vedi: Carnevale Carsico
  • Resia (Udine, Friuli Venezia Giulia): la melodia di strumenti tradizionali come le zitire (sorta di violini) e le buncule (violoncelli a tre corde) accompagna il rogo di Babac, fantoccio che impersona il Carnevale.
  • Sauris (Udine, Friuli Venezia Giulia): a sfilare per le vie del centro storico, illuminate dalla suggestiva luce delle lanterne, è un corteo di maschere di legno, capeggiato da Rolar (demone, con il volto annerito dalla fuliggine) e da Kheirar (re delle maschere, dalle vesti lacere, che con una scopa bussa alle porte delle abitazioni).
  • Gradoli (Viterbo, Lazio): da cinque secoli il giovedì grasso ha luogo la Festa degli Incappucciati, nel corso della quale gli adepti dell’omonima confraternita raccolgono per il paese offerte di vario genere, destinate a una grande asta finale. Con il ricavato di quest’ultima, il mercoledì delle Ceneri, si allestisce il Pranzo del Purgatorio.
  • Ronciglione (Viterbo, Lazio): alle tipicità del Carnevale (carri allegorici e la consegna delle chiavi della città al Re) si aggiungono elementi di forte valenza storica, come la Cavalcata degli Ussari e la Corsa dei Berberi (cavalli non sellati, lanciati al galoppo privi di fantino), insieme con riti bacchici e pagani.
  • Carneval Vecc - Grosio (Sondrio, Lombardia): forme ed usanze dell’antica civiltà contadina valtellinese rivivono in questo carnevale, tra i più rinomati della regione. Le maschere, tramandate di padre in figlio da generazioni, esprimono, insieme con il rituale, la contrapposizione tra la licenziosità del Carnevale, identificato in un montanaro grasso e allegro, e la continenza della Quaresima, impersonata da una vecchia raggrinzita recante un cesto vuoto. Attorno ad essi agiscono personaggi come il Paralitico beffardo, il pagliaccio burlone Toni, l’Orso selvatico trattenuto dall’Ammaestratore (che nell’immaginario contadino simboleggia il tentativo dell’uomo di arginare la natura selvaggia) e la Bernarda, la prediletta dai grosini, che rappresenta un uomo travestito da poppante che spruzza il pubblico con il suo biberon ripieno di vino.
  • Carneval di Mat - Bormio (Sondrio, Lombardia): passato alla storia per i suoi eccessi e la sua durata, questa festa, di quattrocentesca memoria, dopo un silenzio di anni è stata ripresa nella sua forma originaria, seppur depurata dei suoi tratti più smodati. I mat sono i giovani del paese che ogni anno designano un Podestà che per un giorno si sostituisce al Sindaco, mentre, nella piazza del Kuerc, Arlecchino si fa portavoce delle lagnanze del popolo.
  • Re Gnocco - Castel Goffredo (Mantova, Lombardia): nato nel 1872 il carnevale più rappresentativo del mantovano ha il suo momento clou nel “venerdì gnoccolaro”, nel corso del quale la Corte dei Gonzaga incorona con il titolo di Re Gnocco, colui che ha eccelso per voracità durante la gnoccolata. Quindi sfilata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati.[1]
  • Carnevale Ambrosiano - Lecco (Lombardia): una parata in costume dai preziosi contenuti storici quella capeggiata da Re Resegone e Regina Grigna, i quali trasportati per la città da una carrozza d’epoca, ne prendono possesso per un giorno. Appuntamento in Piazza XX Settembre per l’ultimo atto del carnevale e per la premiazione dei carri più riusciti.
  • Carnevale Bagosso - Bagolino (Brescia, Lombardia):
    Carnevale Bagoss, I balarì
    romanticismo e buffoneria si fondono in questo evento, imperniato sulle aristocratiche note della “Compagnia dei balarì”, giovani virtuosi del canto e della danza. Agghindati con pizzi e velluti e coperti da maschere veneziane, rinverdiscono motivi rinascimentali, che facevano parte dei rituali di corteggiamento. Accanto alle serenate, non disdegnano le segnàcole (mimica delle mani) sarcastiche, cui fa seguito il conclusivo ballo in cerchio dell’Ariosa.
  • Carnevale dei Belli e dei Brutti - Schignano (Como, Lombardia): la curiosa distinzione del corteo si traduce nel diverso abbigliamento adottato dai due gruppi. I primi più raffinati e colorati nei loro pantaloni alla zuava e nei pittoreschi copricapi di carta; più poveri e trasandati nelle vesti i secondi, che con i loro tratti demoniaci e la loro gestualità minacciosa atterriscono il pubblico. Ad essi si affiancano maschere tradizionali come quella del sapör (i cui tratti contadini rimandano ai primi abitanti della valle) e della ciocia (un uomo travestito da vecchia). Tutti alla fine si ritrovano a compiangere la morte di Carnevale, rappresentato nella fattispecie dal fantoccio Carlisepp.
  • Carnevale del Povero Piero - Trezzo sull'Adda (Milano, Lombardia): la suggestiva cornice del Castello Sforzesco fa da sfondo alla processione in maschera che accompagna il Povero Piero (il classico fantoccio impagliato) verso il rogo sacrificale, allestito su una piattaforma sospesa sulle acque del fiume Adda e con cui si simboleggia la fine dell’inverno.
  • Laveno-Mombello (Varese, Lombardia): sulle sonde del Lago Maggiore prende vita, il sabato pomeriggio, una variopinta rassegna di carri ispirati a fatti e personaggi di bruciante attualità.
  • San Giovanni Bianco (Bergamo, Lombardia): nella terra che secondo la tradizione ha dato i natali alla popolarissima maschera di Arlecchino, si inizia a festeggiare la domenica con l’Arlecchinata e si finisce il martedì grasso con la messa al rogo del coloratissimo personaggio.
  • Ivrea (Torino, Piemonte): annoverato tra i carnevali di maggior rilevanza mediatica, ha la sua fase culminante nella famosissima “battaglia delle arance”. Dal lontano 1808 gli eporediesi, divisi in gruppi, a piedi o sul carri, si sfidano per tre giorni (domenica, lunedì e martedì) a colpi di agrumi, nel ricordo delle sommosse popolari del periodo napoleonico. Alla medesima epoca si ricollegano i momenti topici della festa, oscillanti tra rappresentazione storica e evocazioni leggendarie: la sfilata del Generale e del Suo stato Maggiore, l’apparizione della Mugnaia (eroina locale e figura centrale del rituale) e la cerimonia della Preda in Dora (nel corso della quale il Podestà getta una pietra di Borgo Castellazzo, quale monito contro la tirannia).
  • Biella (Piemonte): protagonista assoluto è il Babi, un uomo travestito da rospo che per aver insidiato Catlina, moglie del Gipin, viene mandato al rogo, non prima di aver declamato urbi et orbi vizi e misfatti della comunità biellese.
  • Castellamonte (Torino, Piemonte): la più antica testimonianza di questo carnevale è datata intorno al 1360. Il cerimoniale rievoca la distruzione dello storico castello, chiamando in causa più di duecento attori (tra cui le Sette Dame velate di nero, in rappresentanza di altrettanti rioni della città) e decine di carri sarcastici.
  • Oleggio (Novara, Piemonte): ispirato all’insuperabile arte dei maestri viareggini, questo carnevale impegna tutto l’anno la popolazione per l’allestimento dei carri, in testa ai quali sfilano le maschere locali di Pirin e Main.
  • Sampeyre (Cuneo, Piemonte): un giovedì grasso all’insegna della rievocazione storica mescolata con le tradizionali danze alpine, quello che vede protagonista la Bahio (congregazione di giovani) della Val Varaita. Trecento figuranti che in prezioso costume d’epoca ricordano la cacciata dei Saraceni.
  • Viareggio (Lucca, Toscana): indubbiamente la manifestazione carnevalesca più famosa d'Italia. Vanta una storia di ben 135 anni ed attira numerosi turisti italiani e stranieri. Nei giorni dedicati al Carnevale le strade della città, soprattutto il corso principale, si colorano e diventano un vero e proprio teatro all'aperto. Carri mastodontici e coloratissimi sfilano per il corso principale tra maschere grandi e piccole che ballano, cantano e festeggiano insieme alla folla dei turisti estasiati da tanta allegria ed arte. Notes.png Vedi: Carnevale di Viareggio
  • Bibbiena (Arezzo, Toscana): prima del gran veglione conclusivo, spazio alla messinscena storica, con la rappresentazione della storia di Mea, un’avvenente popolana che spezzò il cuore a tanti bibbienesi di ogni ceto sociale.
  • Calenzano (Firenze, Toscana): il clima della guerra intercomunale tra Firenze e Pisa del 300 viene ricreato in questa sfilata storica, in cui si segnalano le botteghe fiorentine ricostruite sul modello medievale.
  • Vernio (Prato, Toscana): primo weekend di Quaresima ricco di festeggiamenti. Al sabato si tiene il Carnevalino di Sant’Ippolito, reminiscenza di una vecchia usanza contadina di girare, mascherati nei modi più strani, per le case mendicando offerte per la festa finale. La domenica è il giorno della “Festa della Polenta”, le cui origini cinquecentesche oscillano tra verità storica e mito, durante la quale scorrono fiumi di polenta accompagnata da baccalà ed aringhe.
  • Carnevale Asburgico - Arco (Trento, Trentino Alto Adige): voluto nel 1876 dall’arciduca Alberto d’Asburgico per conquistarsi le simpatie della popolazione, si presenta come un gran gala in costume d’epoca, al quale i partecipanti saranno tradotti su preziose carrozze di fin de siecle.
  • Festa dell’Egetmann - Termeno sulla Strada del Vino (Bolzano, Trentino Alto Adige): si tratta di una sfilata in maschera, organizzata il martedì grasso, che prende nome dal suo principale protagonista, il fantoccio Egetmannhansl, scarrozzato insieme alla sua sposa per la città. La sfilata si chiude con la famosa Altweibermühle, il carro dove vengono raccolte le vecchie donne e dal quale emerge una fanciulla di bellissimo aspetto.
  • La Corsa degli Zussi - Prato allo Stelvio (Bolzano, Trentino Alto Adige): riprendendo un antichissimo rito di fertilità, gli Zussi, uomini vestiti di bianco, corrono da un capo all’altro del paese facendo risuonare ininterrottamente i loro sonagli, con i quali, nell’immaginario contadino, si tengono lontani gli spiriti maligni e si fa germogliare il grano.
  • Scheibenschlagen - Silandro (Bolzano, Trentino Alto Adige): ritorna il cerimoniale tipico delle comunità agricole rivolto a procacciare la fertilità della terra e quella delle donne. Due dischi in legno di ontano, forati al centro, attraverso cui vengono fissati a un palo, sono dati alle fiamme e fatti girare, formando una suggestiva scia luminosa.
Carnevale di Offida - "U Bov Fint"
  • Carnevale di Sant’Eraclio - Foligno (Perugia, Umbria): è il più rinomato della regione e la sua storia è intrecciata con quella dell’omonimo Castello medievale. Gli abitanti di quest’ultimo, secondo una cronaca del 1542, scesero in strada l’ultimo giorno di Carnevale, sfilata su carri ornati al suono di pifferi e trombette.
  • Nus (Aosta, Valle d’Aosta): ispirata alle vicende dei Baroni di Nus del 1300, questo corteo in costume vede i Segneurs, i nobili, procedere dall’antico castello verso il centro del paese, con un contorno di fiaccole e tamburi.
  • Pont-Saint-Martin (Aosta, Valle d’Aosta): domina l’intreccio tra storia e leggenda in questa parata, che mette assieme fatti e personaggi dello storico passaggio dell’esercito romano con figure fantasiose come il Diavolo e la Ninfa del Lys.
  • Verrès (Aosta, Valle d’Aosta): tre giorni di balli e rappresentazioni storiche in costume presso lo splendido Castello gotico, un tempo residenza dei Conti di Challant, ne fanno uno tra i carnevali più ricercati.
Carnevale di Venezia
  • Comelico Superiore (Belluno, Veneto): un trionfo di fiori e nastri colorati accompagna il corteo, capeggiato dai due Matazin, travestiti con abiti sia maschili che femminili. che non smettono di saltare e distribuire confetti colorati.
  • Venezia (Veneto): la Bibbia del Carnevale italiano, pietra miliare del patrimonio culturale e folkloristico nazionale. Per sei giorni, fino a martedì grasso, la scenografica Piazza San Marco si trasforma in un enorme teatro pullulante di maschere colorate e costumi sfarzosi.
Carnevale di Putignano - Carro vincitore nel 2011
  • Lu "BOV FINT" e i "VLURD" Offida (Ascoli Piceno - Marche): il Carnevale Storico, va dal 17 gennaio al martedì grasso, con la partecipazione delle Congreghe, anima vera del carnevale offidano che sono: Ciorpenta, Ciuvetta, Mangusta, Tirolesi, Gancio, Cappucci rossi, Gabbia, Allegra nobiltà, Orsi, Ptona, Mescal e i suoi ladrones, Guazza e Rondinelle. Lu "Bov fint" vuol rievocare i tempi spagnoli dove veramente un bove veniva rincorso fino alla sua uccisione per dividerne la carne tra i cittadini; i "Vlourd", che sono fiaccole (fatte di paglia avvolta di canne) accese e portate la sera del martedì grasso in giro per le strade fino a concludersi in piazza, dove attorno ad un falò ballano tante maschere finchè il fuoco si spegne. Notes.png Vedi: BOV FINT
  • Carnevale di Fano(Pesaro e Urbino - Marche) "bella da vedere e dolce da gustare" - Ogni anno, dopo i tre classici botti, partono, alle 15:00 circa, su Viale Gramsci, per il primo dei tre giri previsti, i giganti di cartapesta di prima e di seconda categoria oltre alle mascherate che vedono la partecipazione di migliaia di maschere che coinvolgono il numeroso pubblico che si trovava per strada e nelle tribune e palchi posti ai lati del viale. Al secondo giro dei carri, i numerosissimi visitatori possono “raccogliere” con o senza i “prendigetto” (grandi coni di cartone, firmati nel 2015 da Paolo Del Signore) un certo quantitativo degli 80 e più quintali di cioccolata e caramelle lanciati dai carri allegorici; in totale duecento quintali di dolciumi lanciati nelle tre domeniche di sfilate. Il terzo suggestivo giro delle ”luminarie”, ormai calato il buio, vede la suggestiva parata dei giganteschi carri illuminati e seguiti da tantissime persone che con i prendigetto continuano a raccogliere dolciumi. Notes.png Vedi: Carnevale di Fano
  • Bacanàl del Gnoco - Verona (Veneto): il carnevale più antico d'Europa, risalente al 1500. Caratteristica è la maschera del Papà del Gnoco, eletto annualmente, che percorre con le maschere il centro della città in una grandiosa sfilata multicolore. In Piazza San Zeno sono preparati e distribuiti gli gnocchi al pomodoro per tutti.
  • Carnevale di Paperino - Prato (Prato, Toscana): carnevale con carri e maschere che si svolge nelle vie della frazione di Paperino. Si tiene ogni anno e, come altri carnevali, anno dopo anno vengono modificati i carri e i temi proposti.
  • Vaiano (Vaiano, Toscana): carnevale con carri e maschere dedicati principalmente ai bambini che sfilano per le vie del paese. Viene rinnovato quasi ogni anno, proponendo maschere ispirate generalmente a nuovi cartoni animati.
  • Magico Carnevale - San Felice sul Panaro (Modena, Emilia Romagna): carnevale organizzato dal Comune di San Felice sul Panaro e dal locale Photoclub Eyes. Un centinaio di figuranti, tutti abitanti del paese, si vestono a tema e sfilano per le vie del paesemettendo in scena dei quadretti, sotto la direzione di un regista teatrale. Il tema della manifestazione cambia tutti gli anni. Il Magico Carnevale, cui è abbinato un concorso fotografico è diventato negli anni molto popolare tra gli appassionati di fotografia, la manifestazione infatti richiama un gran numero di fotoamatori da ogni parte d'Italia.
  • Carnevale di Putignano (Puglia): per tutto il mese di febbraio, si svolge su Corso Umberto I con tantissime maschere ed enormi carri allegorici, creati dagli abili maestri cartapestai, dedicati ad un tema che cambia ogni anno, oltre ai carri “minori” che narrano di politica, crisi e ambiente. E' un fantastico e spettacolare evento carnevalesco, che si autodefinisce il più antico d’Europa, che invita tutti ad ammirare le mastodontiche, movimentate e tra le più belle e di grande valore artistico costruzioni, in pura cartapesta, in un’atmosfera di puro divertimento. Nel 2014 il tema era dedicato al celebre musicista e compositore emiliano Giuseppe Verdi, in occasione del bicentenario della sua nascita; nel 2013 al grande regista Federico Fellini; nel 2012 facevano riferimento alla crisi economica e allo spread; nel 2011 in gioco l'On. Silvio Berlusconi, il rivale Gianfranco Fini e tanti altri personaggi politici. {{Vedi Carnevale di Putignano}}