GUIDA  Cervo/Palazzo Viale

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Il Palazzo Viale è un edificio monumentale del XVIII secolo, ubicato nella zona bassa del Borgo, che venne fatto erigere da Ambrogio Viale, membro di una famiglia dell’aristocrazia mercantile Cervese. L’edificio, venne forse progettato con l’aiuto di architetti impegnati nella costruzione della nuova parrocchiale, ma anche utilizzando le capacità artistiche del Carrega, soprattutto per quanto riguarda le preziose cornici in marmo che adornano il Palazzo.

Palazzo Viale

L’edificio passò in eredità ai quattro figli, Giuseppe, Antonio Domenico, Francesco Saverio e Gio. Batta. Il figlio di Giuseppe, anche lui Ambrogio Viale (1760-1805), denominato in seguito il Solitario delle Alpi, nacque e visse nel Palazzo e fu poeta pre-romantico e letterato.

Il Palazzo ha un bel portale in marmo bianco sull’ingresso, una scala tipica della signoria genovese e due piani nobili. Nel secondo piano, oggi di proprietà del Comune, vi è un appartamento ricco di affreschi di Francesco Carrega, nel quale vengono organizzate iniziative culturali.

Sopra la porta d’ingresso dell’alloggio è dipinto lo stemma nobiliare. Sul soffitto dell’atrio, un affresco rappresenta un putto alato che reca il motto della famiglia: “Promisit Dominus Coronam Vigilantibus” (Il Signore ha promesso la corona a coloro che vegliano).

L’appartamento è costituito da diverse sale tutte con soffitto e pareti magnificamente affrescate da Francesco Carrega che si presume si sia avvalso anche della collaborazione dei figli.

Giunone tra i pavoni, Eolo ed Enea

Dall’ingresso si accede alla Sala dedicata a Giunone. Sul soffitto l’affresco rappresenta la scena di Eolo che libera i venti che si scaglieranno sulla flotta di Enea in navigazione tra Cartagine e la Sicilia. Giunone, da un lato, è circondata da pavoni, suoi animali sacri.

Procedendo, vi è la Sala a tema religioso, sul cui atrio è dipinta una stupenda Natività. L’affresco del soffitto raffigura la Visione della Vergine a San Giovanni Evangelista a Patmos. La Vergine, su una nuvola, schiaccia con i piedi il serpente sotto il quale appare la falce della luna. Giovanni, con l’aquila a fianco (suo attributo specifico), si volta a fissare la Vergine che gli appare.

Natività

Nella sala successiva sulla volta è affrescata la Caduta di Fetonte, fulminato da Giove, che precipita dal carro del Sole che, contro la volontà del padre Elio, ha voluto guidare e non è più in grado di governare.

La caduta di Fetonte

In una sala a lato, detta dell’Astronomia, spicca l’affresco di Tancredi e Clorinda, i due guerrieri innamorati, pur militando in eserciti avversi. Tancredi è inginocchiato accanto a Clorinda morente e viene da questi battezzata in seguito alla richiesta di lei.

Mosè riceve le Tavole della Legge

La Sala dell’Alcova è la stanza che spicca sulle altre per la qualità degli affreschi e la loro varietà. Sul soffitto è rappresentato Mosè, contornato da angeli, che riceve le tavole della legge. La sala è tutta un dipinto variegato con diversi soggetti e temi, egregiamente dipinti. Per citarne alcuni: l’affresco di due balconi coperti da un pergolato, da uno dei quali si affaccia una graziosa fanciulla. La loggia con il Ninfeo illusivo, una nicchia con Dio Padre Benedicente, con Sant’Antonio da Padova e con San Vincenzo Ferrer.

Fanciulla al balcone

Soprattutto la stanza dell’Alcova, ricca di affreschi dai temi più svariati, dal Sacro alla fanciulla, dalle Cariatidi agli angioletti, da paesaggi al Ninfeo, fanno trasparire un gusto “frivolo”, forse specchio dello stile di vita della casta della ricca borghesia mercantile, desiderosa di liberarsi dal grigio conformismo.