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Foto Dolcedo:
2012, 2009, 2008

Dolcedo è situato in Liguria in Provincia di Imperia. Il 21 dicembre si festeggia il Patrono, San Tommaso. Tra gli edifici religiosi: Parrocchiale di San Tommaso; Santuario dell'Acquasanta; Cappella di Santa Brigida, quattrocentesca.

Confina con i comuni di: Imperia, Taggia, Civezza, Badalucco, Prelà, Vasia, Montalto Ligure e Pietrabruna.


Indice

Collocazione Geografica

Il Comune di Dolcedo è ubicato al centro della Valle del Prino a 77 m.s.m., nei pressi della confluenza del Rio dei Boschi (modesto torrente che scende dal Monte Faudo, m. 1149) con il torrente Prino. Nella valle del Prino e nell’adiacente valle di San Lorenzo, la vegetazione mediterranea è presente, anche ad altitudini elevate, grazie al clima mite. Dolcedo fa parte della Comunità Montana dell’Ulivo e Alta Valle d’Arroscia e la sua attività prevalente è da sempre la produzione di un pregiato olio d’oliva, ricavato dall’oliva taggiasca.


Ritratto della città

Percorrendo, a pochi chilometri dal mare, la Valle del Prino, tra un alternarsi di colline verdi grigiastre di ulivi a schiera su terrazzamenti creati con muri a secco, e di colline coperte dalla spontanea vegetazione, improvvisamente ecco svettare nel cielo e dominare sull’abitato che gli si stringe intorno, il campanile settecentesco della Parrocchiale di San Tommaso, bello per colori e imponenza. Si è nel capoluogo di Dolcedo, detto Piazza, per essere stato, sin dall’antichità, sede del mercato. Dolcedo è il più antico centro della valle e comprende altri borghi: Costa Carnara, Bellissimi, Lecchiore e Isolalunga, Castellazzo e Ripalta. Numerose sono le borgate immerse, come isole, in un mare di ulivi, che hanno assunto il nome dei vari gruppi familiari che per primi vi si sono insediati.

La strada provinciale attraversa tutti i borghi e introduce il visitatore in un ambiente tipicamente rurale, in cui il tempo, lo spazio e il silenzio fra i carrugi e le mulattiere lastricate con i tipici rissoi e le campagne a terrazze, presentano ancora ritmi ed echi di un passato profondamente radicato agli elementi naturali.

Il Capoluogo “Piazza” è sede del Municipio, della Chiesa Parrocchiale di San Tommaso e principale nucleo sia per numero di abitanti sia per esercizi commerciali, attività amministrative e turistiche. Esso conserva l’antico assetto urbano medioevale. Soffermarsi sul ponte stradale che attraversa il Prino, osservare lo scenario che offre Dolcedo, permette al visitatore di coglierne, con uno sguardo, tutta la sua bellezza, i suoi colori e l’atmosfera che rievoca un lontano passato. E’ quasi un invito seduttivo a continuare a visitare il paese. Il Borgo si può suddividere in due parti distinte: :la più antica, raccolta intorno al Sutto Munte o Monte di pietà, ove ha sede il Municipio, la collegiata di San Tommaso, con i carrugi, i vicoli stretti in lastricato di pietra, contorti, spesso coperti e con case unite l’una all’altra da archetti o ponticelli, vicoli che si incrociano in modo irregolare. Alcune case presentano nei piani più alti le “altane” o loggiati, un tempo usati come essiccatoi per la frutta e per i funghi. :La parte che lungo il corso del torrente Prino, Caruggiu Suttan, con la torre, con resti di antichi mulini e frantoi e di antiche botteghe, e con il medioevale Ponte Grande del 1292, costruito in pietra su ordine dei Gerosolomitani che nel 1530 costituirono l’ordine dei Cavalieri di Malta.

Dolcedo la si può percorrere solo a piedi. Si può iniziare la visita da Piazza Doria che si chiude con la Loggia ove si accede agli uffici del Comune. Su di essa lo stemma del borgo col simbolo dell’ulivo. Antica sede del Suttu Munte, del Monte di pietà, costruito nel 1505, sorto come fonte di sostegno alle famiglie povere nei periodi di carestia e di sviluppo dell’economia del paese. Attualmente oltre agli uffici del Comune, sono sorti esercizi commerciali e locali di ristoro.

Sotto la Loggia, alla destra dell’ingresso agli uffici comunali, sono presenti le antiche misure di capacità dell’olio e del vino, in marmo bianco e la misura dei tessuti. Proseguendo si accede alla stupenda e piccola piazza San Tommaso in lastricato bianco e nero che coincide col sagrato della Parrocchiale. Stupendo edificio barocco, tipicamente ligure, dai colori pastello, verde e rosa. Dell’antica chiesa romanica del passato è rimasto solo l’antico portale. Un edificio religioso particolare anche all’interno per i suoi colori accesi, blu e rossi e arancio che lo rendono unico e stupefacente. La splendida piazza, è circondata da costruzioni: oltre la Chiesa, abitazioni che risalgono al XVII secolo. La piazza era luogo di rifugio della popolazione sia durante la sudditanza dei Clavesana ove, dopo sei giorni di oppressione, poteva respirare “un’aura di libertà”, sia nel corso della immancabili invasioni saracene. La preziosa Piazza San Tommaso nel corso dell’anno e soprattutto in estate, si trasforma in un prestigioso ambiente in cui musicisti illustri si esibiscono in concerti di musica classica nella manifestazione Incontro con la classica che ha raggiunto la sua ventiseiesima edizione.

Per un turista che vuol conoscere l’essenza del luogo, tutti i suoi aspetti, è interessante percorrere il lungo torrente, il Caruggiu Suttan, l’altro aspetto di Dolcedo, altamente suggestivo con i tipici archi liguri tra casa e casa, i resti degli antichi mulini, gli orti sul torrente, le abitazioni con iscrizioni medioevali, gli usci tipici, segni di antiche botteghe che si affacciavano direttamente sul Prino. Si possono ancora trovare antiche botteghe artigianali che hanno resistito al consumismo e si dedicano a produzioni locali. Da visitare è anche l’imponente Oratorio barocco di San Lorenzo. Questa chiesa, solitamente chiusa, viene aperta al pubblico in occasione della Domenica delle Palme per far partire la Processione che si dirige verso la Chiesa di San Tommaso. Bella e maestosa è anche la Torre del Convento di San Domenico, sede della Comunità Domenicana di Taggia. Chi vuole avventurarsi oltre, può arrivare alla suggestiva cappella di Santa Birgida del tardo Medioevo (1425) ai piedi del Monte Faudo sorta per accogliere i viandanti durante il loro viaggio. La Santa è la protettrice dei valichi montani. L’interno semplice ha uno spazio navata- rifugio con alle pareti panche in pietra grezza. Alla cappella è legata una leggenda che, trasmessa oralmente di generazione in generazione, narra che nella valle ove essa sorge di notte vi balla il diavolo. Dolcedo è anche accoglienza, locali in cui trovare ristoro, piazze che uniscono l’antico e il moderno, come piazza Berti, nel cui giardino ombroso soprattutto gli anziani si riuniscono a discorrere del tempo presente e passato, comodamente seduti sulle panchine.

Dove Mangiare

  • Ristorante Bar Tunù, Piazza Doria, 2

Bibliografia

  • Dolcedo, Rinangelo Paglieri, Ed. Ennepilibri (2001)

Memorie Storiche

In Corografia fisica, storica e statistica (1837) così viene descritto il comune:

Giace Dolcedo alle falde di due colline, sulla riva del Prino: ai fabbricati divisi da quel torrente, danno comunicazione quattro antichi solidissimi ponti. La sua parrocchia, dedicata a S. Tommaso, ha il titolo di propositura. Possiede Dolcedo un pubblico Spedale ed un istituto di beneficenza, detto il Monte di Pietà: i suoi annui proventi sono erogati a vantaggio dei poveri, della pubblica istruzione, e dello Spedale predetto, ma non oltrepassano la somma di lire quattromila.