GUIDA  Gioia del Colle/Castello Federiciano

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Il Castello Federiciano di Gioia del Colle prende il nome da Federico II.

Fu edificato intorno al 1100 dal normanno Riccardo Siniscalco e fu distrutto, unitamente alla città, da Guglielmo II il "Malo". Nel 1230 al suo ritorno dalla Crociata in Terra Santa Federico II lo rifondò. Infatti le possenti volumetrie del castello risalgono proprio all'età Sveva, (ricordiamo anche il Castello Svevo a Bari - Castel del Monte ad Andria - il Castello di Altamura - Trani e Barletta) - in seguito un po' modificate in età angioina e aragonese, con l'apertura di alcune finestre. Con il passare degli anni il complesso militare perse di importanza e ne seguì una lenta decadenza. Alla fase federiciana appartengono, il cortile, le volumetrie che vi si affacciano e la cosiddetta Torre dell'Imperatrice.

Il castello costruito in pietra calcarea e carparo rosso, dalla pianta quadrangolare con gli angoli rivolti ai quattro punti cardinali, ha due torri quadrilatere simili tra loro, ma costruite in epoche diverse, chiamate rispettivamente "Torre De Rossi" e "Torre Imperatrice", e un cortile interno. Le cortine e le torri presentano all’esterno bugne a bauletto. La cinta muraria è caratterizzata da un paramento fortemente bugnato sulla quale si aprono numerose monofore, oculi e feritoie, disposti in maniera disordinata, confermando le diverse fasi costruttive. Il castello possiede due ingressi: uno principale a ponente, l'altro al centro del lato sud, entrambi caratterizzati da una corona di elementi bugnati a raggiera. Dalla porta principale si accede ad un vasto androne coperto da una volta ogivale poggiante su capitelli di splendida fattura. Il vasto cortile ha forma trapezoidale e vi si aprono eleganti monofore, bifore e trifore. Di grande prestigio è la scalinata che porta agli ambienti del piano superiore: la sala del trono, la prigione di Bianca Lancia.

I restauri negli ultimi decenni hanno restituito un'immagine del castello molto vicina all'originale. Attualmente il complesso che si trova nel centro antico di Gioia, è adibito a biblioteca comunale e museo archeologico che raccoglie un ricchissimo patrimonio archeologico dei dintorni. All’interno è possibile visitare la famosa Sala del Trono, fantasiosa ricostruzione del 1909.

La leggenda di Bianca Lancia

Bianca Lancia, della famiglia dei conti di Loreto, fu l’unica donna che riuscì a conquistare veramente il difficile cuore di Federico. Fu un reciproco colpo di fulmine. I due si conobbero nel 1225, pochi mesi dopo lo sfortunato matrimonio con Jolanda di Brienne. La leggenda narra che qui sia stata rinchiusa, per sospetto adulterio, l'amante prediletta di Federico, appunto Bianca Lancia. Durante la prigionia, lì dette alla luce Manfredi colui che, pur se figlio illegittimo, fu il prediletto dell'imperatore e divenne il suo successore come sovrano dell'Italia meridionale, divenendo l'ultimo re svevo del Mezzogiorno. Ma la sensibile principessa non poté resistere all’umiliazione e vinta dal dolore, dopo il parto, si tagliò i seni e li inviò all’imperatore su di un vassoio assieme al neonato indi si uccise con un pugnale. Pare che i due seni siano stati intagliati in una roccia nella parete.

Se questa è leggenda, la storia è un po’ più controversa ma non meno toccante. Infatti, secondo alcuni, Federico II nel 1246 — ormai vedovo della terza moglie Isabella — si trasferì da Foggia al castello di Gioia del Colle dove trovò l’amante Bianca Lancia molto sofferente. Questi gli chiese di legittimare i tre figli nati dal loro amore, unendosi a lei con un regolare matrimonio: cosa che avvenne e che consentì a Bianca di essere per pochi giorni un’imperatrice.


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